Secondo una stima del Corpo Forestale, gli alberi monumentali in Italia sono circa 22.000, dei quali 2.000 sono definiti di grande interesse, mentre 150 sono considerati di eccezionale valore storico-monumentale.
Eccone alcuni:
Il Platano dei Cento Bersaglieri situato nel centro della località Platano, frazione di Caprino Veronese.
È fatto risalire all'anno 1370, attualmente è il più grande platano d'Italia con un'altezza superiore ai 25 metri, una circonferenza di circa 15 ed una superficie della chioma di ben 300 metri.
È passato alla storia come il Platano dei cento Bersaglieri in quanto si vuole che nel 1937 durante le Grandi Manovre estive dell'Esercito Italiano si nascosero fra le sue fronde e nelle sue cavità una intera compagnia di cento Bersaglieri. Pare anche che nell'inverno del 1944 le truppe Tedesche decisero di sfoltirlo, per paura che i Partigiani potessero tendere agguati su di esso.
C’è un piccolo paese in provincia di Torino, alle porte di Cavour, il cui territorio ricomprende una serie sorprendente di alberi monumentali. Primi fra tutti due platani bicentenari della specie ibrida Platanus x acerifolia, ribattezzati Gli Imbronciati.
Il Castagno dei Cento Cavalli si trova in Sicilia, a San'Alfio in provincia di Catania e più precisamente all'interno del cosiddetto Parco dell'Etna. In siciliano è noto come U Castagnu di li Centu Cavaddi ed è un albero che ha migliaia di anni e che per la sua grande importanza storica si trova anche impresso sullo stemma del Comune. Il nome di questo enorme castagno è molto suggestivo e trae origine da una leggenda molto amata alle pendici dell'Etna. Sembra, infatti, che durante un temporale fortissimo, Giovanna d'Aragona riparò sotto gli enormi rami di castagno ben cento cavalieri. Esperti botanici hanno esaminato negli anni questo castagno e gli attribuiscono circa 4.000 anni. Secondo la tesi di molti di essi, il Castagno dei Cento Cavalieri è tra gli alberi monumentali quello più vecchio d'Europa. Nel 2008 l'albero ha ottenuto un grande riconoscimento dall'Unesco che l'ha proclamato messaggero della pace.
S'Ozzastru è, tra gli alberi monumentali d'Italia, il re degli ulivi in assoluto, specialmente nella sua terra d'origine, ovvero la Sardegna. Si tratta di un ulivo che ha migliaia di anni e che si trova precisamente in località Santo Baltolu di Carana, a Luras in prossimità di quella che era la vecchia provincia di Sassari. Suggestiva per i molti visitatori che attrae annualmente è la sua collocazione, direttamente sul Lago Liscia. S'Ozzastru si trova all'interno di un parco a Luras ed è lì che è possibile fargli visita. Giunti davanti a lui la prima sensazione che si ha è di sentirsi piccoli piccoli. La sua circonferenza è, infatti, di una ventina di metri, è alto quasi 15 metri e occupa una superficie di diversi metri quadrati. Non a caso, è tra gli ulivi che maggiormente vengono fotografati in Italia. Secondo alcuni botanici ha tra 3.000 e 4.000 anni, quindi è tra gli ulivi più antichi del Vecchio Continente.
In terra laziale, risalendo lungo la penisola italiana, si trova la Quercia del Cancellone che si trova in una delle zone più belle e suggestive in assoluto del Lazio, ovvero Frascati , i cui colli e vigneti sono stati decantati da molti poeti nei secoli. La Quercia del Cancellone è grandiosa, imponente e maestosa come poche altre al mondo. Si trova esattamente vicino ai cancelli di Villa Falconieri e proprio da questa vicinanza prende il suo bizzarro nome. Infatti, fino a qualche tempo fa, con uno dei suoi rami più grossi, la quercia penetrava nel cancello e lo abbracciava nel vero senso del termine, avvolgendolo e inglobandolo in sé. Oggi questo ramo non esiste più perché è stato, purtroppo, recentemente tagliato. Nonostante questo è ancora viva la testimonianza di questo abbraccio secolare in base ai segni rimasti indelebili sul cancello.
