martedì 18 giugno 2013

La grande bellezza



Per filo e per segno:  La grande bellezza






                                Recensione


Dicono gli esperti che a Cannes sia stato un grande trionfo: applausi,  silenzio commosso,  commenti altamente intellettuali…allora adesso esprimiamo la nostra opinione.
Ricordiamo “La dolce vita” di Fellini???certamente si: con quel bianco e nero morbido e tagliato, con Anita Ekberg sensuale nella cascata dei biondi capelli  immersa nella Fontana di Trevi da dove  chiama Mastroianni: Come on, Marcello( può una Sabrina Ferilli spogliarellista malconcia e  invecchiata ..) e la visione della giovanissima innocente Valeria Ciangottini che conclude il film all’alba sulla via Appia….
Ebbene La grande bellezza potrebbe essere un remake o meglio una seconda parte, ma non  può  perché Sorrentino non ha l’empatia con quel mondo di Fellini. O meglio ancora non è un felliniano ( come diceva Fellini??? hanno inventato un aggettivo sul mio nome)





Osserva al microscopio freddo della sua intelligenza,  non si diverte e non si commuove,  non piange e non ride…
Nelle vesti di Jep Gambardella, ( un efficace Toni Servillo) il giornalista che va alle feste non per divertirsi, ma per rovinarle, che guarda il mondo in disfacimento,  impeccabile nelle sue giacche ben tagliate, con il panama bianco e che assiste cinico e disincantato a orge degne del Satyricon di Petronio nella Roma  dalle opere d’arte ineguagliabili.
Un cenno alla trama: Jep Gambardella è uno scrittore che ha pubblicato un solo libro”L’apparato umano” e poi si è inserito nella vita mondana di Roma…collabora con quotidiani per articoli di cultura o pseudo cultura e partecipa ad ogni evento che vuole promuovere e annullare con la sua presenza.




Di contorno vari personaggi,  più o meno squallidi,  panorami incantevoli, musiche sacre che si alternano a ritmi moderni…
La storia si svolge senza soluzione di continuità, come una serie di partecipazioni di guest star che appaiono e scompaiono…Pamela Villoresi, Isabella Ferrari, Sabrina Ferilli..che cosa aggiungere 



















????Antonello Venditti è se stesso, splendida la direttrice nana..e bravo nella sua tristezza rinunciataria Carlo Verdone.


Ammaliante l’apparizione nella notte di Fanny Ardant…che però non brilla  nel buio quasi fosforescente come Anita Ekberg.




Struggente la ricerca del primo amore,  anche questa, però, una storia mai conclusa, priva di significato. 




Su tutto e su tutti c’è Roma, l’unica vera grande bellezza, al di sopra dei vizi e dello squallore umani, almeno così sembra ritenere Sorrentino.
Insomma….tutto qui…..    
paola

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