sabato 15 dicembre 2018

Sirene

Una sirena è una creatura leggendaria, con l'aspetto di donna nella parte superiore del corpo e di pesce in quella inferiore, che appare principalmente nel folclore europeo, ma che trova comunque figure affini in altre culture.




Da tener presente che tale sirena del folclore e della letteratura fantasy, si discosta totalmente dalle sirene divine  della mitologia e della religione greca, iconograficamente rappresentate con l'aspetto di donna nella parte superiore del corpo e di uccello in quella inferiore.


Prima: da https://storiaefantasydotcom1.wordpress.com/2017/10/12/creature-fantastiche-e-mitologiche-le-sirene/

Affatto benevole e gentili erano queste favolose creature marine: infide ed adescatrici. La loro voce incantata stregava il povero navigante e lo conduceva a morte certa.
Proprio in quell’ora che, come disse il Sommo Poeta, al navigante “intenerisce il cor”, nel silenzio infinito di un mare sterminato si levava una voce. Era un canto dolce e malinconico, che attirava i marinai stanchi e con il cuore gonfio di nostalgia.




Era un canto dalla bellezza struggente. Un canto divino.
I marinai non riuscivano a resistere a tale irresistibile richiamo e puntavano la prua della nave nella direzione da cui proveniva tanto incanto e tale soave delizia per le orecchie e il cuore: quel canto aveva la voce della sposa lontana, del figlio e della madre lasciati nella patria terra.



Era un canto che inebriava e stordiva e conduceva dritto verso la morte, nelle braccia di splendide fanciulle la cui bellezza era quasi pari all’ingannevole splendore della loro voce.
Ma non erano fanciulle normali. Erano creature dalla forma bizzarra: metà uccello e metà bellissime fanciulle.

Stanno sedute sopra scogliere infiorate dai lussureggianti colori e i marinai, lasciati remi e timoni, stavano ad ascoltare quel canto.
Troppo storditi per accorgersi che quella scogliera fiorita non era di roccia, ma di ossa umane ed era troppo tardi per fuggire.




Erano le “Rocce dei Naufraghi”, che ogni navigante conosceva attraverso i racconti di altri naviganti ed in cui sperava di naufragare mai.
E quelle donne adescatrici, splendide ed orribili insieme, erano le Sirene e erano belle quanto crudeli.
Quale bizzarro scherzo della Natura le aveva rese così mostruosamente belle? Metà donne e metà uccello.
Erano le figlie del dio del fiume Achelao e della Musa Sterpe, abilissime nel suono e dalla voce dolce e struggente.
I loro nomi erano: Leucasia, Molpe, Imerope, Teles… Erano dodici. Dodici fanciulle piene di grazia e dolcezza, tanto che Demetra, la Dea della Terra, le volle come compagne di sua figlia Persefone.
Fu proprio questa la loro disgrazia.
Erano in compagnia di Persefone (Proserpina) quando Ade (Plutone) la rapì per condurla con sé negli Inferi.
Demetra si infuriò così tanto con loro per non aver impedito il rapimento, che le trasformò nei mostri in cui i naviganti ebbero, da allora, la disgrazia di imbattersi lungo le loro rotte.
Le più conosciute tra loro: Telsiope l’Incantatrice, Aglaope la Meravigliosa Voce, Pasinoe la Maliarda, Partenope la Vergine… (da cui prese il nome Napoli, la Citta Partenopea).




Poi:

Con tutta probabilità la trasformazione della Sirena da donna-uccello a donna-pesce avvenne nel corso del II secolo d.C. I motivi di questa mutazione sono presumibilmente due.
Il primo motivo può derivare dal fatto che un amanuense del tempo, in qualche bestiario, sbagliò a scrivere la parola latina “pennis” scrivendo invece “pinnis” che significa pinna. Un altro motivo potrebbe derivare dalla diffusione del Cristianesimo che vedeva queste creature come esseri del male.
Dato che solo gli angeli potevano avere attributi quali le ali, si decise di cambiarle in pinne.



Le Sirene furono per molti secoli considerate creature del maligno, malvagie e simbolo di perdizione. Solo con Omero la loro figura venne nobilitata arrivando ad essere creature caritatevoli e accompagnatrici di anime nel mondo dell’Aldilà.

Ricordiamo l'episodio famoso di Ulisse, che si fece legare all'albero maestro della nave per poter ascoltare il loro canto senza farsene diventare schiavo.




Dopo il periodo “buio” del Cristianesimo, considerate di nuovo  esseri del male, le Sirene, con la favola di Andersen ritrovarono di nuovo la fama di esseri compassionevoli e simbolo dell’amore tragico.





 Le sirene sono convenzionalmente raffigurate come belle ragazze dai lunghi capelli dorati e fluenti, oppure addirittura verdi come ul mare, con una lunga coda di pesce al posto delle gambe. A volte sono associate ad eventi pericolosi come tempeste e annegamenti, mentre in altre tradizioni popolari (o talvolta all'interno della stessa tradizione) sono creature gentili e benevole, che offrono doni o si innamorano di esseri umani.






Nel XVI secolo le sirene venivano comunemente raffigurate mentre tenevano in mano uno specchio e un pettine. Secondo le credenze dell'epoca lo specchio era considerato un oggetto magico: era attribuito alle donne impure e serviva a contemplare il volto della morte o ad adorare il diavolo.




Spesso le navi antiche avevano sulla prua una polena (figura di legno scolpita) raffigurante una sirena, come se gli uomini di mare volessero scongiurare l'ostilità di queste creature acquatiche, attraverso questo singolare omaggio. A metà del XIX secolo, la sirena divenne la polena più comune, venendo usata come talismano contro le tempeste.


Da https://www.mitiemisteri.it/storia-leggende-creature-mitologiche/sirene e Wikipedia.
Le leggende sulle sirene sono tante, su wikipedia ne potete trovare parecchie.























La più famosa nel mondo oggi è questa:


la sirenetta di Copenhagen.




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