domenica 22 dicembre 2019

La svastica

Leggo su qui: https://www.vanillamagazine.it/la-svastica-prima-del-nazismo-simbolo-universale-di-pace-e-benessere/?fbclid=IwAR0EvzG1Rz9Go_rnvsZwNdhaZsuMdLECkXSZw3TaIoISK6kR un articolo molto interessante sull'origine della svastica che, all'inizio, aveva un significato ben diverso da quello che ha attualmente:La Svastica prima del Nazismo: un Simbolo Universale di Pace e Benessere


Dal 1930 in poi il simbolo della svastica é associato al nazismo, perché il Partito Nazionalsocialista tedesco lo fece diventare il suo emblema nella bandiera, prima in quella del partito stesso, e poi in quella della Germania hitleriana. Il collegamento con il nazismo ha fatto della svastica un simbolo di male assoluto, ma storicamente non lo é affatto, anzi. Per migliaia di anni la croce uncinata é stata auspicio di fortuna e benessere. In giro per il mondo, specialmente in Asia, si incontra spessissimo la svastica, riprodotta su monumenti ed oggetti, molti dei quali antichissimi.

Elmo greco di tipo frigio con inciso il simbolo della svastica, 350-325 a.C. rinvenuto a Ercolano. Cabinet des Médailles, Parigi. Fotografia condivisa con licenza Creative Commons viaWikipedia:


La parola italiana svastica deriva dal termine maschile sanscrito svastika, che possiede numerosi significati, rappresentando tra gli altri, e soprattutto nel significato di “oggetto propizio”, il simbolo di una croce greca con i bracci piegati ad angoli retti che, secondo la maggioranza degli orientalisti, rappresenterebbe il disco solare. I primi reperti archeologici in cui si vede la svastica risalgono al Neolitico, e anche nei ruderi della sinagoga di Cafarnao appare accanto a una stella di David. In Oriente é principalmente un simbolo propizio per le culture religiose originarie dell’India, come il Giainismo, il Buddhismo e l’Induismo.

Monile etrusco con decorazione a svastiche rinvenuto a Bolsena, VII secolo a.C. Parigi, museo del Louvre. Fotografia condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:


Nel Buddhismo cinese il termine sanscrito svastika prende il significato di “10.000” ovvero di “infinito” o “tutte le cose” che si manifesta nella coscienza di un buddha, per tale ragione il simbolo è spesso posto, nelle statue rappresentanti un buddha, sul suo petto all’altezza del cuore.
Lo svastika su un tessuto in un museo di Pechino. Fotografia di Marco L condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:


Per migliaia di anni la svastica é stata un simbolo di pace dell’induismo, e lo é tuttora. Viene rappresentata durante una delle più importanti feste indiane, quella di Diwali, che simboleggia la vittoria del bene sul male ed è chiamata anche “festa delle luci”.

Il segno della svastica è riprodotto, probabilmente come simbolo solare, nell’architettura neoromanica della chiesa parrocchiale di Rosazza, in Piemonte, costruita intorno al 1850. Fotografia di Twice25 condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:


Nel corso del 20esimo secolo, la svastica era un usata come “portafortuna” dai piloti d’aereo. La porta anche Matilde Moisant, pioniera dell’aviazione americana e seconda donna negli Stati Uniti ad ottenere la licenza di pilota.

Il simbolo della svastica nella storia 13

Molte associazioni sportive hanno avuto come simbolo la svastica, prima del 1930, come questa squadra di hockey in Canada
Il simbolo della svastica nella storia 12



La svastica é stata un simbolo anche delle Forze Armate finlandesi, e lo é ancora per l’Areonautica Militare.






 La svastica é stata utilizzata come simbolo anche dal birrificio danese Carlsberg. Anche se non é più in uso, è ancora presente in più punti di riferimento, in particolare la porta con gli elefanti si trova nel sito originale della fabbrica a Copenaghen.



Sotto, un’ultima nota di colore con un furgoncino di una lavanderia irlandese nel 1912:


Svastica-Lavanderia

Anche il lontano oriente utilizza spesso la svastica come simbolo di pace e benessere. In Giappone, tutt’oggi, si trova sovente in tempi buddisti. Sotto, fotografia di pubblico dominio via Wikipedia:


articolo di Annalisa Lo Monaco

Nessun commento:

Posta un commento