lunedì 29 luglio 2013

Paulette







Per filo e per segno   : Paulette




                                      Recensione


È stato pochissimo in programmazione questo bel film francese: accolto Oltralpe con grande successo, per l’ interprete sublime, l’ attenta regia, politicamente scorretta, divertente e graffiante.
E già!! si ride e si pensa, ci urta un pochino, ma poi si accetta…tutto anche il razzismo più dichiarato e più banale, ma descritto con una penna intinta al vetriolo…
Gli interpreti sono un gruppo di anziani, che abita in una banlieue di Parigi, al blocco Victor Hugo per la precisione.
Ma la indiscussa protagonista è lei, Paulette (Bernadette Lafont la indimenticata musa di Chabrol e Truffaut) una pasticciera di gran classe che in pochi anni ha perso l’attività, acquistata da nordcoreani, e il marito amatissimo.

 Temperamento coriaceo e poco incline alla tenerezza, Paulette è al limite, anzi spesso lo oltrepassa, dell’indigenza: con nonchalance cerca tra gli scarti del mercato portando  a casa residui di cibo e mobili abbandonati. Ha un dolcissimo nipotino, che però rifiuta in modo categorico a causa  del padre, un gentile e comprensivo poliziotto di  colore. Osman che lei chiana Osama  o, quando vuole essere più carina, Sbucciabanane.






E’ povera in tutto, ma ha la dignità di una regina. Nei suoi andirivieni scopre un mondo a lei del tutto sconosciuto…quello degli spacciatori di droga che si arricchiscono con i loro traffici e quando per puro caso viene in possesso di una partita di cocaina…non perde tempo ed intraprende  a sua volta un nuovo mestiere.
Il suo fiuto per gli affari, la sua disinvolta moralità, la sua determinazione fanno sì che dopo molte e divertenti traversie, riesca a trovare una soluzione geniale per vendere la droga : usando l’attività in cui era più che abile…Dolcetti alla haschisc, pasticcini, madeleinettes, meringhe,  torte e crostate alla cannabis che le consentono di recuperare il benessere perduto.






In questo è coadiuvata dal gruppo ineguagliabile di amiche (Carmen Maura bravissima tra le altre)  e poi dal suo ammiratore, che  merita il premio della fedeltà dopo tutte le sbattute di porta in faccia ricevute.

Le battute si susseguono, come sempre nei film francesi, veloci, esilaranti  anticonformiste e inaspettate…alcuni passaggi sono ironici e imprevedibili.
Eppure  si colgono alcune punte di profonda tristezza come la solitudine degli anziani, ridotti a vivere con pensioni appena decenti, depressi e incapaci di trovare una soluzione per i loro ultimi anni di vita e la disattenzione del mondo per questi nuovi emarginati.
A fronte c’è la positività dell’amicizia senza cedimenti ed egoismo.







Paulette  sostiene e incoraggia anche Alzheimer, soprannome della  vecchia amica sola e malata  regalando a tutti una vacanza al mare, dove le quattro donne e il nipotino, che ormai ha conquistato la impossibile nonna, riescono a  trascorrere giornate serene, grazie al denaro così avventurosamente guadagnato.
Il  risvolto giallo conclusivo rende ancor più improbabile tutto il racconto, ma le scene con i guardaspalla di Vito o con i cani antidroga suscitano negli spettatori una  allegra spensieratezza. Perché noi non riusciamo più a produrre film così divertenti, lievi eppure interessanti??
Nessuna scena hot, nessuna situazione scabrosa, ma sempre quell’ ironia pungente sottesa ad ogni  frase o situazione..Eppure la commedia all’ italiana era una bella realtà..era….





Il regista Jerome Enrico è abilissimo nel far emergere la forza espressiva dei visi degli interpreti invecchiati, carichi di rughe e segni del tempo.

E nello stesso momento lancia il messaggio  che nella vita non ci si deve mai arrendere perchè tutto si può affrontare con la determinazione e un pizzico di sfrontata fantasia. 

                                                                                                                             paola 

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