In questo 2014 abbiamo deciso di iniziare l'anno all'insegna del teatro, della musica e delle luci sfavillanti: siamo andate all'operetta!! E quale spettacolo del genere può essere meglio della vedova allegra? L'operetta per antonomasia!
Nel 1861 il commediografo e librettista francese Henri Meilhac (lo stesso della Carmen di Bizet) scrisse un piacevole vaudeville, che divenne però famosissimo solo molti anni dopo, nel 1905, grazie alla musica di Franz Lehár: era nata La Vedova Allegra.
“Non si offenda, ma questa non è musica”. Questa frase, dettata dallo stesso Lehár, apparve incisa sulle medaglie-ricordo che la direzione del Teather An der Wien offrì in occasione della trecentesima replica della Vedova (che lì aveva debuttato il 30 dicembre 1905): una rivincita che il musicista volle concedersi nei confronti della direzione del teatro stesso e dei critici, che la sera della prima gli avevano rivolto quello scettico e non lungimirante apprezzamento. Ma forse avevano ragione. La Vedova Allegra non è musica, è molto di più: è un’emozione, un’esperienza dei sensi che si stampa a lungo nella memoria di chi l’ascolta.
La Vedova allegra è un capolavoro di genuina ispirazione dove i protagonisti sono coinvolti in un vorticoso e divertente scambio di coppie, di promesse, di sospetti e di rivelazioni. Un parapiglia che, come è naturale che sia in un’operetta, al termine si ricompone nel migliore dei modi con il matrimonio fra la bella vedova Anna Glavari e l’aitante diplomatico Danilo. Nel finale, tutti cantano la celeberrima marcetta E’ scabroso le donne studiar! in una Parigi elegante e spensierata, come elegante e spensierata vuole essere questa edizione dello spettacolo, dove si va da Maxim (ancora oggi simbolo mondano-turistico parigino), si danno nomi capricciosi alle donnine che allietano le serate piccanti dei diplomatici, si cantano valzer pervasi da un erotismo scintillante, si ballano indemoniati can-can e si ama con assoluta gaiezza in un’atmosfera leggera e contagiosa che coinvolge attori e pubblico. Ed è in questa sinergia che l’operetta vola sulle ali del canto, della danza, della prosa, della maschera, del gesto facendosi teatro perfetto, o, in modo meno presuntuoso, perfettamente teatrale.
che bello il video!
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