Quando si esplora il mondo del significato dei fiori non si sa mai cosa aspettarsi. E l’agrifoglio si rivela essere una vera e propria sorpresa. Esso è conosciuto per il suo uso natalizio, per essere una delle piante augurali di questo periodo dell’anno. Il suo significato punta essenzialmente sulle sue caratteristiche fisiche: parliamo infatti di eternità ed aggressività. La prima connotazione viene data dal fatto che si tratta di una pianta sempreverde, mentre la seconda deriva dalle sue foglie estremamente pungenti.
L'agrifoglio è una pianta magica fin da prima dell'avvento del Natale cristiano, si dice che proteggesse dai demoni e portasse fortuna. I suoi primi utilizzi risalgono all'Irlanda dove anche le famiglie più povere potevano permettersi di utilizzarlo per decorare le proprie abitazioni. Nel tempo i cristiani iniziarono ad utilizzare anch'essi questa pianta durante il periodo natalizio. La struttura della foglia infatti ricorda la corona di spine di Gesù Cristo e i frutti rossi il suo sangue. Inoltre i boccioli bianchi sono immagine della purezza della Madonna.
Attorno a questa pianta sempreverde sono nate molte favole e leggende, specialmente nei paesi nordici. La più rinomata è la seguente.C'era una volta un bambino che abitava in una casetta sperduta nel bosco. Tutti i giorni andava in cerca di legna per riscaldare il fuoco al focolare. Un giorno si inciampò in una pianticina con le foglie irte di aghi. Cadde a terra e si punse in diverse parti della mano. Il sangue gli usciva copiosamente. Invocò il dio del bosco perché lo soccorresse in questa grande caduta. Ripetè più volte la sua preghiera al dio protettore, ma invano. Gli apparve invece un elfo che subito lo medicò, lo fasciò accuratamente e lo accompagnò alla sua casetta. Passò qualche giorno, il bambino tornò sul luogo dove era caduto. Con gran sorpresa, vide che sull'albero spinoso erano cresciute delle bacche rosse. Si fermò a pensare. All'improvviso gli si parò davanti il re del bosco che gli rivolse le seguenti parole:" Tu hai avuto fiducia in me, mi hai invocato; io non t'ho abbandonato, ho mandato un elfo che ti curasse. Per premiarti di questa grande fiducia in me, ho trasformato le gocce del tuo sangue in bacche rosseggianti. Questa pianta tu la potrai usare per guarirti dai tuoi malanni, ma per gli altri sarà molto dannosa."
I. Druidi ritenevano che l’agrifoglio, con le sue foglie lucide e le bacche rosse, rimanesse verde per rendere la terra più bella quando la sacra quercia perdeva le foglie. Essi mettevano ramoscelli di agrifoglio tra i capelli quando andavano nelle foreste per assistere ai riti sacrificali
In Inghilterra si ritiene che mettere dei ramoscelli di agrifoglio sul letto di una giovane ragazza la notte della Vigilia di Natale allontani gli spiriti maligni.
In Germania invece si ritiene che un pezzetto dell’agrifoglio usato in chiesa per le decorazioni sia un ottimo amuleto contro lampi e tuoni.
Altri ancora credono che mettere dei rametti di agrifoglio sulla testata del letto procuri sogni tranquilli e sia anche una buona cura contro la tosse
Una
leggenda racconta di un piccolo orfanello che viveva con alcuni pastori quando
gli angeli araldi apparvero annunciando la lieta novella della nascita di
Cristo. Il bambino si mise in cammino verso Betlemme con gli altri pastori e
sulla via intrecciò una corona di rami da portare in dono a Gesù Bambino. Ma
quando pose la corona davanti al Bambinello gli sembrò così indegna che si
vergognò del suo dono e si mise a piangere. Allora Gesù Bambino toccò la corona
e le sue foglie brillarono di un verde intenso e trasformò le lacrime
dell’orfanello in bacche rosse.
La grotta del Bambino Gesù brillava di lontano di una luce sovrannaturale.
