Alvise Mocenigo era figlio di Alvise V Sebastiano di Alvise IV e di Chiara di Alessandro Zen; i Mocenigo di San Samuele era una delle famiglie più ricche e influenti del patriziato veneziano.
Nato a Venezia nel 1760 e rimasto precocemente orfano di madre, ricevette lontano dalla famiglia un'ampia educazione umanistica, grazie a cui fu introdotto nelle più importanti accademie e associazioni culturali della città.
Anche in campo politico ricoprì numerose cariche, fu savio agli Ordini, savio alle Acque, savio di Terraferma, capitano e vicepodestà di Verona e, a Udine, luogotenente della patria del Friuli.
Venezia - Palazzo Mocenigo |
Mentre i suoi interessi culturali si erano sviluppati in senso illuminista, la sua azione di governo si collocò nel solco delle legge e della tradizione veneziana, sostenendo quindi idee riformatrici all'interno della Repubblica, ma affermando anche una neutralità armata, a controllo delle forze napoleoniche e in difesa dello Stato veneto, contro quella disarmata, che poi prevalse, e che portò a definitiva rovina la Serenissima. Insieme a Francesco Donà e Leonardo Giustinian tentò invano ed in diversi incontri a convincere Napoleone a lasciare in vita la Repubblica.
Dopo la caduta della Repubblica Veneta ricoprì alcune cariche politiche sia sotto i francesi che sotto gli austriaci, per poi ritirarsi ad amministrare il suo vasto patrimonio e costruire la sua città ideale e autosufficiente che chiamò Alvisopoli.
Alvise Mocenigo aveva viaggiato a lungo in Italia e in Europa e aveva seguito con molta attenzione tutte le innovazioni che in via sperimentale erano state introdotte in campo agricolo da governatori e principi lungimiranti sia in Toscana che in Campania.
Grazie dunque ai suoi studi e alle sue esperienze di viaggiatore, nel 1800 decise di edificare Alvisopoli tra Fossalta e Fratta, attorno a Portogruaro, all'interno di un vasto latifondo di famiglia , sul modello urbanistico e sociale della tradizione greco-romana,quale esempio di città agricolo-industriale ma anche intellettuale.
I Mocenigo del ramo di San Samuele avevano fatto la loro comparsa nella zona già nel Seicento, acquistando appunto un vasto fondo comprendente un modesto centro abitato chiamato il Molinat.
Alvise progettò un centro abitato dotato di servizi che rendessero la comunità autosufficiente, perciò, alla tradizionale attività agricola, potenziata attraverso l'introduzione di tecniche innovative, come quelle riguardanti il riso e la barbabietola, tentò di affiancare il settore industriale, in particolare quello tessile, che potesse basarsi sulle risorse prodotte in loco.
La campagna fu così riorganizzata e bonificata, alternando aree asciutte a terreni umidi, regolamentati da un efficiente sistema di canali tuttora funzionante.
Per quanto riguarda l'urbanistica, oltre alla Villa padronale, coronata da un grande timpano, il Mocenigo, che si avvalse dell'opera dell'architetto G.B.Balestra,
fece costruire le grandi barchesse, la casa dell'amministrazione, la pila del riso, la farmacia, la conceria, la filanda,il mulino, le case per i contadini dai caratteristici camini sporgenti e la chiesa.
Promosse inoltre l'attività culturale impiantando una celebre tipografia che funzionò ad Alvisopoli fino al 1840 quando fu trasferita a Venezia.
Alla sua morte nel 1815, Alvise Mocenigo fu sepolto nella città che egli stesso aveva creato e che portava il suo nome.
beh!io abito a pochi minuti da Alvisopoli!!!...mi ha sorpreso sto post! ci passo attraverso più volte a settimana per raggiungere Portogruaro o Fossalta. ciao,grazie.
RispondiElimina