Si tratta di un cappello di paglia caratterizzato da 40 giri di trecce cucite, ciascuna composta di 13 fili. In origine, la paglia utilizzata proveniva principalmente dal grano gentil rosso, triticum aestivum poi, a partire dal XVIII secolo, dal grano triticum vulgare Host (nelle varietà semone e marzuolo), apprezzato per la sua finezza e la luminosità del colore. Le forme che il cappello può avere sono numerose e seguono le tendenze della moda, come il fioretto (grande e rotondo col bordo largo) o il capote (a tronco di cono).
Io non porto cappelli, che mi stanno malissimo, però mi piacerebbe molto e uno me lo sono fatto da sola, insieme ad una borsa, sempre di paglia.
Ne andavo parecchio orgogliosa, anche se si è trattato solo di cucire dei fiori su un nastro, finchè la mia amica di fb Daniela Ladiè non ha cominciato a condividere le immagini dell'atelier di Giusy Bresciani, di Milano. Allora ho capito che non c'è storia e che è meglio che ognuno di noi faccia quello che sa fare e lasci perdere il resto. Questi sono i cappelli di Giusy:
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