Pastori, donne del popolo, bambini, tutti si recavano in visita…”Adeste, fideles- si sentivano gli angeli cantare-“ ed il suono delle zampogne pastorali riempiva il cielo notturno di armonia e di gioia.
Le creature del bosco si riunirono e decisero di andare anche loro a rendere omaggio al Celeste Bambino.
Radunarono i doni: nocciole, cappucci degli gnomi per il freddo, le scarpine appuntite degli elfi, i veli delle fate, i chicchi di grano messi al riparo dal freddo inverno dalle formiche, di tutto un po’…
E si avviarono, strana processione di bizzarre creature dalle vesti multicolori:
ecco le esili fate, i veli lunghi e trasparenti a fasciare i corpicini sottili…
E gli elfi, dalle ali trasparenti e poi gli gnomi, i buffi copricapo di panno rosso, arrancano sulle gambe muscolose e storte… Le formiche seguono, in lunga teoria… nere nere, ma con ai piedi chicchi di melograno per essere visibili e non essere calpestate…
Dall’alto li segue un gufo, con gli occhi fosforescenti illumina la notte… In mano ognuna delle creature del bosco reca una lucciola per far luce al sentiero.
Camminano in silenzio, ogni tanto un bisbiglio per vincere il gelo della notte.
Ed ecco, sono alla grotta, ma la folla di persone non lascia loro vedere il Bambino: sono tutte piccole di statura, le creature del bosco.
Accanto , un cespuglio di una strana pianta spinosa…le foglie verdi, dure. Non c’è altro da fare: bisogna salire se si vuole vedere il Bambino.
A fatica salgono, gli esserini del bosco.
Prima gli gnomi, con le gambe robuste, poi tirano su le fate, gli elfi con le ali salgono in alto, le formiche fanno una catena nera lunga lunga, le buffe scarpe di melograno ai piedi…
E sono in alto: il Bambino li vede, sorride loro!
E’ solo un attimo, ma anche la luna brilla più argentea.
Felici gli esserini scendono dalla pianta spinosa, quasi non sentono il dolore delle ferite fatte alle loro tenere carni dalla pianta spinosa… Ma un po’ del loro sangue è rimasto lì, sulle foglie .
Il Bambino sa di quel sangue e non vuole disperderlo…
Il sangue da liquido si fa solido, si condensa in palline di un vivido rosso e per sempre resta lì, ad ornare nei giorni del Natale le foglie verdi ,spinose, dell’agrifoglio.
La leggenda del Pungitopo
Quando giunse l'inverno tutti gli uccellini del bosco partirono. Soltanto un piccolo uccellino decise di rimanere nel suo nido dentro un cespuglio di pungitopo, voleva a tutti i costi attendere la nascita di Gesù per chiedergli qualcosa. L'inverno fu lungo e molto nevoso. Il povero uccellino era stremato dal freddo e dalla fame.Finalmente arrivò la Notte di Natale. Quando lo uccellino fu dinnanzi al Bambino appena nato, disse : "Caro Gesù, vorrei che tu dicessi al vento invernale del bosco di non spogliare il pungitopo. Così potrei restare nel mio nido e attendere la nuova primavera". Gesù sorrise, poi chiamò un angelo e gli ordinò di esaudire il desiderio di quell'uccellino. Da allora, il pungitopo conserva le sue verdi foglie anche d'inverno. E per riconoscerlo dalle altre piante, l'angelo vi pose , delle piccole bacche rosse e lucide.
Il pungitopo, al pari dell'agrifoglio, è considerato portatore di fortuna. Si caratterizza per le sue foglie dure e con le spine, simbolo di forza e prevenzione contro tutti i mali.
Le bacche rosse sono il simbolo del Natale, il simbolo della luce e del buon auspicio, una promessa di abbondanza e fecondità per il nuovo anno che comincia. Secondo la leggenda, le foglie spinose rievocano le spine della corona di Cristo e le bacche il rosso del suo sangue. Il nome "pungitopo" deriva dall'usanza contadina di proteggere dai topi con mazzetti di questa pianta, i salumi e i formaggi messi a stagionare.http://www.mimina.org/Natale%20leggende.html
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