La moschea degli Omayyadi è il principale edificio di culto di Damasco e anche una delle più belle moschee esistenti al mondo.
Fu costruita nell'VIII secolo d.C. per volontà del califfo omayyade al-Walid I, sulla base della chiesa cristiana dedicata a san Giovanni Battista eretta da Teodosio su un tempio pagano del I secolo.
L'edificio fu completamento rivestito di marmi e mosaici in pasta vitrea con conchiglie e madreperle inserite sul fondo oro, da maestranze bizantine che rimasero a Damasco per istruire artigiani locali.
17 e 18 luglio 1966
Arrivate a Damasco ci rendiamo conto di essere a contatto con un altro mondo, un'altra cultura, un'altra civiltà. Ci è stato raccomandato di adeguare il nostro abbigliamento per quanto possibile alla sensibilità delle persone che in quella città vivono. Per la visita alla moschea dobbiamo indossare una specie di vestaglia nera lunga fino ai piedi che ci ricorda i nostri vecchi grembiuli di scuola, dobbiamo coprirci il capo e lasciare le nostre calzature fuori dalla porta d'ingresso ed entrare a piedi nudi, oppure indossare delle babbucce a disposizione dei visitatori. Optiamo per i piedi nudi...All'interno ci sono ricchi tappeti stesi sul pavimento e capannelli di uomini che parlano tra loro nella tipica lingua ricca di suoni aspirati. L'impressione è che non stiano pregando, ma discutendo d'affari o altro. Abituate alle nostre chiese e ai nostri riti ci sentiamo spaesate e fuori posto.
Le strade sono affollate da gente vociante, soprattutto nella zona del mercato ci sono bancarelle che vendono cibo e spezie, polli con le zampe legate appesi a testa in giù,
e quarti di bue interamente coperti di mosche. Fortunatamente il ristorante prenotato offre cucina internazionale, ma in qualche modo abbiamo perso l'appetito.
Il caldo è soffocante e nonostante l'innegabile eleganza delle cupole delle mille moschee e dei minareti, ritorniamo volentieri alla nostra bagnarola.
Il giorno successivo è prevista una visita a Beirut, ma siamo così stanche che preferiamo rimanere a bordo. La sera però è in programma uno spettacolo al Gran Casinò e noi che non siamo abituate alla vita mondana non possiamo lasciarci sfuggire questa ghiotta occasione. Una botta di vita!!!
Il Casinò di Beirut è strepitosamente lussuoso e lo spettacolo a cui assistiamo lo è altrettanto: musica, balletto, coreografie di primordine. Noi, che di questo genere di spettacolo conosciamo solo il varietà che va in onda sulla RAI il sabato sera, ne siamo incantate. Le ragazze sono stupende e nonostante siano vestite solo di qualche lustrino o poco più non offendono il "comune senso del pudore", perché non hanno niente di volgare, sono belle e basta.
Torniamo a bordo con la musica in testa, contente e rilassate per questa insolita esperienza.
Metà della nostra vacanza se n'è andata e, lasciata Beirut, inizia il viaggio di ritorno. Resta ancora il piatto forte, le piramidi. E' per vedere loro che questo viaggio è cominciato.
Prima di far rotta verso Alessandria d'Egitto, è prevista una sosta nell'isola di Cipro.
Cipro è un'isola "difficile" da raccontare. Innanzi tutto c'è discordanza sull'origine del nome, qualcuno dice derivi dal termine greco che indica il cipresso, altri dal termine greco che indica la pianta dell'henné, altri ancora da un termine cipriota che indica il rame.
L'isola è situata 70 chilometri a sud della Turchia e su di essa convivono una Repubblica di Cipro, che ora fa parte della CE, e da una Repubblica Turca di Cipro che viene riconosciuta solo dalla Turchia. Dunque due etnie, due religioni, due monete.....
19 luglio 1966
Primi di dirigerci verso l'Egitto è prevista una breve sosta nell'isola di Cipro, per visitare in particolare i resti della città di Salamina, un'antica polis situata sulla costa orientale dell'isola, completamente distrutta ad eccezione delle colonne del suo tempio.
Abbiamo fatto scalo nella parte greca dell'isola, perché l'altro versante è sotto il potere turco, cioè off limits. Si intravvede non lontano una specie di fortezza su cui sventola la bandiera con la mezzaluna. Non so perché ma ha qualcosa di inquietante.....
A domani per la prossima puntata...
Il Casinò di Beirut è strepitosamente lussuoso e lo spettacolo a cui assistiamo lo è altrettanto: musica, balletto, coreografie di primordine. Noi, che di questo genere di spettacolo conosciamo solo il varietà che va in onda sulla RAI il sabato sera, ne siamo incantate. Le ragazze sono stupende e nonostante siano vestite solo di qualche lustrino o poco più non offendono il "comune senso del pudore", perché non hanno niente di volgare, sono belle e basta.
Torniamo a bordo con la musica in testa, contente e rilassate per questa insolita esperienza.
Metà della nostra vacanza se n'è andata e, lasciata Beirut, inizia il viaggio di ritorno. Resta ancora il piatto forte, le piramidi. E' per vedere loro che questo viaggio è cominciato.
Prima di far rotta verso Alessandria d'Egitto, è prevista una sosta nell'isola di Cipro.
Cipro è un'isola "difficile" da raccontare. Innanzi tutto c'è discordanza sull'origine del nome, qualcuno dice derivi dal termine greco che indica il cipresso, altri dal termine greco che indica la pianta dell'henné, altri ancora da un termine cipriota che indica il rame.
L'isola è situata 70 chilometri a sud della Turchia e su di essa convivono una Repubblica di Cipro, che ora fa parte della CE, e da una Repubblica Turca di Cipro che viene riconosciuta solo dalla Turchia. Dunque due etnie, due religioni, due monete.....
19 luglio 1966
Primi di dirigerci verso l'Egitto è prevista una breve sosta nell'isola di Cipro, per visitare in particolare i resti della città di Salamina, un'antica polis situata sulla costa orientale dell'isola, completamente distrutta ad eccezione delle colonne del suo tempio.
Abbiamo fatto scalo nella parte greca dell'isola, perché l'altro versante è sotto il potere turco, cioè off limits. Si intravvede non lontano una specie di fortezza su cui sventola la bandiera con la mezzaluna. Non so perché ma ha qualcosa di inquietante.....
A domani per la prossima puntata...
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