sabato 5 novembre 2016

Mia nonna saluta e chiede scusa


Quando in copertina c'è un bimbo o una bambina, l'occhio mi cade subito sul libro. Se poi il risvolto di copertina è questo e si parla di diversità, lo compro. L'argomento mi affascina.


Elsa ha sette anni, ma non le riesce granché bene avere sette anni. A scuola dicono che è "molto matura per la sua età" e lei sa che significa "parecchio disturbata per la sua età". Sua nonna ha settantasette anni, e neanche a lei riesce granché bene avere la sua età. Dicono che è "arzilla", ma Elsa sa che vogliono dire "pazza". La nonna è anche il suo miglior amico, il solo, e insieme loro due hanno inventato un mondo alternativo dove non ci sono genitori che si separano, compagni di classe che fanno scherzi cattivi, un luogo dove tutti possono essere diversi e non c'è bisogno di essere normali. Ma un rivolgimento del destino sorprende Elsa lasciandola da sola con una lunga serie di lettere in cui la nonna chiede scusa a molte persone della sua vita. Elsa ha un compito, consegnare ciascuna lettera al suo destinatario. È l'inizio di una grande avventura: lettera dopo lettera, facendo la conoscenza di vicini di casa alcolizzati e vecchietti innamorati e cani isterici, Elsa conoscerà la vera (e sorprendente) vita di sua nonna. Fredrik Backman, con l'ironia tenera e commovente che aveva fatto amare L'uomo che metteva in ordine il mondo ai lettori di più di trenta paesi, ha scritto un altro romanzo dagli indimenticabili protagonisti. Una storia sul più importante dei diritti umani: il diritto di essere diversi, a tutte le età. 

E' possibile che una mamma disastrosa diventi poi una nonna straordinaria? A quanto pare, sì! Comunque è quello che ci racconta questa storia: il rapporto meraviglioso che questa nonna stravagante e anarchica riesce ad instaurare con la nipote, che le assomiglia proprio nell'essere una persona fuori dal coro. Una persona con una marcia in più, la bimba e una persona del tutto indifferente alle solite regole di convivenza la nonna. Tutte e due fuori dal comune, simpatiche, ricche di fantasia e di amore.
La fantasia le unisce e le aiuta ad affrontare anche le esperienze più difficili. L'eredità che la nonna lascia ad Elsa è proprio questa; la possibilità di affrontare i mostri della vita reale.




"...Avere una nonna è come avere un esercito. È il privilegio più grande di un nipote: sapere di avere una persona al proprio fianco, sempre e comunque. Perfino quando si ha torto. Soprattutto in quel caso, in realtà. Una nonna è una spada e uno scudo, è un tipo di amore tutto speciale che gli intelligentoni non capiscono...
La nonna è una di quelle persone che ci si porta in guerra." Questo pensa Elsa della nonna e...b
e' mi piacerebbe davvero essere una nonna così! Ma per esserlo bisogna essere molto speciali e avere quel quibus in più che a me manca del tutto. Per fortuna la mia situazione famigliare non è così complicata come quella del libro!
Del resto anche Elsa è una bambina che tutti vorrebbero per nipote: molto intelligente, matura, tenera, coraggiosa.
Gli altri personaggi del racconto sono tutti un po' fuori dal normale, strambi e agli antipodi l'uno dall'altro. Ma alla fine, ci sarà qualcosa che li lega tutti insieme e finiranno per formare una grande famiglia intorno alla bambina che ha saputo cogliere l'essenza di ciascuno di loro.
La scrittura è del genere che userebbe una bambina di quasi otto anni. Particolare. Mi è piaciuta, come del resto mi è piaciuto il libro nel suo insieme. 

4 commenti:

  1. Già il titolo attira ...forse perchè salutare e chiedere scusa ultimamente non è molto di moda!

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  2. Ciao.
    Vi seguivo su FB e mi mancavate molto...
    Poi, viaggiando nell'etere, vi ho ritorovato qui.
    Che bello!!!
    Ho appena ordinato il libro, dovrebbe arrivare domani.
    Siete fantastiche!!

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