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sabato 8 ottobre 2016
Tutto quello che facciamo per amore
Il titolo mi aveva fatto pensare ad un romanzo rosa pieno di melensaggini, ma la copertina mi ha indotto a leggere il risvolto:
Sarebbe bastato un battito di ciglia e non l’avrebbe visto. E invece Tracy Chance, a bordo del traghetto che fa la spola tra il Vermont e il Canada, vede qualcosa di strano che precipita nelle gelide acque del lago. Senza pensarci sopra, si tuffa e, pochi istanti dopo, riemerge in superficie stringendo un bambino tremante tra le braccia. Con il piccolo avvinghiato alla schiena, Tracy inizia disperatamente a nuotare verso la riva. Ma chi è Paul, il bimbo di sei anni che parla solo francese e a cui qualcuno ha legato le mani con una felpa di quattro taglie più grande? E perché nei giorni successivi a quello che appare sempre meno un incidente e sempre più un tentato omicidio, nessuno si fa vivo? Non una riga sul giornale, non una telefonata, una segnalazione alla polizia, niente di niente.
Determinata a proteggerlo e a scoprire la verità, Tracy dovrà venire a patti con un mondo pieno di privilegi ma molto pericoloso, con un uomo affascinante che farà tremare la sua relazione con Tommy, e soprattutto col suo grande desiderio di essere madre.
Quindi un giallo, forse un thriller e allora l'ho comprato e mi ci sono buttata a capofitto. La scrittura è avvincente e scorrevole; ti tiene legata alle pagine per vedere che cosa succede.
Le varie recensioni indicano il bambino, Paul, come il protagonista del romanzo, ma non è così. La protagonista è lei: Tracy. Una donna molto fuori dal comune; con un retroterra affettivo che l'ha portata ad essere single e senza legami impegnativi con nessuno, non il fidanzato, non gli amici-coinquilini, non con dei datori di lavoro fissi. Tracy sembra una persona senza radici, ma poi si scopre che ha una grande voglia di accudimento e di maternità. si scopre che ha un fratello al quale è molto legata e che la capisce perfettamente.
Gli altri personaggi del racconto sono solo abbozzati, non hanno una consistenza ben definita, comunque a me, banalissima vecchietta italiana molto comune, sembrano tutti inventati. E la storia...bè, è assurda! Pur calcolando che la protagonista non è una persona comune ( avrei detto "normale", ma forse il termine è troppo vago), tutto quello che fa e quello che fanno gli altri è improbabile. Non parliamo del colpevole e di come si sono svolti i fatti......No, no, non è possibile. La polizia che aspetta i risultati delle indagini di una cittadina qualunque, un marito che riconosce la moglie nel cadavere di un'altra persona che fino ad un momento prima non esisteva, un complice che non sa in che cosa è complice...Decisamente tutto assurdo e impossibile, anche se la lettura non è male.
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