Esistono silenzi che valgono più di mille parole, e David, educatore professionale di comprovata esperienza, lo sa bene. Quando sulla soglia della comunità socioeducativa per cui lavora fa capolino Ariel, una bambina abbandonata alla stazione di Sestri Levante, il suo unico obiettivo diventa restituirle un'identità e, con essa, la speranza di un futuro senza ombre. Improvvisandosi investigatore, si reca nel luogo del ritrovamento con un disegno di lei che indica una casa su un promontorio. Inizia le ricerche ma qualcuno sembra seguirlo fin da Pavia: un suo vaneggiamento oppure la verità su Ariel deve rimanere nascosta? Perché sente la necessità impellente di sapere cosa le è accaduto? Nel golfo della piccola "città dei due mari" scoprirà che esiste un filo sottile, invisibile ma resistente, a legarlo alla bambina del mare. Quando sedici anni dopo, Ariel, ormai adulta, metterà la propria sensibilità al servizio della polizia, collaborando come profiler in un caso di omicidio, il quadro potrà dirsi veramente completo ed entrambi troveranno la pace che cercavano.
Lettura piacevole, ma non troppo coinvolgente, almeno per me. L'impianto narrativo è interessante, ma mi sembra che enormi problemi psicologici in questo racconto si risolvano come per incanto, mentre nella realtà le cose sono diverse.
Anche nella seconda parte del romanzo le coincidenze mi sembrano troppe...insomma non è una storia molto credibile, anche se leggerla è piacevole.
Napoli, 14 febbraio 1998, una strage distrugge due famiglie innocenti. Unici superstiti un adolescente, Andrea Suarez, e il poliziotto che lo prenderà sotto la sua ala protettrice. Diciannove anni dopo, Andrea è diventato un tutore della legge, ma in lui permangono indelebili i segni del passato. Quando per risolvere un caso delicato gli viene affiancata il sovrintendente capo Mizar Sorrento, deve fare buon viso a cattivo gioco, ignorando altresì il segreto che la giovane nasconde. L'incarico affidato ai due poliziotti non sembra difficile - in un grande hotel di Napoli c'è qualcuno che ricatta clienti facoltosi dopo aver rubato loro immagini compromettenti - ma la sua rapida risoluzione apre uno scenario inatteso e ben più grave: in gioco, adesso, c'è la vita di una bambina. Per Mizar e Andrea, coadiuvati dagli uomini dell'Eremo, il reparto speciale guidato da Suarez, è l'inizio di un'indagine al cardiopalma, una corsa contro il tempo per salvare una vita innocente e riscattarsi, una volta per tutte, da un passato che torna a imporsi prepotentemente nelle loro vite.
Libro di lettura piacevole, anche se costruito con parecchi stereotipi. E' un buon passatempo e abbastanza intrigante.
Sulle quinte barocche di un'estate siciliana, Nino Motta dà vita a personaggi memorabili e ci regala l'emozione di un giallo che è insieme ''l'edizione critica di un delitto'' e un inno alla resistenza femminile. Come quella di Nunziatina, parrucchiera, finita in un ''imbroglio'' forse più grande di lei.
Mi aspettavo di più! La storia non è del tutto avvincente, la protagonista non è gran simpatica ( meglio la madre) e le digressioni filologiche con termini precisi, ma oscuri, sono piuttosto pesanti. Si può leggere, ma quando si deve interrompere non si corre affannate a riprenderlo.
Questa è la storia di Giulia, della bionda e della loro decisione di avere un bambino e di mettere su famiglia. Giulia e la bionda sono pronte. Ma il mondo è pronto per loro? E il loro futuro bambino, che le aspetta su un isolotto magico al largo del quale Giulia passa ogni tanto per dirgli “Aspettaci! Stiamo arrivando!” riuscirà a traslocare dal mondo dell'immaginazione a quello della realtà?
Questa è la storia, vera, di un amore, di una maternità e di una famiglia. Non è vero che tutte le famiglie felici sono uguali. A guardar bene ci sono diversi modi di essere felici, diversi modi di essere famiglia, diversi modi di essere genitori. È vero, però, che questi diversi modi sono molto, molto vicini gli uni agli altri. Perché tutte le famiglie, e sono tante, sono alla fine uguali. E vanno chiamale famiglie.
Mi sono imbattuto nel racconto di Giulia Gianni quando lei pubblicava su internet i capitoli della sua avventura di donna e di madre. Ho iniziato ad appassionarmi a questa storia, a ridere di gusto, a voler sapere come andava a finire. Ho voluto conoscere Giulia, per farle i complimenti e per dirle quello che pensavo. Che credevo fosse una scrittrice straordinaria. Che ero sicuro che la sua avventura, oltre che un romanzo sulle famiglie di oggi (sì, proprio il romanzo che avete adesso tra le mani) potesse diventare un film o una serie, e che se lei voleva mi sarebbe piaciuto aiutarla e provarci.
