SKYFALL
Recensione
Si va a vedere Skyfall, il ventireesimo
film della saga di 007, con negli occhi il mitico Sean Connery, ma qui abbiamo uno 007 di tutt’ altro genere. Comunque sembra che stia
sbancando al botteghino ed è addirittura segnalato con 4 stelle..e questo vuol
dire che per molti , ma non per noi, Daniel Craig non fa rimpiangere alcuni
degli altri James Bond. Certamente ne gioisce la MGM che a lungo aveva pensato
di rinunciare alla produzione di questo film per motivi economici.
Il film inizia,
prima ancora dei titoli di testa, con Bond che precipita in mare e viene
afferrato da una grande mano che emerge
dall’ acqua . Insieme si accende la
bellissima, vibrante voce di Adele che introduce il tema Skyfall che riecheggia
il leit motiv scritto da Monty Norman
per il primo Bond del 1962 “Licenza di uccidere”.
E subito ecco la scena d’azione adrenalinica
all’eccesso, durante la quale si susseguono corse in macchina o motocicletta,
sui tetti delle case di Istanbul, nel mercato delle spezie, fino all’aggancio
funambolico di un treno con un escavatore.
Scena che si conclude con l’uccisione dell’agente
007 per fuoco amico. Questo fatto provoca ripercussioni a Londra, dove M. ( la brava Judi Dench) , capo dei Servizi Segreti
britannici,dopo aver stilato il necrologio, deve battersi contro uno
sconosciuto nemico il quale , entrato in possesso del file con i nomi degli
agenti infiltrati, li sta pubblicando su Internet.
Ma solo quando un attentato distrugge la sede
dell’MI6 e uccide 8 agenti James Bond riappare dopo la lunga vacanza.
E qui Sam
Mendez, premiatissimo e giovane regista tra
l’altro di “American Beauty”, introduce un James Bond non più giovane, che non riesce a superare i
test psicofisici per il ritorno in
servizio, che beve e prende anche qualche pasticca di troppo: insomma un agente
diverso, più cupo e riflessivo,ma sempre capace di coraggio e lealtà..
M., però, lo vuole nonostante tutto accanto a sé
e così Bond torna in servizio.
Dopo una serie di strane vicende, e qui
soprattutto si avvertono le lungaggini e pesantezze , e dopo circa settanta
minuti di proiezione, si arriva alla scoperta che il nemico più micidiale è Raul Silva, interpretato da un eccentrico
Javier Bardem, platinato e invecchiato.
Silva ,già agente dell’MI6, abbandonato da M nelle mani del nemico che lo
ha a lungo torturato odia tutti e tutto e si vuole vendicare……
Possiamo interrompere qui il racconto? Anche
perché gli intrecci sono stravaganti e talvolta illogici, il dialogo
scarsissimo e spesso sembra di perdere il filo del racconto.
Si può solo dire che alla fine ci
ritroviamo in un palazzotto scozzese perso
nella brughiera, (stupenda come sempre la fotografia Roger Deakins), scena degna
di un film horror, in cui quattro persone, combattono Sila e i suoi
militarizzati scagnozzi.
Il tutto in perfetto stile western, invece dei
cavalli è ricomparsa anche la mitica Martin Aston vecchia, ma priva di
dispositivi di tracciabilità né manca il vecchietto del saloon in abito di
tweed, il fedele guardiacaccia Kincade interpretato da Albert Finney.
Una sottolineatura fa capire quanto 007 sia invecchiato. Le bellissime Bond girl,
Berenice Marlohe e Naomie Harris, sono solo due seducenti ragazze, che si può
dire lo lasciano più o meno indifferente.
Gli occhi di
James Bond non brillano più di luce sfacciata e malandrina e, anche il
suo solo inimitabile modo di sistemare i
polsini della camicia, ha uno stile del tutto diverso.
Con ciò non vogliamo dire che il glaciale Daniel
Craig non sia un buon interprete, ottimo secondo i critici specializzati, ma è
diverso. Tanto diverso.
Chi invece si fa notare per la sua interpretazione
al limite della follia è Javier Bardem che domina tutta la seconda parte e che, certamente, mette in ombra Craig.
Della stupenda fotografia si è detto, così come
dell’intensa interpretazione di Adele, nella sigla e rimane la curiosità di vedere un James Bond
umanamente invecchiato…cosa che purtroppo accade anche ai miti.
Paola
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