Oggi scopro che altri statisti di un certo livello si sono dilettati di arte...per esempio Winston Churchill e George Bush.
Leggo qui:https://www.artribune.com/dal-mondo/2017/07/churchill-pittore-ma-solo-per-amore-di-vivien-leigh-allasta-un-suo-dipinto-per-la-famosa-attrice/
In mezzo alla sua tumultuosa carriera politica, Winston Churchill riusciva comunque a trovare il tempo per la pittura, che con il cinema fu la grande passione della sua vita. Un pittore dilettante, eppure apprezzato in particolare per i paesaggi e le nature morte. E una di queste, Rose in un vaso di vetro, fu il dono per l’attrice americana Vivien Leigh, della quale lo statista fu sempre innamorato, nonostante la donna fosse sposata con il collega Sir Laurence Olivier.
La Leigh mostrava tuttavia di gradire le attenzioni di Churchill, e il quadro con le rose finì addirittura nella sua camera da letto, luogo intimo per eccellenza. I due si conobbero nel 1936, per tramite del produttore britannico Alexander Korda, sul set del film Fire over England, di cui l’attrice era protagonista, un’amicizia durata fino al 1965, anno della scomparsa di Churchill. I cui meriti politici, anche in chiave della lotta antinazista nella II Guerra Mondiale, sono indiscussi. Per le sue qualità di intellettuale ottenne nel 1953 il Premio Nobel per la Letteratura, ottenuto grazie al suo memoir di guerra. La pittura di Churchill, invece, non è sicuramente da far girare la testa; i soggetti e la resa sono comuni, anche se non arrivano alla banalità delle opere di Adolf Hitler. Perché allora una stima di partenza così alta per l’opera pensata per la Leigh? La firma, il gossip e il soggetto destinatario hanno certamente costruito fama e allure intorno al quadro, trasformandolo in oggetto del desiderio.
rose del giardino di Chartwell nel Kent |
Churchill non è l’unica personalità del mondo politico a prestarsi all’arte. Anche l’ex presidente americano George W. Bush si cimenta con la pittura, e attualmente è in corso a Dallas una sua mostra sui veterani dell’11 settembre 2001. Ospitata dal George W. Bush Presidential Center (una cosetta in famiglia), Portraits of Courage consta di una serie di ritratti di persone che prestarono soccorso al World Trade Center quel tragico mattino di sedici anni fa: pompieri, poliziotti, militari, che per i traumi subiti hanno dovuto sottoporsi a lunghe terapie riabilitative.
Questa non è la prima mostra di Bush come pittore; nel 2014, L’arte della leadership: la diplomazia personale del presidente” fu un’esposizione incentrata sui ritratti dei capi di Stato o personalità di vario genere, incontrate nel corso dei suoi due mandati. Fra questi, il Dalai Lama, l’ex presidente dell’Afghanistan Hamid Karzai, e l’ex premier inglese Tony Blair. Due mostre a carattere documentario, che hanno giocato sul lato emotivo e spettacolare cui gli americani sono sempre sensibili; due mostre tuttavia mediocri, come del resto sono stati i due mandati di G. W.
– Niccolò Lucarelli
Il mio pensiero è che se uno si diverte a dipingere, bravo o meno, lo deve fare....fare mostre, però, è un altro paio di maniche!
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