martedì 11 settembre 2012

Alex Zanardi



Penso sia indispensabile dedicare almeno due parole a quest'uomo. A questo grande uomo. Non perchè ha vinto e stravinto alle paraolimpiadi, ma per la forza e il coraggio che a quelle gare lo hanno portato dopo l'incidente che lo ha privato di entrambe le gambe. Alex è sempre stato un personaggio simpatico, mai sopra le righe, sincero e modesto sia nelle vittorie che nelle sconfitte. La sua carriera ha visto alti e bassi, ma lui non si è mai scoraggiato e si è sempre rimesso in gioco con umiltà e costanza.
Chiunque, al suo posto, dopo l'incidente, si sarebbe chiuso in se stesso, compiangendosi e passando il tempo a rimpiangere i tempi andati. Lui no!




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Nonostante il grave handicap fisico e dopo una lunghissima riabilitazione, è tornato a camminare grazie all'uso di apposite protesi, e ha anche  deciso di ritornare alla guida di vetture da corsa.
Non gareggia più in automobile, ma non ha abbandonato il mondo dello sport: adesso partecipa alle gare di handbike. Scherzando sulla sua menomazione ha affermato che, se si dovesse rompere di nuovo le gambe, questa volta basterebbe soltanto una chiave a brugola per rimetterlo in piedi, e che ora non rischia più di buscarsi un raffreddore camminando scalzo.
Questo modo di scherzare la dice lunga sul suo carattere e la sua forza d'animo.



Alex è molto amico di Claudio Costa, lo storico medico che cura i piloti del Motomondiale con la sua clinica mobile. La prima volta che il dottor Costa vide Alex sul suo letto di ospedale dopo l'incidente del Lausitzring disse: "Questo uomo tornerà a fare tutto quello che faceva prima, camminare, guidare, sciare e soprattutto portare in spalla suo figlio". Oggi Alex guida normalmente, tiene in spalla suo figlio, gareggia e, grazie ad alcuni sci speciali, riesce anche a sciare.




A chi gli ha chiesto dove trova il coraggio, Alex ha risposto con queste parole:
Penso che il coraggio sia qualcosa di innato, di istintivo. Però sono anche convinto che l’audacia, la voglia di buttarsi a capofitto in una sfida nascano sempre da una base piccola ma solida. Da quel mattoncino del nostro carattere che si chiama autostima. E l’autostima, quella sì che si può imparare, fin da bambini. Prima di buttarti in un’impresa devi avere dentro di te anche la minima idea di potercela fare e quella forza interiore, quella prima scintilla di coraggio la puoi trovare solo vivendo. E imparando, ascoltando, osservando. In una parola: usando l’intelligenza. Perché l’audacia senza intelligenza (nel senso di comprensione dei propri limiti e consapevolezza delle proprie capacità) sarebbe solo incoscienza.  http://mag.wired.it/rivista/play/2011/09/02/caro-alex-zanardi-ma-il-coraggio-si-puo-insegnare.html

Queste parole mi fanno pensare che noi genitori e nonni abbiamo il compito di insegnare ai nostri bambini questa autostima, senza farli cadere nella superbia e nell'arroganza, ma rendendoli consapevoli del proprio valore reale. Non è facile, ma dobbiamo impegnarci a farlo per crescere uomini e donne capaci di affrontare le avversità  e di vivere una vita a testa alta.




3 commenti:

  1. In un mondo pieno di persone fasulle, questo piccolo grande eroe merita tutta la nostra ammirazione.

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  2. E' un grande e può insegnarci molto.

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  3. ammiro quest'uomo,è un grande!

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