sabato 12 gennaio 2013

Il calendario

Gennaio, si sa, è tempo di calendari. Tutti ne cercano uno adatto alle proprie necessità, da tavolo, da parete, da tasca, e la moderna tecnologia offre soluzioni un tempo inimmaginabili. Il calendario cattura il tempo, lo imprigiona dentro mesi, settimane,giorni, ore.... ma qual è la sua origine?  





   
Il termine "calendario" deriva dal latino calende, con cui erano chiamati nell'antica Roma i primi giorni del mese: la radice è quella del verbo calare (chiamare) , poichè proprio nei primi giorni del mese il popolo romano era chiamato a raccolta e informato delle feste e delle celebrazioni che si sarebbero tenute nel corso dello stesso.
All'epoca non esisteva il calendario come lo conosciamo noi oggi, nessuno poteva consultarlo a casa propria, né tantomeno appenderlo alla parete o portarlo in tasca.
Il concetto del tempo era sociale, e la sua organizzazione era una cosa seria, gestita, studiata ed elaborata dal pontefice massimo. Il pontefice, un po' sacerdote e un po' astrologo, compilava i Fasti Annales, dei calendari annuali che contenevano le notizie astronomiche, agrarie e religiose di ciascun mese, il numero dei giorni, la lunghezza del giorno e della notte, il segno zodiacale attraverso cui passava il sole, le divinità tutelari, le feste religiose che vi ricorrevano e gli influssi che il segno esercitava sulla natura.
I Fasti erano esposti pubblicamente e il popolo poteva consultarli e sapere quali erano i giorni di fasti e nefasti, cioè i giorni in cui era lecito (fas est) o illecito (nefas est) svolgere attività pubblica, quamdo era il tempo delle celebrazioni religiose, a quale divinità destinarle e quando veniva il momento di far festa.  






 Il calendario ha origini sacre:scandisce il tempo cosmico e rituale, nasce da osservazioni astronomiche per regolare e assecondare il tempo del lavoro, della preghiera, della natura.
Ma come dice il proverbio "il tempo è denaro" e  se il denaro è potere, anche il tempo lo è. Non appena l'uomo è diventato "uomo economico", il tempo è stato frantumato e frammentato: si è passati dal tempo scandito dalla semina e dal raccolto, dalle stagioni o dalle fasi lunari, a quello che lo storico Jacques le Goff definisce "la grande invenzione" dell'uomo moderno : il tempo settimanale.
Il calendario come lo conosciamo noi oggi, con la scansione dei giorni settimanali  e i giorni feriali e festivi stampati in colori diversi è molto recente, ma arriva da lontano e precisamente dal calendario ebraico, il primo ad essere settimanale, attraverso i monaci benedettini che scandivano ossessivamente e pragmaticamente il tempo al suono della campana, passando per la fioritura dei commerci in Europa e in Asia, che ha indotto gli uomini a programmare, pensare, dominare il tempo, piuttosto che lasciarsi dominare, come avviene nella società rurale.
Non a caso è in questo momento di fermento economico e commerciale che alla campana si sostituisce l'orologio, nuova meravigliosa invenzione e strumento di controllo del tempo.  




Di lì a breve, col tardo medioevo, nelle case, nelle botteghe, sulle navi si diffondono gli almanacchi, gli effemeridi e i calendari perpetui, previsti per durate indefinite.
Nel XVI sec., con l'avvento della stampa, gli almanacchi conobbero una stagione di straordinario successo, al punto che i sovrani di Francia e Inghilterra, che ne detenevano il monopolio, lo concedevano solo ad editori debitamente autorizzati, mentre i venditori ambulanti improvvisavano letture in piazza per gli analfabeti.
Al giorno d'oggi, con i nostri palmari e calendari virtuali , siamo eredi di quei benedettini e degli esploratori come Marco Polo, che sentirono per primi l'esigenza di diventare padroni del proprio tempo e di gestirlo autonomamente.  


(da fonte anonima)

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