Definizione, da Wikipedia:Il gelato è una preparazione alimentare ottenuta con una miscela di ingredienti portata allo stato solido o pastoso mediante congelamento e contemporanea agitazione per insufflazione di aria. Insomma tante parole difficili per dire quello che...sappiamo tutti che cosa è il gelato, no? Una cosa buonissima da mangiare!
Pare che fin dall'antichità gli uomini cercassero di conservare il cibo nascondendolo nella neve e che refrigerassero frutta, latte e miele per consumarli nel tempo.
Gli arabi importarono in Sicilia e in Spagna la consuetudine di preparare sorbetti utilizzando infusi a base di acqua, zucchero, erbe e spezie che venivano raffreddati ponendoli in recipienti circondati da ghiaccio e sale.
Quasi ovunque viene riconosciuta l'origine italiana del gelato e gli italiani sono i gelatai più richiesti e più accreditati nel mondo, però fu la sua introduzione in Francia a renderlo famoso in tutta Europa.
Pare che il gelato, come lo intendiamo noi, fu preparato per la prima volta da un certo Ruggeri di Firenze, che fece fortuna a Parigi con un suo preparato a base di panna, zabaione e frutta, tanto che lo preparò per il matrimonio di Caterina De'Medici con Enrico d'Orleans.
Notizie più certe, però, danno la palma dell'invenzione ad un cuoco siciliano, Procopio dei Coltelli, che nel 1686 riuscì a preparare la miscela che noi conosciamo utilizzando una macchinetta inventata da suo nonno Francesco.
Procopio aprì a Parigi un locale, il Café Procope, dove serviva una gran varietà di gelati ed ebbe un successo strepitoso.
Quel "Café" offriva: "acque gelate" (granite), gelati di frutta, "fiori d'anice", "fiori di cannella", "frangipane", "gelato al succo di limone", "gelato al succo d'arancio", "sorbetto di fragola", in una "patente reale" (una concessione) con cui Luigi XIV aveva dato a Procopio l'esclusiva di quei dolci.
La fama di "più celebre Caffè letterario d'Europa" continuò nel tempo e deriva dal fatto che i suoi clienti non erano soltanto gli attori, le attrici e gli altri componenti della Comédie Française, ma anche e soprattutto degli intellettuali, filosofi, letterati, Voltaire, George Sand, Balzac, Victor Hugo, Diderot, D'Alembert, De Musset, il Dottor Guillotin che diede la ghigliottina alla Francia, il tenente Napoleone che una sera lasciò in pegno il suo Bicorno per non avere avuto il denaro necessario a pagare le consumazioni offerte ai suoi amici.
Il "Café Procope" esiste ancora, anche se non più esercente la brillante attività che lo rese famoso in tutta Europa.
alizzato tramite raffreddamento di gelato, zucchero e grossi mastelli di "salamoia", risale circa al 1884 e cominciò la sua attività a Torino. Era l'inizio della gelateria Pepino, che ancora oggi produce gelati nel capoluogo piemontese. Tale rivendita fu certamente la prima nel nord Italia a portare il gelato a un livello popolare e l'unica a potersi fregiare dei Brevetti di Fornitore di Casa Reale.
Tra le varie scuole che si sono distinte nel tempo nella fabbricazione del gelato merita senz'altro citazione quella veneta, in particolare quella della Val di Zoldo, del Cadore e della provincia di Belluno, che ha saputo farsi apprezzare in tutto il mondo.Dal punto di vista produttivo e della lavorazione, esistono due varietà ben distinte di gelato: il gelato artigianale e il gelato industriale.
Al giorno d'oggi l'industria fornisce al mercato dei consumatori una grandissima varietà di gelati, di ottima qualità. Personalmente non apprezzo questo tipo di dolce perchè mi pare che da un glorioso passato di fiordilatte e mottarelli, dal gusto semplice e buono, si sia arrivati ad un appesantimento del prodotto aggiungendoci di tutto e di più arrivando ad un gelato che, dopo due bocconi, ha già stancato il gusto. Sarà l'età, che mi fa rimpiangere i gusti della mia infanzia e rifiutare quelli più moderni, ma non posso farci nulla: è così e basta.
Esiste anche un tipo di gelato "soft", morbido e poco freddo, ma non mi pare abbia avuto un grande successo. Secondo me perchè non è nè carne, nè pesce...
Per quanto riguarda il gelato artigianale, di gran lunga preferibile a quello industriale, anche qui l'offerta è smisurata. Si trova di tutto e di più; tutto quello che l'inventiva dei creatori di gusti riesce ad escogitare, anche preparati decisamente fuori dell'ordinario. Probabilmente buonissimi, ma che spesso richiedono del coraggio per la prima prova.
Anche qui il mio gusto rimane legato al passato: non prendo mai coppe di gelato, ma scelgo sempre inesorabilmente il cono, anche quando ordino seduta al tavolino e i miei gusti sono le classiche creme: panna, vaniglia, nocciola, stracciatella. I sorbetti alla frutta mi piacciono, ma mi far star male....E ogni volta ricordo quando il gelato c'era soltanto in estate e veniva comprato solo nei giorni di festa, o come premio per essere stati particolarmente buoni.
Una voglia che mi è rimasta dal passato e che non riesco più a soddisfare, in quanto non esiste più, è il gelato fra due biscotti.
Il gelataio aveva dei biscotti rettangolari fatti con la stessa sostanza del cono ( il buschetto). Ne metteva uno in una macchinetta uguale a quella che si trovava con secchiello, paletta e formine per giocare con la sabbia e costruire mattoncini. Poi ci metteva il gelato del gusto scelto, sopra un altro biscotto e con lo stantuffo faceva uscire il gelato così confezionato dalla macchinetta mentre noi riuscivamo a sporcarci dalla testa ai piedi, mentre lo mangiavamo. Che delizia! Chi se lo ricorda? Immagini, che non siano di un gelato industriale, ben lontano da quello che amavo io, non ne ho trovate!
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