mercoledì 30 gennaio 2019

Misia

Ho appena letto un libro sulla vita di Coco Chanel, centrato sul racconto della nascita del profumo Chanel n.5, da sempre il mio preferito, ma anche sulla vita della stilista e del suo entourage.
Ciò nonostante, il libro non scade mai nel pettegolezzo o nel sensazionale: si sa che la vita degli artisti in quell'epoca era completamente diversa da quella delle persone comuni e questo, preso come dato di fatto, fa in modo che non si nominino mai le abitudini fuori dagli schemi dei personaggi. Questo a testimoniare la serietà e la professionalità dell'autrice.




Il libro mi è piaciuto anche e soprattutto, perchè mi ha introdotto in un mondo eclettico, pieno di artisti di grande talento, che si conoscevano fra loro, si frequentavano e avevano rapporti di amicizia.
Alcuni di loro non li conoscevo proprio e fra questi c'è Misia Sert, l'amica intima di Gabrielle Chanel, il centro di queste riunioni di geni di vario genere.




Misia Sert, pseudonimo di Maria Zofia Olga Zenajda Godebska ( San Pietroburgo 1872- Parigi1950), è stata una pianista e modella russa naturalizzata francese, nota per il suo salotto artistico parigino e per essere stata musa ispiratrice di numerosi artisti.

Suo padre, Cyprian Godebski (1835-1909), fu un noto scultore polacco, professore presso l'Accademia Imperiale delle Arti di San Pietroburgo dal 1870. Sua madre, che morì di parto, fu Zofia Servais, figlia del violoncellista belga Adrien-Francois Servais.

 Ben presto emerse il suo talento di pianista dando il primo concerto pubblico al Théâtre d'Application di Parigi, nel 1892. Si sposò a 21 anni con Tadeusz Natanson, noto come Thadée Natanson, un cugino lontano, politico e giornalista, fondatore della La Revue Blanche .



Misia ritratta da Bonnard


Nel 1905, dopo un divorzio doloroso, Misia si sposò con il magnate della stampa Alfred Edwards; in questo periodo cominciò ad organizzare il suo influente salotto artistico-letterario a Parigi. Tra i suoi ospiti abituali vi furono  Stéphane  Mallarmé, Maurice Ravel, Claude Debussy, i pittori  Auguste Renoir, Edouard Vuillard, Felix Vallotton e Bonnard. Misia fu poi confidente di Pablo Picasso e Jean Cocteau,  mecenate dei Balletti russi di Sergei Diaghilev e 

amica intima di Coco Chanel.





Misia ritratta da Renoir


Si sposò per la terza volta, nel 1920, con il pittore catalano Josep Maria Sert (1876-1945). 
Misia fu una bellezza riconosciuta. Dipinta in numerose occasioni, fu una delle modelle di Toulouse -Lautrc per un poster della celebre La Revue Blanche nel 1895.




 Tra le opere che la ritraggono, vi è un dipinto di Renoir esposto nella Tate Gallery. Ravel le rese omaggio dedicandole le composizioni Le Cygne (Histoires naturelles) e La Valse.

Misia ritratta da Toulouse-Lautrec

Adesso che ho scoperto questa donna, voglio informarmi di più sulla sua vita e il prossimo libro che comprerò sarà quello delle sue memorie, che quasi cieca,dettò negli ultimi anni della sua vita. Esse furono pubblicate postume a Parigi, da Gallimard, nel 1952.




Qui il risvolto di copertina:


Jean Cocteau vedeva Misia come una «giovane tigre infiocchettata», dal «viso dolce e crudele di gatta rosa», mentre troneggia al centro del palco reale a una prima dei Balletti Russi. Amabile e vitale, non priva di artigli, Misia accompagnò e protesse i grandi anni dell’Avanguardia a Parigi, quando le scoperte dell’arte erano anche eventi mondani e gli eventi mondani lanciavano un nuovo stile di vita. Di quel mondo Misia fu l’incontrastata sovrana: Mallarmé le dedicò un ventaglio, Renoir la pregava di scoprire un po’ il seno mentre la dipingeva, Diaghilev ricorreva tempestosamente al suo aiuto, Proust rispondeva ai suoi rimproveri, Satie la voleva come madrina ai suoi concerti. Cosmopolita per nascita, cresciuta in stanze dove l’oggetto indispensabile era il pianoforte, fra drammi passionali e ospiti illustri che vanno e vengono, Misia colse subito l’avventura dei suoi anni e il fiuto per il talento non l’ingannò mai.

Misia ritratta da Vuillard

Queste sue memorie sono un autoritratto vivido e insieme l’evocazione di un’epoca che ormai ha acquistato i tratti del favoloso e del remoto. Anche a Misia, vissuta all’ombra del genio, Cocteau riconosceva un genio: quello «di camminare, ridere, rimettere qualcuno al suo posto, maneggiare un ventaglio, salire in macchina, inventare un diadema». E quello, possiamo aggiungere, di raccontare con leggerezza e con acume i suoi ricordi.

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