E' una nuova forma di street-art, nata a Barcellona, ma poi arrivata in molte altre città d'Europa e addirittura del mondo: si tratta di piccoli adesivi con frasi poetiche-motivanti.
La persona che ha dato il via al movimento spontaneo, a Barcellona, si fa chiamare BCN, mentre quella che l'ha importato a Bergamo, è BGY. Come mai nascondersi dietro una sigla? Perchè qualcuno potrebbe ritenere vandalismo questa forma di arte, anche se le etichette non sono eterne e si staccano facilmente, quindi non provocano danni irreparabili, anzi, invitano a pensare e a comportarsi bene. Direi che sono etichette "educative", più di tante pubblicità che impazzano ormai ovunque.
Le etichette, comunque, non vengono mai attaccate su monumenti ed opere d'arte, ma su pali, cassonetti, mezzi pubblici e altre superfici non troppo "nobili". Insomma, non si tocca il patrimonio artistico di una città.
Il ragazzo spagnolo che ha ideato questa cosa, l'ha fatto in un momento di sconforto: era malato ed andava spesso ad un centro medico. Un giorno ha ritrovato tra i suoi quaderni delle etichette, ci ha scritto qualcosa e nell'andare all'ospedale le ha attaccate lungo la via, fermandosi a fotografarle. Questa cosa lo ha fatto sentire bene, così ha pensato di condividere con altri questa "terapia". Quello che vuole è far nascere un sorriso, dare un incoraggiamento.
Le parole scritte possono nascere dal cuore di chi le scrive o riportare brani di canzoni, piccole poesie o aforismi famosi.
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