"Gradevole a vedersi, bella come le due piume, signora di gioia, dispensatrice di grazia, che dona felicità a chi ode la sua voce", questo di lei è stato scritto su una stele di confine della città di Akhetaton e come non sentirsi affascinati da questa donna, grande sposa reale del faraone Akhenaton?
Il suo nome significa è giunta la bella e la sua bellezza è testimoniata dalle pitture, dalle sculture, giunte fino a noi, che mettono in evidenza l'eleganza del lungo collo, la regalità del portamento e la serenità dello sguardo, riscontrabili in particolare dal busto esposto nel Museo di Berlino.
E' il suo ritratto più noto , rimasto incompiuto e attribuito allo scultore reale Thutmose, scoperto nel 1912 dall'archeologo tedesco Ludwig Borchardt ed esposto al Museo di Berlino , una scultura in calcare di circa cinquanta centimetri che non porta nessuna iscrizione che la identifichi con certezza.
Per lungo tempo è stato riconosciuto come autentico, ma recentemente, grazie al progresso delle tecnologie di scansione, qualcuno ha ipotizzato che le labbra carnose e perfettamente disegnate, il volto magro e allungato, siano frutto di qualche abile ritocco e che sotto il volto di stucco sapientemente manipolato, si nasconda un secondo volto di pietra con zigomi più arrotondati, una leggera gobba sul naso e qualche piega sul collo.
Coltivare un sogno o arrendersi alla realtà ?
Nell'imbarazzo della scelta, preferisco spostare l'attenzione su altre immagini, a mio parere molto tenere, che mostrano l'intimità e l'affettuosità di certi scorci di vita domestica che ritraggono la regina accanto al suo sposo e alle sei figlie e che dimostrano come sentimenti, gesti, emozioni possono ripetersi nei millenni.
La popolarità di Nefertiti non è comunque limitata alla sua straordinaria bellezza, vera o presunta, ma al suo ruolo nella storia dell'antico Egitto.
Non vi è certezza sul nome dei suoi genitori e qualcuno ipotizza che fosse giunta da un paese straniero; le prime rappresentazioni di Nefertiti compaiono a Tebe, accanto al nuovo faraone Amenofi IV, nel primo quinquennio del suo regno, prima che lo stesso cambiasse il suo nome in Akhenaton e si trasferisse ad Akhetaton. Dall'iconografia ufficiale si può dedurre che Nefertiti aveva già assunto un'importanza senza precedenti, pressoché equivalente al faraone in termini di status.
Tra il quarto e quinto anno del suo regno Amenofi IV decise di spostare la capitale da Tebe ad Akhetaton e di mutare il suo nome in Akhenaton, come segnale della crescente importanza del culto di Aton.
Tra il quarto e quinto anno del suo regno Amenofi IV decise di spostare la capitale da Tebe ad Akhetaton e di mutare il suo nome in Akhenaton, come segnale della crescente importanza del culto di Aton.
Si trattò in effetti di un vero e proprio scisma religioso da parte del Faraone nei confronti di Ammon, dio di Tebe, e di un colpo di stato nei confronti del potentissimo clero tebano.
In questi frangenti Nefertiti, con il suo carattere sensibile e spirituale, influenzò notevolmente il marito esortandolo al culto del Dio- Uno, rappresentato dal disco solare radiante.
Non solo, ma grazie alle sue capacità politiche e diplomatiche, si dimostrò più abile del coniuge nel governare il suo popolo e quando ,cedendo alla pressione di alcuni cortigiani, il faraone tornò a Tebe, la regina non lo seguì e preferì rimanere a Akhetaton per educare il futuro Thut ankAmmon, il figlio maschio che Akhenaton aveva avuto da un'altra regina e che aveva dato in sposo alla sua terzogenita Ankesammon.
In questi frangenti Nefertiti, con il suo carattere sensibile e spirituale, influenzò notevolmente il marito esortandolo al culto del Dio- Uno, rappresentato dal disco solare radiante.
Non solo, ma grazie alle sue capacità politiche e diplomatiche, si dimostrò più abile del coniuge nel governare il suo popolo e quando ,cedendo alla pressione di alcuni cortigiani, il faraone tornò a Tebe, la regina non lo seguì e preferì rimanere a Akhetaton per educare il futuro Thut ankAmmon, il figlio maschio che Akhenaton aveva avuto da un'altra regina e che aveva dato in sposo alla sua terzogenita Ankesammon.
Piano piano però Akhetaton andò spopolandosi perché progressivamente tutti i cortigiani erano ritornati a Tebe e Nefertiti finì i suoi giorni in solitudine, circondata dai pochi che le erano rimasti fedeli.
Molti sostengono che la sua morte avvenne con ogni probabilità nel dodicesimo anno di regno del faraone Akhenaton, ma né la data della sua morte né la sua mummia furono mai trovate o ufficialmente identificate. Dopo la sua scomparsa la città di Akhetaton fu rasa al suolo per cancellare definitivamente il culto di Aton, ma il mito di questa grande regina e delle sue straordinarie doti sopravvive ancora.
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