C'è un momento nel lungo ciclo vegetativo del giardino che io amo particolarmente. E' quel breve lasso di tempo che intercorre tra il sonno profondo dell'inverno e l'eplosione delle fioriture di primavera, quando i rami degli alberi si riempiono di gemme turgide che pochi notano e i primi boccioli si preparano ad aprire il loro ventaglio di petali colorati.
Nei rami ancora spogli della vite americana, del ciliegio, del carpino, dell'acero, del lillà, sembra quasi di sentire scorrere la linfa su dalle radici piantate nel cuore della terra fino ai piccoli timidi germogli.
Tra pochi giorni ci alzeremo un mattino e scopriremo che gli alberi si sono vestiti di verde all'improvviso e ci sembrerà che tutto sia accaduto in una sola notte. Non è così.
Sui sempreverdi spuntano teneri pennacchi che piano piano cambieranno colore.
Dal terreno ancora "sgarrubbato", dove i segni dell'inverno sono presenti perchè nessuno ha avuto tempo e modo di togliere le foglie morte o raschiare la terra dura e compatta, spuntano prepotenti i cespi degli iris, dei giaggioli, dei gigli, in risposta a una chiamata misteriosa che solo loro hanno inteso.
Anche i fiori, prima di spalancare le corolle al sole, sembrano trattenere per qualche momento l'emozione del risveglio in uno spazio più ristretto, più intimo.
E poi ci sono loro, le più amate, sempre pronte a dimostrare la loro tenacia, la loro caparbietà negli spazi aperti e in quelli più angusti.
Tante cose sa regalarci il giardino se impariamo ad osservarlo, emozioni e sorprese che fanno bene all'anima.
Hai ragione Mianna! le violette che aprono la strada alla primavera fanno sperare. E quei boccioli che spuntano dai rami potati! Sono incredibili.
RispondiEliminaLilia