Per filo e per segno: La grande bellezza
Recensione
Dicono gli esperti che a Cannes sia stato un
grande trionfo: applausi, silenzio
commosso, commenti altamente
intellettuali…allora adesso esprimiamo la nostra opinione.
Ricordiamo “La dolce vita” di
Fellini???certamente si: con quel bianco e nero morbido e tagliato, con Anita Ekberg
sensuale nella cascata dei biondi capelli
immersa nella Fontana di Trevi da dove
chiama Mastroianni: Come on, Marcello( può una Sabrina Ferilli
spogliarellista malconcia e invecchiata
..) e la visione della giovanissima innocente Valeria Ciangottini che conclude il
film all’alba sulla via Appia….
Ebbene La grande bellezza potrebbe essere un
remake o meglio una seconda parte, ma non
può perché Sorrentino non ha
l’empatia con quel mondo di Fellini. O meglio ancora non è un felliniano ( come
diceva Fellini??? hanno inventato un aggettivo sul mio nome)
Osserva al microscopio freddo della sua
intelligenza, non si diverte e non si
commuove, non piange e non ride…
Nelle vesti di Jep Gambardella, ( un efficace Toni
Servillo) il giornalista che va alle feste non per divertirsi, ma per
rovinarle, che guarda il mondo in disfacimento, impeccabile nelle sue giacche ben tagliate, con
il panama bianco e che assiste cinico e disincantato a orge degne del Satyricon
di Petronio nella Roma dalle opere
d’arte ineguagliabili.
Un cenno alla trama: Jep Gambardella è uno
scrittore che ha pubblicato un solo libro”L’apparato umano” e poi si è inserito
nella vita mondana di Roma…collabora con quotidiani per articoli di cultura o
pseudo cultura e partecipa ad ogni evento che vuole promuovere e annullare con
la sua presenza.
Di contorno vari personaggi, più o meno squallidi, panorami incantevoli, musiche sacre che si
alternano a ritmi moderni…
La storia si svolge senza soluzione di
continuità, come una serie di partecipazioni di guest star che appaiono e
scompaiono…Pamela Villoresi, Isabella Ferrari, Sabrina Ferilli..che cosa
aggiungere
????Antonello Venditti è se stesso, splendida la direttrice nana..e
bravo nella sua tristezza rinunciataria Carlo Verdone.
Ammaliante l’apparizione nella notte di Fanny
Ardant…che però non brilla nel buio quasi
fosforescente come Anita Ekberg.
Struggente la ricerca del primo amore, anche questa, però, una storia mai conclusa,
priva di significato.
Su tutto e su tutti c’è Roma, l’unica vera grande
bellezza, al di sopra dei vizi e dello squallore umani, almeno così sembra
ritenere Sorrentino.
Insomma….tutto qui…..
paola
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