Cowboy (letteralmente, "ragazzo delle vacche", da cow = vacca e boy = ragazzo, in inglese), cioè "bovaro" o mandriano, era un pastore che curava le mandrie nei ranch, dove erano preposti alla conduzione del bestiame verso le zone di pascolo, alla sua protezione e al suo controllo.
Il termine boy, ovvero ragazzo aveva una accezione negativa relativa alla giovane età che sarebbe bastata per svolgere il mestiere. Spesso venivano a formare un piccolo esercito al servizio di ricchi proprietari terrieri, essendo autorizzati a portare le armi per la difesa del bestiame.
Oltre al lavoro nel ranch, alcuni cowboy organizzano e partecipano ai rodei, e molti di essi lavorano soltanto in questi spettacoli.
La narrativa e soprattutto la cinematografia americana ne idealizzarono la figura rendendola tipica dell'epopea del far west, ma era un mestiere da disperati disposti a sopportare una vita molto dura dove si dormiva per terra, compiendo estenuanti marce di migliaia di chilometri.
Nei ranch i cowboy avevano il compito di far mangiare la mandria, marchiare il bestiame e curarne le ferite quando necessario. Inoltre muovevano il bestiame fino ai luoghi di vendita. In più i cowboy svolgevano altri lavori occasionali nei ranch come riparare i recinti. La natura di questi lavori dipendeva molto dalla grandezza del ranch e della mandria. Nei ranch più grandi per pascoli o per numero di capi solitamente ogni cowboy si specializzava in un compito. Nei ranch più piccoli al contrario, essendo i cowboy molto pochi e spesso membri della famiglia, si occupavano di tutti i lavori necessari.
Da: https://www.farwest.it/?p=6
L’abbigliamento dei cow-boys è una conseguenza diretta dei differenti ambienti in cui si trovano a lavorare. Comunque il classico abbigliamento cow-boy, quello trasmesso dai film western, è in buona parte ereditato dai vaqueros.
I primi dovevano essere solidi (perché in viaggi che potevano durare mesi non si aveva certo la possibilità di cambiarli spesso), col tacco alto (lo esigeva la moda dell’epoca e, d’altronde, siffatte calzature non erano state concepite per camminare) e morbidi (per non trasformare i piedi dei cowboys in spugne gonfie di sangue).
Spesso erano anche eleganti e molto decorati, ad esempio con fregi, cuciture, frange e, naturalmente, speroni, meglio se molto voluminosi, tintinnanti e acuminati, come ad esempio i ricercatissimi chihuahuas, grandi e raffinati speroni messicani formati da un unico pezzo di metallo con larghe bande che giravano attorno al tacco dello stivale e con decorazioni d’argento.
Un cowboy camminava molto raramente: l’allevamento del bestiame nell’Ovest era fortemente condizionato dall’ambiente, per cui era necessario svolgere questo lavoro a cavallo. Le grandi distanze del West non potevano essere percorse a piedi. E il cowboy passava la maggior parte del suo tempo su di una cavalcatura. Egli se ne prendeva cura personalmente ed era ben consapevole del fatto che da questo animale dipendeva la sua stessa vita.
La sella era in genere molto comoda e adatta a reggere il cowboy per molte ore. Aveva, per questo motivo, gli arcioni più alti del normale ed era molto larga. Le cinghie delle staffe erano molto lunghe, tanto che il cavaliere sembrava stare in piedi.
Basta pensare a quante ore al giorno e per quanti giorni all’anno vi passavano seduti sopra per capire al volo che la sella era il migliore investimento per un cowboy, il quale, dunque, non ci pensava proprio a lesinarci sopra (sempre che, è ovvio, le sue finanze lo permettessero).
Ecco perché una buona sella poteva costare una vera fortuna ma c’era sempre chi era disposto a comprarla, ed ecco perché una buona sella non si abbandonava mai e, anche quando il cavallo stramazzava al suolo per la sete o la fatica, il cowboy se la caricava sulle spalle e la trasportava a piedi per miglia e miglia.
Di selle ce n’era davvero un vasto assortimento, da quella spagnola (molto elaborata) a quella texana (con assai meno fronzoli e più pratica), ma i materiali con i quali venivano fabbricate erano sempre gli stessi: legno e cuoio, il che rendeva le selle non proprio leggerissime.
Ecco perché una buona sella poteva costare una vera fortuna ma c’era sempre chi era disposto a comprarla, ed ecco perché una buona sella non si abbandonava mai e, anche quando il cavallo stramazzava al suolo per la sete o la fatica, il cowboy se la caricava sulle spalle e la trasportava a piedi per miglia e miglia.
Di selle ce n’era davvero un vasto assortimento, da quella spagnola (molto elaborata) a quella texana (con assai meno fronzoli e più pratica), ma i materiali con i quali venivano fabbricate erano sempre gli stessi: legno e cuoio, il che rendeva le selle non proprio leggerissime.
Cappello: un cappello a falda larga per proteggere da sole, vento o pioggia. Probabilmente risente dell’influenza dei sombreri messicani e dei cappelli usati dai reggimenti di cavalleria degli USA.
Il cappello era uno Stetson a larghe falde, in genere grigio o marrone, i cui usi erano molteplici: proteggeva dal sole e dalla pioggia, dal vento e dalla neve, ma fungeva anche da cuscino e da recipiente.
Era assicurato alla testa da una cinghietta di cuoio che passava sotto il mento.
La camicia di lana era portata aperta sulla gola per lasciare intravedere uno sgargiante fazzoletto di seta (sudaderos o bandanas) indispensabile per coprirsi il volto ed evitare di ingoiare polvere quando si stava in coda alla mandria o si capitava nel bel mezzo di una tempesta di sabbia.
Era assicurato alla testa da una cinghietta di cuoio che passava sotto il mento.
La camicia di lana era portata aperta sulla gola per lasciare intravedere uno sgargiante fazzoletto di seta (sudaderos o bandanas) indispensabile per coprirsi il volto ed evitare di ingoiare polvere quando si stava in coda alla mandria o si capitava nel bel mezzo di una tempesta di sabbia.
Di norma la giacca non era indossata perché impediva i movimenti delle braccia. Era sostituita da un gilet senza bottoni e con tante
Guanti: sono di pelle di daino e devono essere morbidi e resistenti contro il filo spinato. Inoltre servono per tenere le redini e proteggersi dal sole. Venivano indossati tutto l’anno e preservavano le mani dalle bruciature delle corde e del freddo.
Gli strumenti di lavoro del cowboy erano essenzialmente due: la frusta e il lazo. La frusta era una striscia di cuoio che veniva legata al polso per essere sempre a portata di mano.
Il lariat o lazo dallo spagnolo la riata (la corda): una corda con un lazo ad una estremità, usato per catturare gli animali.
Per far roteare il lazo vi erano mille modi differenti, ma tutti molto efficaci: raramente un cowboy sbagliava il lancio.
Fucile: usato per proteggere la mandria dagli attacchi degli animali selvatici.
Cane pastore (non necessario).
Per far roteare il lazo vi erano mille modi differenti, ma tutti molto efficaci: raramente un cowboy sbagliava il lancio.
Fucile: usato per proteggere la mandria dagli attacchi degli animali selvatici.
Cane pastore (non necessario).
Picoli cowboys crescono...il mestiere di cowboy oggi si pratica ancora, ma sicuramente non è più un lavoro così rischioso e faticoso.
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