Quanto mi affascinano i tappeti orientali! forse perchè vengono da terre lontane di cui so così poco... A me sembra che in ogni nodo raccontino la storia delle loro culture, delle loro tradizioni.
Messaggeri nello spazio, ma anche nel tempo, come il tappeto che vedete nell'immagine di apertura.
E' conosciuto come il tappeto di Pazyryk ed il più antico che si conosca. Ora vi racconto la sua storia.
Tra le diverse forme d'arte quella di annodare i tappeti è tra le più antiche, essendosi sviluppata diverse migliaia di anni fa nelle steppe dell'Asia centrale. Gli inverni erano rigidi e le tribù nomadi per difendersi dalla morsa del gelo avevano bisogno di qualcosa che fosse più maneggevole delle rigide coperte di pelle di montone.
Messaggeri nello spazio, ma anche nel tempo, come il tappeto che vedete nell'immagine di apertura.
E' conosciuto come il tappeto di Pazyryk ed il più antico che si conosca. Ora vi racconto la sua storia.
Tra le diverse forme d'arte quella di annodare i tappeti è tra le più antiche, essendosi sviluppata diverse migliaia di anni fa nelle steppe dell'Asia centrale. Gli inverni erano rigidi e le tribù nomadi per difendersi dalla morsa del gelo avevano bisogno di qualcosa che fosse più maneggevole delle rigide coperte di pelle di montone.
Inconsapevolmente ( o forse no), attraverso i loro manufatti, questi anonimi pastori artigiani ci hanno raccontato la storia più antica dell'uomo, le tradizioni, le religioni, le migrazioni di popolazioni, alcune delle quali scomparse.
I materiali utilizzati per l'ordito, la trama e il vello erano di origine vegetale o animale, quindi facilmente deperibili; per questo il ritrovamento del Pazyryk è un evento tanto eccezionale quanto prezioso.
Nel 1929 due stusiosi russi, Sergej Rudenko e Mikhail Griaznov, diedero inizio ad una serie di scavi archeologici nei pressi del confine orientale della Russia con la Mongolia. Vennero scoperte cinque tombe a tumulo del periodo scita, risalenti al V-IV secolo a.C., detti kurgan.
Nel 1949 durante lo scavo del V tumulo venne trovato il tappeto, ibernato in una lastra di ghiaccio che ne aveva garantito la conservazione per 25 secoli.
Il prezioso manufatto, depositato insieme ai resti dei cavalli appartenuti al capo tribù sepolto nel tumulo, era passato inosservato ai saccheggiatori di tombe permettendogli di arrivare fino a noi.
Il Pazyryk prende il suo nome proprio dall'omonima vallata nei Monti Altaj in Siberia, a 1650 m sul livello del mare,dove fu ritrovato.
Il tappeto misura cm 200 x 182 ed è composto da 360.000 nodi per metro quadrato. Il disegno è formato da un campo centrale e da una bordura divisa in due cornici principali delimitate da tre cornici secondarie.
La cornice principale esterna, a fondo rosso, è decorata da una processione di cavalieri (sette per ogni lato) alcuni dei quali procedono in sella mentre altri marciano a fianco del loro cavallo bianco.
Nella cornice principale interna, a fondo chiaro, si muovono ventiquattro alci rossi e gialli in direzione contraria ai cavalieri.Le cornici che delimitano la bordura presentano dei quadrati con all'interno un grifone. Il motivo floreale della cornice che separa la marcia dei cavalieri dal pascolo di alci ricorda la croce di Sant'Andrea.
Il campo centrale è diviso in 24 quadrati a fondo rosso, con un disegno a forma di croce le cui estrenità terminano con un fiore stilizzato. Una piccola cornice, formata da minuscoli quadratini colorati, decora ognuno dei ventiquattro quadrati.
Probabilmente il tappeto arrivò in Siberia attraverso quella che è nota come La Via della Seta, perchè un oggetto di tale eleganza e di ottima fattura tecnica difficilmente avrebbe potuto essere concepito nelle steppe centroasiatiche; si pensa piuttosto che sia nato in Persia, durante la dinastia degli Achemenedi che regnò durante il 500 a. C.
Non mancano altre tesi circa la sua provenienza, ma ciò che più conta è che oggi possa essere ammirato nell'Ermitage di San Pietroburgo.
Nessun commento:
Posta un commento