Yvoire era anticamente un villaggio di pescatori , affacciato sulle rive del Lago Lemano, e conserva ancora oggi le caratteristiche del borgo medievale, con alcune costruzioni in pietra che risalgono al XII secolo.
Dagli anni '50 è diventato una nota meta turistica anche grazie alla capacità dei suoi abitanti di adornare balconi e giardini con una gran quantità di fiori colorati, tanto da meritare un posto di primo piano tra les villages fleuris più belli di Francia.
Nel XIV secolo il conte Amedeo V il Grande di Savoia, intuendo l'importanza strategica del piccolo promontorio su cui sorge il villaggio , fece erigere un castello con fortificazioni in parte visibili ancora oggi. Purtroppo nel Cinquecento il castello fu quasi completamente bruciato durante uno scontro tra i Savoia e i Bernesi e solo nella prima metà del XX secolo fu restaurato completamente. Oggi il castello è proprietà privata e non può essere visitato.
Dall'ingresso al paese, in posizione elevata, le strade, riservate al traffico pedonale ovviamente, scendono progressivamente fino al lago, seguendo percorsi diversi tra ristoranti, negozi di souvenir e botteghe artigiane.
Verso Est, si scende fino alla chiesa di S. Pancrazio, protettore dei bambini. Forse per questo il paese è frequentato da numerose giovanissime scolaresche....
La Chiesa di S. Pancrazio , risalente probabilmente all'XI secolo, ha subito molti restauri nel tempo per cui non si presenta con uno stile ben definito. Semplice e accogliente è il suo cortile, ma l'attenzione va tutta al campanile, ricostruito nel 1857, con una cupola interamente rivestita d'acciaio lucente, così da poter essere vista anche da distanza notevole.
Su questo lato del promontorio l'acqua del lago è particolarmente trasparente e ispira un senso di pace e tranquillità.
La pensa come me anche questa mamma cigno, alle prese con la sua numerosa nidiata.
La strada ad Ovest invece scende verso il porto, da cui partono i battelli per brevi crociere verso Montreux, Losanna e Ginevra e sono ormeggiate numerose barche a vela.
All'ora di pranzo, ci sistemiamo sulla terrazza coperta del ristorante per un'ultima vista panoramica di Yvoire.
Sullo sfondo il lago e il castello e in primo piano il Giardino dei cinque sensi, un giardino in stile medievale nel quale il verde è diviso in spazi particolari in cui si può tastare la consistenza sensoriale delle foglie e degli steli, ascoltare lo scroscio dell'acqua nella fontana e il canto degli uccelli, inalare il profumo intenso delle rose, scoprire le proprietà curative delle piante aromatiche ed officinali, gustare il sapore dei frutti sugli alberi e dei fiori commestibili.
Mi sembra proprio un'ottima idea, che vedrò di mettere in pratica nel mio giardino al rientro dalla vacanza, senza dover pagare biglietto d'ingresso ...
Devo aggiungere che Dindi aveva proprio ragione : questo paesino sul lago merita assolutamente di essere visitato.
Lasciati alle spalle Yvoire e il Lago Lemano, inizia quella parte di itinerario che ci riporterà a casa in un paio di giorni. Ci aspetta Annecy , antica cittadina dell'Alta Savoia, con il lago omonimo, uno dei più puliti d'Europa, meta turistica per gli sport acquatici.
Annecy, antica capitale della Savoia, è detta anche la "Venezia francese" per il gran numero di vicoli e canali che l'attraversano.
Tralasciando paragoni a mio parere un po' azzardati, Annecy è una città gradevole da visitare, che ricorda nelle architetture dei suoi edifici storici il suo illustre passato medievale.
L' attrazione più nota ( e, si dice , la più fotografata di Francia) è il Palais de l'Isle, risalente al XII secolo, una fortezza di forma triangolare, che si presenta come la prua di una nave che si insinua tra le case.
Purtroppo in occasione della nostra visita sono in corso lavori di restauro che ne impediscono una visuale completa, perciò Dindi, che è venuta più volte in questa città, mi ha passato un paio di foto scattate in un'occasione precedente .
Il grande parco che si affaccia sul lago e la cornice dei monti alle sue spalle mitigano l'elevata temperatura di questo pomeriggio di inizio estate.
L' ultima giornata della nostra vacanza è dedicata interamente alla montagna, quella con la M maiuscola..., infatti, passando da Megève e St.Gervais, arriveremo a Chamonix , ai piedi del Monte Bianco.
A Megève l'aria è decisamente più fresca ma la cittadina, abitualmente affollata sia d'estate che d'inverno, appare insolitamente vuota, con negozi chiusi o in fase di ristrutturazione, e le strade senza il consueto via vai di turisti.
Saint Gervais appare un po' più animata ma anche qui la stagione turistica non è ancora incominciata.
Arrivati a Chamonix la grande Montagna ci accoglie con tutta la sua maestosità e non ci sono parole per raccontarla...
Dopo pranzo riprendiamo la strada verso casa, senza fretta ,perché vogliamo gustare ogni dettaglio di questo percorso che ci propone sorprese dietro ogni tornante, non importa se in salita o in discesa. A volte lo spettacolo è in alto, tra le montagne, altre in basso, nel fondovalle.
Per lo stesso motivo, così come per l'andata, anche per il ritorno non attraverseremo le Alpi utilizzando trafori o gallerie.
La strada che sale al Passo del Gran S.Bernardo si snoda come un serpente sul fianco della montagna e ci porta in breve tempo a più di 2.400 m. di altitudine, dove la neve si scioglie in mille rivoli per formare il torrente che scende a valle.
Questi quattro giorni trascorsi in buona compagnia, fuori dalla routine quotidiana, sono stati davvero preziosi per me e ,adesso che dalla pianura sento salire il profumo di casa, so che sarà altrettanto piacevole tornare alla quotidianità.
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