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la storia di una delle primissime star di Hollywood, che ha incarnato l'immagine della seduttrice perversa. Divertiamoci a conoscerla.
Molto, molto prima che film e serie TV sui vampiri diventassero una moda dilagante, ci fu Theda Bara, il primo vero sex symbol del grande schermo, che ipnotizzava gli spettatori con il suo sguardo magnetico, il trucco da vampira e abiti scandalosi, ma non con la voce, perché era una star del cinema muto.
Nata il 22 luglio 1890 a Cincinnati (Ohio), Theodosia Goodman era la figlia di un povero sarto ebreo. All’età di 18 anni la ragazza del Midwest con il viso da bambina si trasferì a New York, con il sogno nel cassetto di diventare diventare attrice. La Grande Mela, a cavallo del secolo, era piena di giovani donne dagli occhi splendenti, e la Goodman si perse nella folla.
Le predilezione per un corpo formoso, in auge nel periodo vittoriano, stava tramontando, a favore di silhouette più androgine, predominanti negli anni dell’età del Jazz. La Goodman, con i suoi capelli scuri e indomabili, e curve naturali, non era come le altre ragazze.
Nel 1915 il regista Frank Powell volle scommettere su Theodosia, che all’epoca aveva 29 anni, ma ne dichiarava 25. Le propose la parte di protagonista nel film La vampira. Malgrado fosse scettica nei confronti del neonato cinema, la ragazza accettò, con riluttanza, la parte.
Il film narra di un padre di famiglia devoto che, mentre viaggia su una nave verso l’Inghilterra, incontra una bella sconosciuta, chiamata solo con l’appellativo “la donna vampiro”. La misteriosa creatura corrompe la sua anima, distrugge la sua famiglia, lo priva della sue ricchezze e della dignità, ed infine ne provoca la scomparsa.
Fino ad allora nessuno aveva mai sentito parlare di Theda Bara (anagramma di Arab Death – Morte Araba), così la produzione – i Fox Studios – decise di lanciare, ed era la prima volta che accadeva, una grande campagna pubblicitaria.
Le forme voluttuose dell’attrice erano drappeggiate con leggeri e trasparenti abiti di stile orientale, impreziositi da gioielli piuttosto kitsch, mentre gli occhi erano appesantiti da un trucco esotico.
Con una mossa che diede inizio al binomio star hollywoodiana/gossip, il team della Fox inventò false storie sull’attrice, che vennero pubblicate sulla stampa. La ragazza ebraica fu spacciata per essere una misteriosa donna araba, nata in Egitto da una scandalosa relazione tra un artista francese e la sua amante araba. Lo stratagemma pubblicitario funzionò, e Theda Bara divenne un personaggio di successo.
Per mantenere l’alone di mistero che la circondava, le fu imposto di indossare il velo in pubblico, e di rilasciare le interviste alla stampa nel buio più assoluto. L’attrice divenne nota come “The Vamp”, abbreviazione di vampire, che poi si trasformò in sinonimo di donna fatale.
Nel solo 1915, la Bara recitò in undici film che rivaleggiavano, in termini di incassi e successo, con quelli di Charlie Chaplin. Divenne così famosa che lo scienziato Nicola Tesla promise di inviare la sua immagine su Marte.
I Fox Studios le fecero interpretare sempre ruoli da vampira, o simili: fu cambiata la sceneggiatura di Romeo e Giulietta, dove lei recitava nel ruolo da protagonista, facendo tornare la defunta Giulietta nelle vesti di fantasma.
La stampa le affibbiò diversi appellativi, tra cui “prodotto del diavolo – la regina dei vampiri – la sacerdotessa del peccato”, e la sua fama ispirò una moda “gotica”, che però spaventava i benpensanti: l’Evening World pubblicò una sorta di guida cautelativa, per insegnare agli uomini come riconoscere ed evitare quel tipo di donna, pericolosa e scandalosa.
Il fenomeno Theda Bara si verificò negli anni in cui il movimento per i diritti delle donne stava ottenendo i primi risultati: fuori dalla sfera domestica la “nuova donna” che lavorava fuori casa, generò i miti di una femminilità perversa e malefica. Il successo dell’attrice potrebbe essere attribuito ad una feticizzazione di questi miti e paure.
Theda dichiarò: “La vampira che io interpreto è la vendetta del mio sesso sui suoi sfruttatori. Vedete, ho la faccia di una vampira, ma il cuore di una femminista.”
Se sullo schermo era l’incarnazione del male in quanto donna, mentre nella realtà si dichiarava una femminista, forse il messaggio che veniva percepito era l’equivalenza tra femminismo e male.
Tra il 1915 e il 1919, Theda Bara recitò in una quarantina di film, interpretando ruoli come Cleopatra, Salomè, e Carmen. Poi l’industria cinematografica raggiunse un pubblico più ampio, che richiedeva una visione meno aggressiva della sessualità femminile, così Fox non rinnovò il suo contratto.
L’erotismo misterioso e cupo della Bara fu sostituito con quello semplice e innocuo della “ragazza della porta accanto”, impersonato da nuove star come Clara Bow e Mary Pickford
Theodosia Goodman, sfruttando la sua consolidata immagine da Vamp, iniziò una nuova carriera a Broadway, e si ritirò definitivamente dal palco nel 1926. Morì il 7 aprile 1955, a 69 anni.
Purtroppo, la maggioranza dei film della Bara andarono perduti nell’incendio che distrusse la Fox nel 1937. Tutte le pellicole originali dei suoi film bruciarono, e di lei rimangono solo le fotografie.
L’unico film a rimanere intatto è proprio quello che trasformò una brava ragazza del mid-west in un simbolo di erotismo perverso: La vampira.
Sex symbol, femme fatale, femminista, chi era Theda Bara? Sicuramente una delle più misteriose icone femminili della storia del cinema.
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