Che cosa può unire due città belle e artistiche come Torino e Bergamo? Il fatto che sono piene di angoli suggestivi, che sono situate fra pianura e collina, che sono città piacevolissime? Certo! Ma no solo......entrambe le città hanno un portone del diavolo che, sembra, è stato costruito in una sola notte.
Molto più semplice e spartano il nostro, a cui è legata un'unica leggenda; molto più ricco e prezioso quello torinese, a cui sono legate diverse leggende.
Lungo la strada che collega Bergamo a Seriate s'incontra un grande e affascinante portone in pietra, conosciuto come “Ol Purtù del Diaol”. La leggenda narra che il Demonio in persona si sia occupato della sua costruzione e l'odore di zolfo emanato nel corso di forti temporali sarebbe un segno evidente della sua presenza.
Costruito nel 1550 dall’architetto Sandro de Sanga su commissione di Giovanni Giacomo Tasso, il portone era l’ingresso di un’immensa proprietà che conduceva alla tenuta di campagna della famiglia dei De’ Tassis, il celebre casato del letterato Torquato Tasso.
Attorno a tale incredibile manufatto è nata una paurosa e misteriosa leggenda.
Una sera, de Sanga si presentò alla tenuta di famiglia per presentare il progetto della porta.
Progetto che non incontrò la soddisfazione dei Tasso, che anzi non lesinarono critiche e lamentele nei confronti del povero architetto.
Esasperato dalla situazione, de Sanga esclamò una frase che si trasformò in invocazione: “Neanche il diavolo riuscirebbe a costruirla!”
Quella stessa notte, il diavolo si presentò all’architetto, incredulo e impaurito, e si mise a costruire il portone.
La mattina seguente i Tasso e il resto della popolazione restarono a bocca aperta, tutto si aspettavano tranne che il portone venisse costruito in così poche ore.
Tuttavia non erano ancora completamente soddisfatti.
De Sanga si affidò nuovamente al muratore infernale che, tra tuoni, fulmini e pioggia battente, distrusse e poi ricostruì il portone in un batter d’occhio.
Questa volta, i Tasso approvarono con entusiasmo la costruzione.
La leggenda narra che da quel momento in poi il diavolo ha lasciato una traccia indelebile della propria presenza: si dice infatti che prima di ogni temporale o in caso di lite famigliare alla Villa, nei dintorni del portone si senta un forte odore di zolfo, segno del Demonio.
Questa la leggenda. Sul retro del portone c'è una rozza epigrafe molto corrosa che dice: SANDRO DA SANGA, FATOR A FATO QUESTA, STRADA E FATO, COSTRUR QUESTA PORTA:
http://www.guidatorino.com/curiosita-a-torino-il-portone-del-diavolo/
Attorno a tale incredibile manufatto è nata una paurosa e misteriosa leggenda.
Una sera, de Sanga si presentò alla tenuta di famiglia per presentare il progetto della porta.
Progetto che non incontrò la soddisfazione dei Tasso, che anzi non lesinarono critiche e lamentele nei confronti del povero architetto.
Esasperato dalla situazione, de Sanga esclamò una frase che si trasformò in invocazione: “Neanche il diavolo riuscirebbe a costruirla!”
Quella stessa notte, il diavolo si presentò all’architetto, incredulo e impaurito, e si mise a costruire il portone.
La mattina seguente i Tasso e il resto della popolazione restarono a bocca aperta, tutto si aspettavano tranne che il portone venisse costruito in così poche ore.
Tuttavia non erano ancora completamente soddisfatti.
De Sanga si affidò nuovamente al muratore infernale che, tra tuoni, fulmini e pioggia battente, distrusse e poi ricostruì il portone in un batter d’occhio.
Questa volta, i Tasso approvarono con entusiasmo la costruzione.
La leggenda narra che da quel momento in poi il diavolo ha lasciato una traccia indelebile della propria presenza: si dice infatti che prima di ogni temporale o in caso di lite famigliare alla Villa, nei dintorni del portone si senta un forte odore di zolfo, segno del Demonio.
Questa la leggenda. Sul retro del portone c'è una rozza epigrafe molto corrosa che dice: SANDRO DA SANGA, FATOR A FATO QUESTA, STRADA E FATO, COSTRUR QUESTA PORTA:
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Città magica per eccellenza, da sempre legata a storie di culti magici ed esoterici, secondo gli esperti Torino sarebbe uno dei vertici dei due triangoli della magia nera (insieme a Londra e San Francisco) e della magia bianca (insieme a Lione e Praga).
