L’inverno, ormai è ufficiale, è arrivato e con lui il carico dei doni della natura di questo mese, tra cui si distinguono gli agrumi, sicuramente i più preziosi tra i nostri alleati contro influenze e raffreddori. Ma c’è un membro di questa bella famiglia che forse non abbiamo ancora mai considerato, prodigo di sapori, profumi ed effetti salutari quanto i suoi parenti. Sto parlando del Pomelo, il più grande degli agrumi. Davvero il pomelo non potrebbe passare inosservato – i suoi frutti contano buoni da 15 a 30 cm di diametro e pesano anche 8-9 chili! – se non fosse che non è facilissimo trovarlo nei nostri supermercati. Anzi, è molto più facile invece vederlo nei negozi che offrono curiosità e cibi etnici: in Cina per esempio è molto usato. Penserete che si tratta di uno strano Ogm di qualche tipo e invece, sorpresona, il pomelo è l’antenato del pompelmo! E la notizia bomba è che sa di pompelmo ma… dolce!
Se apprezzate gli agrumi, questo pompelmo XXXL vi farà impazzire: nel pomelo infatti – maturo s’intende – non c’è traccia di acidità. La polpa è meno sugosa del pompelmo “casalingo”, sicuramente più asciutta, ma la dolcezza del succo contenuto negli spicchi vi giungerà del tutto inaspettata. Consigliato nelle ricette che richiedono un tocco di profumo agrumato delicato, si sposa benissimo con salmone affumicato, gamberi e pollame, oltre che alle macedonie. Pelare al vivo questo frutto non è difficile grazie alle pellicole coriacee degli spicchi, che si separano piuttosto agevolmente. Un’altra sorpresa sarà lo spessore della sostanza spugnosa che avvolge gli spicchi: ne troverete un grosso strato che fodera il frutto e che ovviamente, come nelle arance, dovrete togliere per gustare il vostro pomelo. Ma al primo morso, capirete che ne è valsa assolutamente la pena…(http://fioriefoglie.tgcom24.it/wpmu/2013/11/25/arriva-il-pomelo-il-lato-dolce-del-pompelmo/#more-16240)
Due parole molto simili, due frutti affini – ci si confonde facilmente. Oltretutto, il pompelmo è oggi largamente noto e sembra in qualche modo strano che un frutto sconosciuto dal nome mai sentito possa attribuirsene la paternità genetica. Eppure è stato dimostrato che sono solo tre i progenitori di tutti gli agrumi oggi conosciuti: il cedro, il mandarino e questo gigante di altri tempi che possiamo chiamare solo con nomi locali, perché la sua importanza non è mai giunta oltre tali livelli. In varie parti d’Italia lo si conosce come pampaleone, pummelo, sciadocco, cedrangolo (o cetrangolo), in Israele semplicemente jaffa, in Spagna pomelo. E quest’ultimo sembra il nome che gli resterà.
Comunque lo si voglia chiamare, è uno dei tre illustri antenati degli agrumi. Il pompelmo è dunque inevitabilmente un ibrido, tanto ben riuscito da aver quasi soppresso l’originale. E tanto ben riuscito che a tutt’oggi non è concluso il dibattito pampaleone/pompelmo. Molti esperti ritengono che il pompelmo sia solo la versione mediterranea del pomelo. Altri sono convinti che il pompelmo sia semplicemente lo sviluppo naturale della specie antica, definitivamente estinta, dei pampaleoni. Rimane tuttora una questione aperta.
Il pomelo è considerato un frutto di buon auspicio. In Malaysia, in coincidenza con il Nuovo Anno Cinese (verso febbraio, periodo di raccolta), il pomelo viene offerto come dono.
Il pomelo, come il pompelmo, va normalmente mangiato crudo. Ecco una ricetta di insalata:
Finocchi al pompelmo
Tipo di cottura: Non cotto
Tempo di preparazione: 20
minuti
Ingredienti (4
Porzioni):
3 bulbi di finocchio 6 cucchiaini di olio di oliva succo di 1/2 limone succo di pompelmo sale pepe Preparazione: Pelare i 4 pompelmi, lasciando solo la polpa, su un tagliere con le scanalature al fine di raccoglierne il succo. Tagliare in quarti i pompelmi. Lavare e tagliare a fettine sottili i finocchi. Mettere da parte i ciuffetti per la decorazione finale. In un piatto, disporre i quarti di pompelmo alternati alle fettine di finocchio. Preparare la salsa usando i sei cucchiaini di olio, il succo di mezzo limone e il succo raccolto dal pompelmi, sale e pepe. Innaffiare il piatto con questa salsa e marinare per circa 3 ore in frigo. Prima di servire, decorare con i ciuffetti dei finocchi precedentemente messi da parte. |
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