martedì 10 giugno 2014

Il chinotto






Ogni tanto mi capita di toccare con mano quanto sia grande la mia ignoranza in quasi tutti i campi dello scibile umano e me ne spavento un po'. Magari potrebbe servirmi di sapere qualche cosa di banale, che io però ignoro. Ma come fare, ormai, a farsi una cultura? proprio adesso che incomincio a dimenticare anche quello che sapevo....





Una di queste occasioni è stata mercoledì scorso, quando, nel visitare i giardini di villa Monastero, ho visto una pianta di chinotto.
Nel leggere il cartellino appiccicato alla base dell'albero, mi sono messa a ridere e, alzando gli occhi, mi aspettavo di vedere qualche lattina appesa per scherzo tra i rami. Invece no! Il chinotto è un agrume...





L'agrume CHINOTTO (citrus aurantium myrtifolia) è originario della Cina da cui il nome.
Gli Europei e specificatamente i Portoghesi ne vennero a contatto nel XVI secolo. Nella città-colonia di Goa in India, dove diedero all'albero questo nome in quanto già gli Indiani non lo consideravano locale bensì originario delle zone del Sud-Est Asiatico e in maniera estensiva della Cina.
L'interesse era dovuto al fatto che da tale frutto si ricavava una importante e odorosissima essenza per profumi; non solo ma la presenza di moltissime sostanze antiossidanti lo rendeva adatto alla conservazione sui velieri di allora su lunghissimi tragitti, come fonte di vitamine per gli equipaggi.



Fu ben presto importato in Europa dove si acclimatò sulle sponde del Mediterraneo e dove fu usato per entrambi gli scopi summenzionati.

Qui da noi arrivò nel 1500 e nella Riviera Ligure il chinotto si ambiento benissimo, ed anzi la varietà migliorò. Alla fine del diciannovesimo secolo, un confettiere francese, Silvestre-Allemand si trasferisce a Savona ed impianta un laboratorio per la produzione di frutta candita, ed inizia a produrre i chinotti canditi. 







Successivamente si aprirono altri laboratori che si dedicarono alla canditura dei chinotti, e svilupparono altre lavorazioni, come i chinotti conservati immersi nel maraschino, e nel contempo si estese la coltivazione delle piante di chinotto. Bisogna dire che i chinotti non si possono mangiare al naturale, sono troppo aspri, ma canditi o trasformati in altro modo sviluppano al massimo il loro profumo ed aroma.


La fortuna del chinotto continuò fino agli anni venti; in quei (remoti) tempi per esempio era molto frequente trovare nei caffè italiani o francesi, un vaso con un lungo cucchiaino contenente dei piccoli agrumi dal colore verde scuro, quasi nero, immersi in uno sciroppo a base di Maraschino, appunto i chinotti, che venivan
o serviti come digestivo.








ChinottiLa sua presenza nelle aree della Turchia, della Siria, e del Mar Nero è dovuta invece alla coltivazione che ne fecero i Turchi solo ai fini di estrazione dell'essenza profumiera. In quegli anni si cominciò a mangiare il Chinotto con molto zucchero, oppure candito o anche spremuto come bevanda.
Se nel XVIII sec. la coltivazione del Chinotto era diffusa un po' per tutto il bacino del Mediterraneo, a partire dall'800 la coltivazione si riduce notevolmente vuoi per la difficoltà della coltivazione (crescita lenta, raccolti scarsi in caso di siccità, morte della pianta in caso di gelate, scoperta di succedanei più conservabili per i viaggi in mare etc.), vuoi per la tendenza a privilegiare gli agrumi più direttamente commestibili.
Stalin
Può sembrare strano ma Stalin fu uno dei più grandi estimatori del chinotto. Questo probabilmente derivava dalla sua origine georgiana (in Georgia il chinotto è ampiamente coltivato). Si dice anzi che li mangiasse al naturale aggiungendo solo un poco di zucchero. Secondo i georgiani questo era il segreto della sua invidiabile forza fisica anche in tarda età.



Da questo agrume si ricava  la bibita omonima che ha attraversato il secolo scorso con alterne fortune.
La bevanda è di origine incerta: alcuni sostengono che sia stata inventata nel 1932 dalla San Pellegrino, che ne è la principale produttrice; una differente ipotesi è che sia stato prodotto dalla azienda Neri di Capranica (Vt) nel 1949. Altri affermano che la formula industriale fu inventata presso i laboratori della Costantino Rigamonti fu Giovanni a Milano, il cui proprietario divenne successivamente presidente della Recoaro.
Negli anni 50 la bibita conobbe una grande fortuna, qui da noi. Poi le mode cambiarono.....



















Oggi sembra che il chinotto stia tornando in auge, sponsorizzato dai seguaci dello slow food.
L'agrume viene impiegato per gli stessi usi del passato, e per nuove esplorazioni in campo della cucina, dei cocktail, dei dolciumi e dei gelati.




















Io recentemente ho provato il ghiacciolo: davvero dissetante!

1 commento:

  1. Hai controllato se per caso c'è una pianta su cui cresce la coca cola in lattina??

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