domenica 10 gennaio 2016

La liquirizia




Il nome liquirizia deriva da due parole greche: “glykys” che significa dolce e “rhiza” che sta per radice.
Conosciuta sin dall'antichità per il gusto delizioso e per le proprietà medicamentose, la liquirizia era citata da Ippocrate, utilizzata da Napoleone per calmare i dolori allo stomaco prima delle battaglie, fu trovata nel corredo funebre di Tutankamon e negli ospedali francesi veniva unita a orzo e gramigna per preparare tisane salutari.

La liquirizia era una pianta importante nell'antico Egitto, in Assiria e in Cina. Era già nota nell'antica medicina greca ma solo nel XV secolo è stata introdotta dai frati domenicani in Europa. Come risulta dal primo erbario cinese, in Asia la liquirizia è utilizzata da circa 5.000 anni ed è una delle piante più importanti. I medici cinesi la prescrivono per curare la tosse, i disturbi del fegato e le intossicazioni alimentari.





Nel mondo arabo è popolarissimo l'estratto di liquirizia diluito in acqua, chiamato sūs . I venditori della bevanda indossano un abito multicolore, con un predominante colore rosso, di foggia particolare, con un copricapo a forma di ampio sobrero, con piccoli sonagli appesi al bordo della falda. In Egitto il richiamo ai potenziali clienti è: «ʿerq sūs, yā ḥarranīn (liquirizia, o accaldati)».

La virtù che in passato ha reso celebre la liquirizia era quella dissetante: gli Sciti (popolazione nomade d'origine iranica) che si cibavano solo di formaggi di capra e liquirizia, camminavano per ore nel deserto senza patire la sete grazie all'azione rinfrescante di questa preziosa radice.






Teofrasto (369–285 a. C.), studente di Aristotele e fondatore della botanica, descrisse la capacità dissetante della radice di liquirizia. La schiera di soldati di Alessandro Magno (356–323 a. C.) devono essere sopravvissuti a lunghe campagne militari, talvolta senza acqua, perché si erano provvisti di questa radice. Anche più tardi, nelle legioni romane, il legno dolce fu una componente fissa delle razioni quotidiane.






 I soldati francesi e turchi si portavano, durante la I guerra mondiale, ancora liquirizia in pacchetti per le marce. All'epoca degli antichi Greci e Romani, molti medici decantavano la radice di liquirizia come farmaco contro la tosse, il raffreddamento e il catarro (infiammazione delle mucose). Nel medioevo le furono attribuite addirittura forze magiche e rimedi miracolosi. E durante il Rinascimento la liquirizia divenne addirittura popolare come "medicina dolce". Un testo botanico del XVII secolo descrive dettagliatamente la pianta dal legno dolce e i settori di applicazione per il succo che derivava dalle radici.





Nel 1760, infine, il farmacista inglese George Dunhill aggiunse all'estratto allungato della radice di liquirizia zucchero e altri ingredienti. Fu la nascita della liquirizia come dolciume.
Gli effetti benefici di questa radice ne fecero per lungo tempo un prodotto esclusivo e piuttosto costoso delle farmacie.
In Italia fu solo dopo il 1930 che la liquirizia trovò il suo posto nel mercato dolciario sotto forma di pastiglia acquistabile in pasticceria o in tabaccheria (per le proprietà antiinfiammatorie utili alla gola dei fumatori).




La liquirizia è digestiva, diuretica, antinfiammatoria, espettorante e protettiva della mucosa gastrica. Indicata contro tosse, mal di gola, catarro, cervicale e acidità gastrica esercita anche una blanda funzione lassativa.

Chi soffre di pressione bassa può trarre giovamento dalla liquirizia poiché aumenta la pressione del sangue, ma per lo stesso motivo va consumata con parsimonia.


Nessun commento:

Posta un commento