Uh thriller, ma non solo. Anzi io non lo etichetterei nella categoria, anche se la storia è quella di una sparizione e delle indagini per ritrovare la ragazzina scomparsa. Non è un libro da cui non riesci a staccarti e che ti tiene sospesa fino alla fine; a me più che altro è sembrato un libro di "presa di coscienza".
E' Jenny che pagina dopo pagina, si rende conto di non avere costruito nulla, anche se la sua sembra una famiglia da invidiare. Pian piano capisce di non aver voluto vedere, di non aver voluto sapere. Pensava di conoscere i suoi figli, ma quello che conosceva era un film che si era girata nella sua mente, perchè mai aveva ascoltato, mai si era soffermata a cercar di capire: il lavoro l'assorbiva completamente. E' questa presa di coscienza che tocca il lettore, perchè in fondo siamo tutti un po' così: non accettiamo la realtà, se non è come la desideriamo e facciamo gli struzzi, con la testa nella sabbia. Manipoliamo le informazioni e le sensazioni per farle essere come ci fa piacere che siano. Ma non è così che si costruiscono rapporti profondi e sinceri. Chi più e chi meno ci lasciamo prendere dal quotidiano e non ci guardiamo attentamente intorno...e la scusa del poco tempo è sempre valida per ciascuno di noi. Invece dovremmo cercare di tenere gli occhi aperti, di accorgerci di quello che succede a chi ci vive vicino e di preservare quelle piccole cose preziose di cui ci accorgiamo solo quando non le abbiamo più: le chiacchiere, i sorrisi, la sintonia, la complicità che costruiscono una vera famiglia.
E torniamo al trhiller che, secondo me, cammina un po' lentamente, ma poi ci regala un finale davvero inaspettato. Che piaccia o meno....
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