Come per una specie di contagio, le stesse storie si ritrovano quasi contemporaneamente in diversi blog personali oppure in riviste on line, con approfondimenti storici, folkloristici, letterari e non è sempre facile verificare l'attendibilità di ciò che viene raccontato.
Recentemente, ad esempio, mi sono imbattuta nella storia di una libreria di Parigi che si chiama Shakespeare & Company dal passato molto interessante.
La sua storia viene da lontano: qualcuno la racconta a ritroso, altri cronologicamente dalla nascita, comunque sia è una storia che si colloca perfettamente nel fermento cosmopolita e letterario di una città come Parigi in cui nel primo dopoguerra si incontravano scrittori e artisti americani ed europei come Hemingway, Joyce, Picasso, Modigliani, Cocteau, Dali, Fitzgerald con la moglie Zelda e tanti altri.
La sua storia viene da lontano: qualcuno la racconta a ritroso, altri cronologicamente dalla nascita, comunque sia è una storia che si colloca perfettamente nel fermento cosmopolita e letterario di una città come Parigi in cui nel primo dopoguerra si incontravano scrittori e artisti americani ed europei come Hemingway, Joyce, Picasso, Modigliani, Cocteau, Dali, Fitzgerald con la moglie Zelda e tanti altri.
Shakespeare & Company però non era solo una libreria, ma anche un centro culturale, una sala di lettura, una biblioteca gratuita, perché Sylvia dava una tessera di prestito a coloro che non avevano denaro per acquistare i libri. Sulle pareti erano appesi i ritratti o le foto di scrittori famosi che si erano incontrati proprio qui.
Durante la Seconda Guerra Mondiale,quando Parigi fu invasa dai nazisti, a differenza di altri suoi connazionali, Sylvia non lasciò la capitale, ma fu presto costretta a chiudere la libreria e a nascondere i suoi libri.
Quando la guerra terminò, il mondo era del tutto cambiato, come stordito dagli orrori di quel conflitto, e la libreria Shakespeare and Company non riaprì mai più, tuttavia.....
Qualche anno dopo, nel 1951, sulla riva sinistra della Senna, al n.37 di Rue del la Bécherie, veniva aperto un piccolo negozio di libri in lingua inglese. Si chiamava Le Mistral e il suo proprietario era un giovane americano, George Whitman, che aveva studiato alla Sorbona.
Nel 1964 il negozio cambiò il suo nome in Shakespeare and Company per celebrare i quattrocento anni dalla nascita di William Shakespeare, ma soprattutto per onorare, a due anni dalla morte, la memoria di Sylvia Beach, che con la sua libreria tanto aveva fatto per la diffusione della cultura nella capitale francese.
La più curiosa , a mio parere, è la presenza dei tumbleweeds, giovani scrittori che vivono per qualche tempo nel negozio gratuitamente ( e ciò spiega la presenza di letti e poltrone ) con un triplice impegno quotidiano : 1. scrivere una pagina biografica al giorno; 2.leggere un libro al giorno; 3. dare una mano in negozio se occorre.
Sembra che oggi i tembleweeds scarseggino, ma nel corso della sua storia in negozio ne sono passati ben 30.000.
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