lunedì 18 maggio 2020

La carta da parati

''O se ne va quella carta da parati o me ne vado io'': la frase è di quel genio di Oscar Wilde ma la dice lunga sull'abitudine di decorare le pareti e di quello che a livello di gusto estetico può scatenare. La storia delle carte da parati è lunga e affascinante, fatta di alti e bassi, corsi e ricorsi della moda, talvolta un uso ritenuto volgare, altro trendy. Ora, dopo qualche anno di muri dipinti di bianco minimalista che hanno provocato quasi l'estinzione dei negozi specializzati, la carta sta vivendo una ritrovata popolarità.


Sin dai tempi più antichi, l'uomo ha sentito la necessità di ornare le pareti degli edifici; in tutte le civiltà, poi, le classi più agiate decoravano le pareti delle proprie abitazioni con tendaggi, affreschi, rivestimenti in legno, stucco o cuoio

Durante il Medioevo in Europa si diffuse la tradizione araba degli arazzi, cioè particolari tappeti che ornavano le pareti dei palazzi e dei castelli di tutte le più importanti corti europee; l'arazzo, pertanto, può essere considerato come il più vicino parente della carta da parati.

Verso il XII, durante la rivoluzione commerciale, in Europa si iniziò a importare la carta dalla Cina e col tempo essa divenne un valido sostituto dei costosissimi arazzi, per questo si iniziò l'usanza di dipingerla per poi applicarla alle pareti; l'invenzione della carta da parati come la conosciamo noi oggi, però, è da attribuire al settecentesco incisore su legno francese Jean Papillon, in un'epoca dove la decorazione avveniva ancora a mano o utilizzando complicati rulli artigianali. Solo nell'Ottocento, con le più moderne tecniche industriali, il prodotto divenne largamente diffuso e accessibile a un pubblico molto maggiore.

E' uscito un libro interessante e divertente:
Il libro delle carte da parati da colorare di Natalia Price-Cabrera (Logos edizioni http://www.libri.it/il-libro-delle-carte-da-parati-da-colorare?search=carte%20da%20parati)  che offre lo spunto per fare un po' di storia con immagini molto suggestive e per colorare, per divertirsi con l'art-therapy. 
Per ciascuna epoca ricostruita ci sono nel libro carte da parati da colorare a piacere. Per i puristi, in fondo al libro per ogni epoca c'è una palette di colori che riproduce quelli più in voga al tempo. Infine, i divertenti collage forniscono di volta in volta un contesto e un’ambientazione tridimensionali, oltre alla possibilità di raccontare una storia.





Personalmente detesto il minimalismo, l'arte povera, gli open space, le fabbriche trasformate in abitazione, i loft che hanno fatto tendenza negli anni passati. Amo il decor e mi pare che una casa che parla di chi ci vive sia più calda ed accogliente di quelle tutte bianche e semivuote, anche quando nell'arredamento entrano elementi kitch a cui non si vuole rinunciare per motivi affettivi. Penso che la tappezzeria sia un bell'aiuto in questo percorso di personalizzazione. Ma ognuno ha i suoi gusti...

































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