domenica 27 settembre 2015

Una famiglia quasi perfetta






Jenny è un medico, sposata con un famoso neurochirurgo e madre di tre adolescenti. Ma quando la figlia quindicenne, Naomi, non fa ritorno a casa dopo scuola, la vita perfetta che Jenny credeva di essersi costruita va in pezzi. Le autorità lanciano l’allarme e parte una campagna nazionale per cercare la ragazza, ma senza successo: Naomi è scomparsa nel nulla e la famiglia è distrutta. I mesi passano e le ipotesi peggiori – rapimento, omicidio – diventano sempre più plausibili, ma in mancanza di indizi significativi l’attenzione sul caso si affievolisce. Jenny però non si arrende. A un anno dalla sparizione della figlia, sta ancora cercando la verità, anche se ogni rivelazione, ogni tassello sembra allontanarla dalle certezze che aveva. Presto capisce che le persone di cui si fidava nascondono terribili segreti, Naomi per prima. Seguendo le flebili tracce che la ragazza ha lasciato dietro di sé, Jenny si accorgerà che sua figlia è molto diversa dalla ragazza che pensava di aver cresciuto…



Uh thriller, ma non solo. Anzi io non lo etichetterei nella categoria, anche se la storia è quella di una sparizione e delle indagini per ritrovare la ragazzina scomparsa. Non è un libro da cui non riesci a staccarti e che ti tiene sospesa fino alla fine; a me più che altro è sembrato un libro di "presa di coscienza". 
E' Jenny che pagina dopo  pagina, si rende conto di non avere costruito nulla, anche se la sua sembra una famiglia da invidiare. Pian piano capisce di non aver voluto vedere, di non aver voluto sapere. Pensava di conoscere i suoi figli, ma quello che conosceva era un film che si era girata nella sua mente, perchè mai aveva ascoltato, mai si era soffermata a cercar di capire: il lavoro l'assorbiva completamente. E' questa presa di coscienza che tocca il lettore, perchè in fondo siamo tutti un po' così: non accettiamo la realtà, se non è come la desideriamo e facciamo gli struzzi, con la testa nella sabbia. Manipoliamo le informazioni e le sensazioni per farle essere come ci fa piacere che siano. Ma non è così che si costruiscono rapporti profondi e sinceri. Chi più e chi meno ci lasciamo prendere dal quotidiano e non ci guardiamo attentamente intorno...e la scusa del poco tempo è sempre valida per ciascuno di noi. Invece dovremmo cercare di tenere gli occhi aperti, di accorgerci di quello che succede a chi ci vive vicino e di preservare quelle piccole cose preziose di cui ci accorgiamo solo quando non le abbiamo più: le chiacchiere, i sorrisi, la sintonia, la complicità che costruiscono una vera famiglia.
E torniamo al trhiller che, secondo me, cammina un po' lentamente, ma poi ci regala un finale davvero inaspettato. Che piaccia o meno....



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