L'origine delle carte da gioco è ignota, ma le prime testimonianze del loro uso risalgono a poco dopo l'invenzione della carta in Cina, probabilmente intorno al X secolo.
Coperte di ideogrammi, avevano tre semi e si ritiene che queste prime carte fossero in realtà denaro vero e che venissero utilizzate sia come strumento di gioco, sia come posta scommessa.
Per certo il più vecchio mazzo di carte che si può ammirare, risalente al XV secolo, è arabo ed è custodito nel Museo Topkapi di Istanbul. Consiste in lamine intarsiate in oro con 4 semi.
Il mazzo dei Mamelucchi comprendeva 52 carte con 4 semi; ogni seme comprendeva 10 carte e 3 figure; la cosa curiosa è che, per motivi religiosi ,le carte mamelucche mostravano disegni astratti, senza ritratti di persone, ma riportavano il nome di ufficiali dell'esercito.
Forse furono proprio i Mamelucchi egiziani ad introdurre in Europa le carte da gioco già nel XIV secolo attraverso la Spagna, ma tempi e modi sono ancora oggetto di discussione.
Una teoria piuttosto bizzarra associa le carte da gioco al calendario egizio, esportato dagli Ebrei in occasione della famosa fuga : in effetti le analogie non mancano : 52 carte sono come le 52 settimane nell'anno; il totale dei punti delle carte fa 364 e con la matta si arriva a 365, i giorni dell'anno; il mazzo è diviso in 4 semi, come le stagioni e in ogni seme ci sono 13 carte come i mesi lunari ancora presenti nel calendario ebraico, e altro ancora...
Altri ritengono che le carte siano nate direttamente in Spagna, per opera di un certo Nicolao Pepin, oppure importate li dai Fiamminghi , che con la Spagna intrattenevano molti rapporti commerciali.
Comunque siano andate le cose, l'Italia è il paese in cui le carte hanno avuto nel tempo il maggior sviluppo, sia come produzione che come qualità artistica.
Alla fine del XIV secolo l'uso delle carte da gioco si diffonde rapidamente in Europa. Risalgono al Quattrocento anche le carte dei Tarocchi, composti dall'unione di un mazzo di carte tradizionale con una serie di carte speciali dette trionfi.
I mazzi più famosi e più antichi di Tarocchi pervenuti fino a noi furono realizzati per i Visconti di Milano e per gli Este di Ferrara.
L'unico mazzo completo del Quattrocento però è quello dei Tarocchi Sola-Busca, conservato alla Pinacoteca di Brera a Milano.
Le carte da gioco divennero nel tempo patrimonio della cultura popolare, per questo sempre più numerose furono le ditte specializzate nella produzione di carte da gioco, con una gamma infinita di immagini da abbinare ai quattro semi tradizionali, con tutte le variabili derivanti dalle diverse culture e tradizioni e dai giochi che nascevano dal loro impiego.
Forse furono proprio i Mamelucchi egiziani ad introdurre in Europa le carte da gioco già nel XIV secolo attraverso la Spagna, ma tempi e modi sono ancora oggetto di discussione.
Una teoria piuttosto bizzarra associa le carte da gioco al calendario egizio, esportato dagli Ebrei in occasione della famosa fuga : in effetti le analogie non mancano : 52 carte sono come le 52 settimane nell'anno; il totale dei punti delle carte fa 364 e con la matta si arriva a 365, i giorni dell'anno; il mazzo è diviso in 4 semi, come le stagioni e in ogni seme ci sono 13 carte come i mesi lunari ancora presenti nel calendario ebraico, e altro ancora...
Altri ritengono che le carte siano nate direttamente in Spagna, per opera di un certo Nicolao Pepin, oppure importate li dai Fiamminghi , che con la Spagna intrattenevano molti rapporti commerciali.
Comunque siano andate le cose, l'Italia è il paese in cui le carte hanno avuto nel tempo il maggior sviluppo, sia come produzione che come qualità artistica.
Alla fine del XIV secolo l'uso delle carte da gioco si diffonde rapidamente in Europa. Risalgono al Quattrocento anche le carte dei Tarocchi, composti dall'unione di un mazzo di carte tradizionale con una serie di carte speciali dette trionfi.
I mazzi più famosi e più antichi di Tarocchi pervenuti fino a noi furono realizzati per i Visconti di Milano e per gli Este di Ferrara.
L'unico mazzo completo del Quattrocento però è quello dei Tarocchi Sola-Busca, conservato alla Pinacoteca di Brera a Milano.
Le carte da gioco divennero nel tempo patrimonio della cultura popolare, per questo sempre più numerose furono le ditte specializzate nella produzione di carte da gioco, con una gamma infinita di immagini da abbinare ai quattro semi tradizionali, con tutte le variabili derivanti dalle diverse culture e tradizioni e dai giochi che nascevano dal loro impiego.
C'è inoltre da osservare, e mi sembra davvero interessante, come il tema del gioco delle carte si sia fatto ricorrente nell'arte, in particolare nella pittura, già a partire dal Cinquecento.
Uscito dall'ambito delle attività cortesi, il tavolo da gioco entrava nelle case della borghesia e ancor più nelle locande, nelle osterie, spesso al centro di risse furibonde.
Così lo dipinse il Caravaggio e come lui altri pittori dell'epoca nei rispettivi paesi :
Van Leyden Lucas - Rinascimento fiammingo - (1494-1533) |
Caravaggio - I bari -( 1571-1610) |
Nicolas Regnier - Barocco Fiammingo (1591-1667) |
George de la Tour - Barocco Francese (1593-1652) |
Jan Steen - Olandese (1626-1679) |
Ma il tema del gioco delle carte non sparì con il tempo dalle tele ; rimase sempre gradito agli artisti del pennello, che lo rappresentarono secondo le diverse correnti pittoriche, fino ai nostri giorni.
Paul Cézanne - post impressionismo (1839-1906) |
Gino Severini - tra Futurismo e Cubismo- (1883-1966) |
Otto Dix - Tra espressionismo e dadaismo -(1891-1969) |
Balthus -Tra pittura pre-rinascimentale e De Chirico- (1908 - 2001) |
Tante tante altre cose ci sarebbero ancora da dire sull'argomento, ma qui mi fermo: gli amici mi aspettano per la Scala Quaranta...
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