In Toscana, più precisamente in località Massarosa, in provincia di Lucca, si può ammirare un altro tra gli alberi monumentali più belli di tutta Europa. Si tratta dell'Ulivo dei Trenta Zoccoli. Quest'albero ha un'età che si aggira attorno ai 1.500 anni. Il suo fusto non è intero ma a U. Ciò significa che all'interno è praticamente vuoto ma ha una sola radice e una circonferenza che sfiora gli 11 metri totali. Suggestiva è la derivazione del nome che prende spunto da una dichiarazione lontana nel tempo. Sembra, infatti, che uno dei primissimi scrittori che si ritrovò, poi, a parlare di questo ulivo nelle sue opere, lo stesse un giorno d'autunno ammirando. Era il tempo in cui si raccoglievano le olive. Sopra questo enorme ulivo si trovavano moltissimi uomini che stavano provvedendo alla raccolta. Essi erano scalzi e avevano lasciato i loro zoccoli ai piedi dell'albero. Essendo 15 gli uomini sull'albero, al cospetto di quest'ultimo si trovavano esattamente 30 zoccoli.
La Quercia del Pinocchio - anche detta Quercia delle Streghe - si trova nel Parco di Villa Carrara a Capannori, in provincia di Lucca, è tra gli alberi monumentali italiani più conosciuti e risulta essere quello più fotografato in assoluto. I rami hanno un'estensione incredibile che arriva ad una quarantina di metri. Secondo quanto si narra nelle leggende che circolano su questa enorme quercia, i rami dell'albero hanno quel tipico andamento curvo, che dopo secoli oggi la contraddistinguono, perché le streghe, che non volevano abbandonare la zona, vi ballavano sopra ogni notte. Ultimamente, invece, l'albero è stato rinominato Quercia di Pinocchio: sembra, infatti, che Carlo Collodi abbia scelto questa grande quercia per descrivere la famosa scena dell'impiccagione di Pinocchio. Vicino all'albero pare abitasse la fata turchina ed è proprio sotto questo albero che Pinocchio, incontrò, un bel giorno, il Gatto e la Volpe. Il WWF ha recentemente inserito la Quercia di Pinocchio tra i beni paesaggistici italiani di maggiore importanza.
Il platano di Curinga
È un albero millenario appartenente alla famiglia delle Platanaceae, originario dell’Asia occidentale e del Mediterraneo orientale. Antiche leggende raccontano che furono i monaci stessi a piantarlo e la sua longevità è dovuta a una felice esposizione e alla presenza costante dell’acqua. Vegeta in un terreno fertile e umido, in prossimità di un piccolo corso d’acqua, dove cresce vigorosamente. Si presenta come un albero imponente, alto fino a 20 metri con tronco della circonferenza di 18 metri. Il tronco è all'interno cavo, forse il processo che ha generato questa forma è avvenuto naturalmente o a causa del fuoco. Su un lato presenta un'enorme apertura, alta più di 3 metri, da cui si ha accesso alla cavità del tronco, che presenta varie aperture, come delle finestrelle da cui si può sbirciare sull'esterno. Le radici, alcune delle quali visibili, si piantano nel terreno come le dita delle mani e i rami, spogli in inverno, sembrano delle lunghe braccia.
Non ha resistito al tempo, invece, quello che a lungo è stato forse l’albero più famoso d’Italia, il pino marittimo che dalla collina di Posillipo si affacciava sul Golfo di Napoli (la foto è del primo Novecento, durante la fase di emissioni gassose che precedette la grande eruzione del Vesuvio del 1906). Colpito da una malattia, è stato abbattuto negli anni Ottanta. Legambiente ne ha piantato un altro, e comunque in zona restano pini altrettanto fotogenici, ma quello era IL pino di Posillipo.
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