Si dice che Bucefalo, il cavallo di Alessandro Magno, fosse un Akhal-Teke.
Gli Akhal-Teke venivano chiamati anche "Levrieri del Deserto" per la loro velocità ed eleganza.
Questa razza purosangue è molto antica e probabilmente i famosi cavalli del Fergana, tanto cari agli imperatori cinesi, erano proprio gli Akhal Tekè dei turcomanni. Akhal-Teke è conosciuto appunto come “Cavallo Celeste” perché si ritiene che anche gli imperatori cinesi montassero questa antica razza equina, considerato il simbolo della nazione tanto da apparire al centro dello stemma della Repubblica.
A causa della sua zona di origine le possibilità di incrocio con altre razze è stata drasticamente ridotta. Tuttavia si registra un tentativo, peraltro fallimentare, di miglioramento attraverso l'utilizzo di Purosangue. L'utilizzo principale di questo cavallo era per le corse, tanto che l'Akhal-Tekè conserva un "fondo" notevole. Poiché il cavallo nelle tribù orientali veniva, e viene tenuto tutt'oggi in grande considerazione come simbolo di ricchezza e poiché esso ha rappresentato per secoli un fondamentale mezzo di fuga e di salvezza in caso di attacchi improvvisi ad esso era riservata un'attenzione particolare. Esso veniva protetto con coperte dal freddo e dal caldo e veniva alimentato con mangimi a base di grasso animale(lardo burro), uova, mais ed orzo. Nell'antichità il cavallo era secondo solo al padrone di casa.
Allevato in zone aride in condizioni di vita molto dure l'Akhal-Tekè risulta un cavallo molto agile e resistente, capace di resistere in zone assai calde o assai fredde, è quindi ottimo per vari tipi di discipline: endurance, trekking, salto ad ostacoli. In occidente questo cavallo è apprezzato anche per la tipicità del suo pelo il quale nei secoli ha assunto una particolare forma conica che gli permette di riflettere un numero molto alto di raggi solari.
Lo splendido gioco di colori del pelo nasce sia dalla pelle estremamente sottile che dai peli molto corti e morbidissimi. Infatti la struttura del pelo dell’Akhal-Teke è molto fine e piuttosto insolita, il suo “bagliore” è dovuto alle dimensioni ridotte, o addirittura all’assenza, del nucleo opaco che si trova al centro del fusto del pelo (detto anche asta). La parte trasparente del pelo, o midollo, occupa lo spazio extra e agisce come una fibra ottica, riflettendo la luce da una parte all’altra. Da qui l’aspetto dorato del pelo di questo splendido destriero.
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