Ora la storia di Giulia è un bel libro. Che parla a tutti. Presto sarà una serie televisiva, anche questa capace di parlare a tutti. Perché quella dell’amore è davvero l’unica lingua che non conosce barriere e non tollera ostacoli, miopie, discriminazioni, resistenze retrograde e distinguo. E Giulia Gianni sa parlare questa lingua con proprietà, intelligenza e sorprendentemente una robusta dose di ironia. Buona lettura.
Ivan Cotroneo
Libro decisamente piacevole, ironico e leggero. Ma troppo lungo! E' la prima volta che, tenendo in mano un tomo corposo, ad un certo punto, pur divertendomi, ho pensato: però uffa, basta!
Non è la prima volta che passando dal blog alle pagine di carta un autore finisce col perdere un po' il mordente...lo collego al fatto che un conto è leggerti una paginetta comica e spensierata e poi chiuderla lì e un altro conto è un romanzo intero. Ma forse è colpa mia...col comico ho poco feeling e allora non sono in grado di apprezzare a pieno. La continua rivendicazione del riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali, mi sembra un po' troppo insistente: credo che chi sia contro questo riconoscimento non si prenda nemmeno la briga di leggere un libro come questo, mentre chi lo auspica non ha bisogno di continuare a leggere lamentele. Immagino che la rivendicazione in maniera pressante vada fatta altrove, ma potrei sbagliarmi. Il libro, comunque, è valido.
Questa è la storia di Giulia, della bionda e della loro decisione di avere un bambino e di mettere su famiglia. Giulia e la bionda sono pronte. Ma il mondo è pronto per loro? E il loro futuro bambino, che le aspetta su un isolotto magico al largo del quale Giulia passa ogni tanto per dirgli “Aspettaci! Stiamo arrivando!” riuscirà a traslocare dal mondo dell'immaginazione a quello della realtà?
Questa è la storia, vera, di un amore, di una maternità e di una famiglia. Non è vero che tutte le famiglie felici sono uguali. A guardar bene ci sono diversi modi di essere felici, diversi modi di essere famiglia, diversi modi di essere genitori. È vero, però, che questi diversi modi sono molto, molto vicini gli uni agli altri. Perché tutte le famiglie, e sono tante, sono alla fine uguali. E vanno chiamale famiglie.
Mi sono imbattuto nel racconto di Giulia Gianni quando lei pubblicava su internet i capitoli della sua avventura di donna e di madre. Ho iniziato ad appassionarmi a questa storia, a ridere di gusto, a voler sapere come andava a finire. Ho voluto conoscere Giulia, per farle i complimenti e per dirle quello che pensavo. Che credevo fosse una scrittrice straordinaria. Che ero sicuro che la sua avventura, oltre che un romanzo sulle famiglie di oggi (sì, proprio il romanzo che avete adesso tra le mani) potesse diventare un film o una serie, e che se lei voleva mi sarebbe piaciuto aiutarla e provarci.
Ora la storia di Giulia è un bel libro. Che parla a tutti. Presto sarà una serie televisiva, anche questa capace di parlare a tutti. Perché quella dell’amore è davvero l’unica lingua che non conosce barriere e non tollera ostacoli, miopie, discriminazioni, resistenze retrograde e distinguo. E Giulia Gianni sa parlare questa lingua con proprietà, intelligenza e sorprendentemente una robusta dose di ironia. Buona lettura.
Ivan Cotroneo
Libro decisamente piacevole, ironico e leggero. Ma troppo lungo! E' la prima volta che, tenendo in mano un tomo corposo, ad un certo punto, pur divertendomi, ho pensato: però uffa, basta!
Non è la prima volta che passando dal blog alle pagine di carta un autore finisce col perdere un po' il mordente...lo collego al fatto che un conto è leggerti una paginetta comica e spensierata e poi chiuderla lì e un altro conto è un romanzo intero. Ma forse è colpa mia...col comico ho poco feeling e allora non sono in grado di apprezzare a pieno. La continua rivendicazione del riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali, mi sembra un po' troppo insistente: credo che chi sia contro questo riconoscimento non si prenda nemmeno la briga di leggere un libro come questo, mentre chi lo auspica non ha bisogno di continuare a leggere lamentele. Immagino che la rivendicazione in maniera pressante vada fatta altrove, ma potrei sbagliarmi. Il libro, comunque, è valido.
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