Recentemente sono stata a Lisbona, dove ho scoperto che è nato Sant'Antonio da Padova ( perchè a Padova è morto).
Un santo, dunque, che ci dividiamo con i lusitani, un santo che qui da noi viene pregato dalle ragazze per trovare marito...E in Portogallo, di cui il santo è patrono, cosa succede?
Un santo, dunque, che ci dividiamo con i lusitani, un santo che qui da noi viene pregato dalle ragazze per trovare marito...E in Portogallo, di cui il santo è patrono, cosa succede?
A Lisbona, al culmine delle feste in celebrazione del santo, nella notte tra il 12 e il 13 giugno, con le sfilate, si svolgono i “Matrimoni di Sant’Antonio”, celebrati nella cattedrale (Sé), dal vescovo.
Infatti il Sant'Antonio portoghese è il santo “casamentario” ossia colui che protegge e propizia l’amore coniugale!
I ragazzi acquistano vasi di terracotta che contengono piante di basilico decorate con garofani di carta velina colorata. Sulla sommità del bastoncino piantato nel fiore di carta va messo un biglietto con versi di amore destinati all’amata. Il senso di questo regalo è che il basilico è una pianta delicata e stagionale, che necessita ogni anno che i semi vengano ripiantati per far sì che il sentimento duri in eterno.
E quella del basilico fin dall'antichità è sempre stata ritenuta una pianta ricca di significato:
Il nome deriva dal greco “basilikos”, che significa “erba degna di un re”, come detto dal filosofo e botanico greco Teofrasto, nel 3 ° secolo A.C.
Il Basilico ha avuto origine in India ed è stato portato in Occidente dai mercanti di spezie; gli Egiziani, i Greci e i Romani erano già a conoscenza dei suoi sapori e delle sue proprietà curative.
Nell’antichità il basilico era considerato una pianta divina.
In India, patria di origine dell’elegante erba, vi è un basilico sacro, chiamato tulasi, identificato con la dea della bellezza, della quiete e dell’armonia, Lakshmi, sposa di Víshnu.
Tulasi, invocata per proteggere dalle malattie, favorisce il concepimento e apre il cammino verso il mondo celeste, per cui viene deposto religiosamente sul petto dei morenti.
Il basilico è venerato anche dagli shivaiti: Krishna ha adottato quest’erba per il suo culto.
Presso i Romani era il simbolo degli innamorati.
I Greci e Romani credevano che, per far crescere una piantina sana di basilico, fosse necessario seminare, accompagnando tale operazione con insulti e maledizioni. Ma a parlare più seriamente di questa erba aromatica è stato lo scrittore romano Lucio Giunio Moderato Columella, che spiega come il basilico sia una pianta da seminare in abbondanza “dopo le idi di maggio fino al solstizio d’estate”. Tra i romani veniva considerata una pianta magica e sacra a Venere, come molte altre erbe aromatiche, e doveva essere raccolto dopo precisi rituali.
Il famoso naturalista romano Plinio era convinto che i semi del basilico, e non le foglie, fossero potenti afrodisiaci; in alcune zone, ancora oggi, gli agricoltori lo fanno mangiare ad asini e cavalli durante il periodo riproduttivo per aumentare la loro forza sessuale.
In seguito, grazie a queste caratteristiche afrodisiache, è diventato il vero simbolo degli innamorati.
Anche i Galli ritenevano il basilico una pianta sacra, tanto che le sue foglie venivano raccolte solo da coloro che avevano seguito un complesso rituale di purificazione.
I Galli coltivavano il basilico in luglio / agosto fino a quando era in fiore. I mietitori di questa pianta sacra dovevano sottoporsi a rigorosi rituali di purificazione: dovevano lavare la mano con cui raccogliere le piante nell’ acqua di tre diverse sorgenti, dovevano indossare abiti puliti, mantenersi a distanza dalle persone impure (per esempio, le donne durante le mestruazioni) e non utilizzare strumenti di metallo per tagliare i gambi.
Tra gli antichi egizi e i greci, il basilico conservò una simbologia legata alla morte: ritenuto di buon auspicio per l'aldilà, si usava per le imbalsamature. I cinesi e gli arabi ne conoscevano le proprietà medicinali, mentre i crociatine riempivano le navi per cacciare insetti e cattivi odori.
Erba apotropaica, usata per allontanare gli spiriti maligni, era usata ai funerali e nei riti in memoria dei morti.
Nell’Isola di Creta è segno di lutto.
Per lungo tempo si era creduto che fosse altamente curativo nei casi di pazzia e demenza. Avicenna da Dioscoride e altri, invece, sostenevano che il suo uso provocasse sangue torbido e malinconico.
Al basilico sono ricollegate diverse leggende. Una fa riferimento all’Imperatrice Elena, madre di Costantino (IV sec. d.C.), che trovato la pianta sul luogo della crocifissione di Cristo, l’avrebbe poi diffusa per tutto l’impero.
Alcuni naturalisti, come Nicholas Culpeper lo ritenevano velenoso. Una leggenda medievale lo cita come capace di attirare gli scorpioni, qualora le foglie fossero messe sotto un vaso.
Il dottore fiammingo Van Helmont, riteneva che il basilico tritato lasciato in mezzo a due mattoni si trasformasse in scorpione!
Nelle miniature di alcuni manoscritti, il basilico è il simbolo dell'odio e di Satana. Il folklore ebraico suggerisce invece che dia forza durante il digiuno.
In seguito, grazie a queste caratteristiche afrodisiache, è diventato il vero simbolo degli innamorati.
Anche i Galli ritenevano il basilico una pianta sacra, tanto che le sue foglie venivano raccolte solo da coloro che avevano seguito un complesso rituale di purificazione.