Numerosi sono i monumenti ed i punti della città di Torino protagonisti di strane leggende esoteriche. Uno di questi è sicuramente il portone di Palazzo Trucchi di Levaldigi, meglio conosciuto come il Portone del Diavolo. Questo palazzo ospita oggi la sede della Banca Nazionale del Lavoro e, vista la nomea del suo portone, è anche conosciuto come Palazzo del Diavolo.
Il portone fu scolpito nel 1675 da una manifattura di Parigi su richiesta di Giovanni Battista Trucchi di Levaldigi, conte e generale delle Finanze di Carlo Emanuele II. La porta, molto bella, è riccamente intagliata e adorna di fiori, frutta, animali ed amorini. La cosa più interessante, quella che ha contribuito al nome che oggi porta, è il batacchio centrale che raffigura il diavolo che scruta i visitatori che bussano alla porta. La parte finale, quella che si prende con la mano per bussare, è composta da due serpenti le cui teste si uniscono nel punto centrale.
E questo per quanto riguarda la versione storica della creazione di questo portone. Per quanto riguarda la versione “magica”, sembra che il portone sia comparso dal nulla una notte. Si narra che, quella notte, un apprendista stregone avesse invocato le forze oscure e lo stesso Satana. Il Diavolo, scocciato da questa invocazione, decise di punire lo stregone imprigionandolo dietro il portone che il malcapitato non riuscì mai più ad aprire.
Oltre a questa, esistono anche altre leggende legate alla storia di questo portone. Una risale ad inizio ‘800, durante l’occupazione francese. Sembra che un tale maggiore Melchiorre Du Perril fosse entrato nel palazzo per consumare un pasto veloce, prima di partire con documenti segreti ed importanti. L’uomo, atteso fuori dal portone dal suo cocchiere, non uscì mai più dal palazzo. Sembra che vent’anni dopo, durante i lavori di ristrutturazione del palazzo, alcuni operai, abbattendo un muro, vi avessero trovato uno scheletro imprigionato e sepolto in piedi.
Un’altra leggenda risale al 1790, epoca in cui il Palazzo apparteneva a Marianna Carolina di Savoia. Leggenda narra che durante una importante e sontuosa festa di carnevale, una delle danzatrici che si esibiva per intrattenere gli ospiti sia caduta a terra pugnalata mortalmente. Il colpevole non fu mai ritrovato né tanto meno l’arma del delitto. La notte stessa dell’omicidio si scatenò sulla città una vera e propria tempesta di vento e pioggia culminata con lampi accecanti, tuoni fragorosi e vetri frantumati. Un vento freddo soffiò all’interno del palazzo e spense tutte le luci, gli invitati scapparono urlanti. Poco tempo dopo venne avvistato un fantasma che si aggirava per le stanze del palazzo, quello della ballerina crudelmente uccisa la notte della festa.
Ancora sulla storia del palazzo si narra che, nel 1600, fosse sede della Fabbrica dei Tarocchi. Una curiosità, coincidenza o una conferma della magia nera che si accumula in questo palazzo secondo gli esoteristi, la carta dei tarocchi che è associata al Diavolo è il 15, che era nel 1600 il numero civico del palazzo. Oggi l’autobus del servizio pubblico che passa da quella zona è, neanche a dirlo, il numero 15.
Un’altra leggenda risale al 1790, epoca in cui il Palazzo apparteneva a Marianna Carolina di Savoia. Leggenda narra che durante una importante e sontuosa festa di carnevale, una delle danzatrici che si esibiva per intrattenere gli ospiti sia caduta a terra pugnalata mortalmente. Il colpevole non fu mai ritrovato né tanto meno l’arma del delitto. La notte stessa dell’omicidio si scatenò sulla città una vera e propria tempesta di vento e pioggia culminata con lampi accecanti, tuoni fragorosi e vetri frantumati. Un vento freddo soffiò all’interno del palazzo e spense tutte le luci, gli invitati scapparono urlanti. Poco tempo dopo venne avvistato un fantasma che si aggirava per le stanze del palazzo, quello della ballerina crudelmente uccisa la notte della festa.
Ancora sulla storia del palazzo si narra che, nel 1600, fosse sede della Fabbrica dei Tarocchi. Una curiosità, coincidenza o una conferma della magia nera che si accumula in questo palazzo secondo gli esoteristi, la carta dei tarocchi che è associata al Diavolo è il 15, che era nel 1600 il numero civico del palazzo. Oggi l’autobus del servizio pubblico che passa da quella zona è, neanche a dirlo, il numero 15.
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