Per
filo e per segno:
Filmetto estivo, con una trama così esile da
essere quasi evanescente, come la tela di un ragno…c’è……… non c’è? ma poi cosa
succede?
Così la speranza di imbattersi in un altro
piccolo capolavoro francese, va perduta, ma
visto che ci siamo andate vale la pena di dire due (poche ) righe.
Allora il tema è quello della casualità, cosa
sarebbe successo se……già affrontato molte volte e con ben diversi risultati, ad
esempio in Sliding Doors con Gwyneth Paltrow, però è strano che da un argomento
basato sull’ imprevedibilità sia scaturito un film così monotono….
Al solito poi la traduzione del titolo è del
tutto cervellotica da “Plan de Table” a “Se sposti un posto a tavola”…da non
credere!!!!!!
Si inizia con l’incontro in treno tra due
ragazzi, Eric e Marie, e si arriva a un
matrimonio, anzi meglio a un ricevimento di nozze.
Tavole eleganti da cui due innamorati ( da
notare che una è la sposa, Marie ) coinvolti in un appassionato abbraccio fanno
cadere i segnaposto…che poi il
giovanotto, Eric, risistema a casaccio.
Da qui Eric, nella fantasia, immagina tre situazioni
diverse che potrebbero nascere da questo
scambio e come se una pellicola si svolgesse e riavvolgesse …le coppie si lasciano
e scoprono bugie, inganni, desideri e sogni
irrealizzati.
Il tutto
è sostenuto soprattutto da Elsa
Zylberstein, la sottile Marie, che indossa con una grazia tutta francese tanto
il bell’abito da sposa quanto il
baschetto birichino e il cappottino rosso smilzo,e Franck Dubosch, un Eric irruento, aggrassivo e dolce al tempo
stesso.
Gli altri interpreti tratteggiano troppo spesso personaggi
caricaturali, privi di qualsiasi profondità.
Si dovrebbe ridere
e qualche volta succede, ma sembra, a un certo punto che la regista Christelle
Raynal non veda l’ora di concludere il
suo lavoro e non sappia come riempire il tempo rimasto.
Per consolarsi del
biglietto speso….la bella colonna sonora, anni 80, di Mathieu Gomet e,
come abbiamo detto, gli abiti di Simone Weil…oltre naturalmente l’happy end che fa bene al cuore dei
romantici.
Paola
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