Per filo e per segno :Recensione
Gangster
squad
Gangster squad non è un gran film, però è il classico
film d’azione con molte scene violente ( a volte quanto esagerate!!), ambientazione
perfetta e un cast di spessore.
Subito
qualche cenno sulla trama che si richiama a
fatti realmente accaduti : siamo a Los Angeles alla fine degli anni 40.
Mickey Cohen, un gangster pazzo e paranoico (Sean Penn inguardabile per il trucco che lo trasforma in una
maschera di perversione e crudeltà) vuole impadronirsi della città.
Corrotti i vertici della polizia, corrotti i
politici, corrotto il sistema rimane
solo un pugno di poliziotti (certamente non
i migliori e i più rispettosi delle regole perché, come dice le moglie
di O’Mara, per fare certi lavori non ci vogliono i primi della classe..).
Questi sono sorretti soltanto dall’intuizione del capo Bill Parker (Nick
Nolte…quanto appesantito!!!) e dalla caparbietà di John O’Mara (un bravo Josh
Brolin con il suo viso tutto spigoli, il raro sorriso, forse un po’ troppo
Superman), ex soldato sempre pronto a menare le mani, sfondare le porte,
sparare…se la causa è giusta.
Nel gruppo dei sei sono presenti l’elegante e
disinvolto Jerry Wooters (Ryan Gosling, il giovane di belle speranze, autentico
nome nuovo del cinema americano: veramente una promessa mantenuta…)
,Conway Keeler (Giovanni Ribisi che riesce sempre a descrivere personaggi
diversi, con estrema abilità) buon padre di famiglia, esperto in tecnologie
sofisticate.
Accanto a loro due figure femminili classiche Connie
O’Mara,(Mireille Enos) la moglie bellina, decisa, in più incinta e Grace
Faraday ( Emma Stone) la seducente“pupa”
del gangster, con unghie perfettamente laccate e abiti sexy,che si innamora, pericolosamente,
del bel poliziotto.
E più non si dice….
Certo la storia di un gruppo scombinato contro tutti richiama il bellissimo Gli Intoccabili di Brian De Palma.
Qui, però, non
appaiono Sean Connery, Kevin Costner, Andy Garcia e Robert De Niro..e i
costumi, di Mary Zophres, pur se simili a quelli sciolti, raffinatissimi di
Armani…insomma… che cosa vogliamo dire???
Che la differenza si vede? Sicuramente si, ma
non è poi così grave. Perché sia Gosling, che Brolin e Ribisi
portano il cappello floscio con disinvoltura, anche mentre, sigaretta
pendente in bocca, compiono le azioni più spericolate.
La regia di Ruben Fleischer appare caotica e
rende difficile seguire un senso logico: a volte ci troviamo in un night, altre
volte a Chinatown, altre ancora in un albergo a ore, che però è anche un
rifugio dove avvengono orribili omicidi..senza soluzione di continuità
La scena finale più che una operazione di polizia ricorda lo sbarco in
Normandia, però gli effetti speciali sono tanti e, per chi ama questo genere, il
film ha una grana accattivante, che può prendere allo stomaco.
Insomma
per passare un paio di ore, può andare…..ma non più di questo.
paola
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