I Galli coltivavano il basilico in luglio / agosto fino a quando era in fiore. I mietitori di questa pianta sacra dovevano sottoporsi a rigorosi rituali di purificazione: dovevano lavare la mano con cui raccogliere le piante nell’ acqua di tre diverse sorgenti, dovevano indossare abiti puliti, mantenersi a distanza dalle persone impure (per esempio, le donne durante le mestruazioni) e non utilizzare strumenti di metallo per tagliare i gambi.
Tra gli antichi egizi e i greci, il basilico conservò una simbologia legata alla morte: ritenuto di buon auspicio per l'aldilà, si usava per le imbalsamature. I cinesi e gli arabi ne conoscevano le proprietà medicinali, mentre i crociatine riempivano le navi per cacciare insetti e cattivi odori.
Erba apotropaica, usata per allontanare gli spiriti maligni, era usata ai funerali e nei riti in memoria dei morti.
Nell’Isola di Creta è segno di lutto.
Per lungo tempo si era creduto che fosse altamente curativo nei casi di pazzia e demenza. Avicenna da Dioscoride e altri, invece, sostenevano che il suo uso provocasse sangue torbido e malinconico.
Al basilico sono ricollegate diverse leggende. Una fa riferimento all’Imperatrice Elena, madre di Costantino (IV sec. d.C.), che trovato la pianta sul luogo della crocifissione di Cristo, l’avrebbe poi diffusa per tutto l’impero.
Alcuni naturalisti, come Nicholas Culpeper lo ritenevano velenoso. Una leggenda medievale lo cita come capace di attirare gli scorpioni, qualora le foglie fossero messe sotto un vaso.
Il dottore fiammingo Van Helmont, riteneva che il basilico tritato lasciato in mezzo a due mattoni si trasformasse in scorpione!
Nelle miniature di alcuni manoscritti, il basilico è il simbolo dell'odio e di Satana. Il folklore ebraico suggerisce invece che dia forza durante il digiuno.
Nel 1800 alcuni inglesi residenti in India indossavano una collana realizzata con legno di basilico, credendo che neutralizzasse gli impulsi elettrici allontanando i fulmini, come sosteneva la religione indù.
Nello stesso periodo, durante le eclissi, il basilico veniva mangiato e messo nelle riserve d’acqua per prevenire le contaminazioni.
Nel Medioevo, al fine di raccogliere il basilico, si doveva purificare la mano destra in tre diverse sorgenti, poi si doveva utilizzare un ramo di quercia e indossare vestiti di lino bianco.
Nel Decamerone di Boccaccio troviamo una delle più strane storie d’amore che ha come protagonista la pianta del basilico. Boccaccio nella V Novella, giornata IV, racconta la storia di Elisabetta da Messina che ha seppellito la testa del suo amato Lorenzo, barbaramente assassinato dai suoi fratelli gelosi, in un grande vaso di basilico, che ha innaffiato tutti i giorni con le lacrime.( vedi qui: http://ilclandimariapia.blogspot.it/2017/04/teste-di-moro-e-leggende.html )
Nel Medioevo, inoltre, il basilico è stato utilizzato anche per gli esorcismi e quindi per scacciare i demoni dal posseduto, e si credeva che esso potesse compiere miracoli in caso di peste e che potesse curare la debolezza fisica dell’uomo.
Nel Rinascimento le proprietà culinarie e terapeutiche del basilico sono state definitivamente riconosciute quando Cosimo de’ Medici lo ha incluso tra i profumi del ‘Giardino dei Semplici'(1545).
In molti si sono chiesti se il basilico è in realtà una pianta ‘magica’ o no, ma sappiamo, ad esempio, che Napoleone l’ ha utilizzato per le sua capacità di stimolare la concentrazione intellettuale. Napoleone , infatti, era convinto che il suo profumo lo avrebbe aiutato a preparare i piani per manovrare gli eserciti. E la storia non è leggenda …
Il basilico ha ispirato il simbolo della Dolcezza e l’impresa: “Quo mollius, eo soavius” (Quanto più delicatamente, tanto più soavemente).
In Occidente il basilico ha un simbolismo erotico. In Toscana era soprannominato amorino; in Sicilia era il simbolo dell’ amore ricambiato, come nella Roma antica.
Una novella diffusa in tutta Italia, denominata in Toscana Il basilicone, narra la storia d’amore, a lieto fine, tra una ragazza, Caterina, apprendista sarta, che tutte le mattine innaffia una rigogliosa pianta di erba regale, e il bel principe, che, percorrendo quella strada tutti i giorni, finisce per notarla, innamorandosene.
Alcuni autori hanno sostenuto che non dovrebbe essere mai reciso con strumenti di ferro perché il metallo annulla tutte le sue qualità. E ‘proprio vero, in effetti, se proviamo a tagliare le foglie di basilico con un coltello, a causa dell’ossidazione, diventano immediatamente nere, quindi, dovrebbe essere tagliato solo a mano.
( da:http://www.pianetablunews.it/2018/01/14/pianta-sacra-di-amore-eterno-e-di-guarigione-la-mitologia-e-la-magia-del-basilico/ e molti altri siti nel web)
Nel Decamerone di Boccaccio troviamo una delle più strane storie d’amore che ha come protagonista la pianta del basilico. Boccaccio nella V Novella, giornata IV, racconta la storia di Elisabetta da Messina che ha seppellito la testa del suo amato Lorenzo, barbaramente assassinato dai suoi fratelli gelosi, in un grande vaso di basilico, che ha innaffiato tutti i giorni con le lacrime.( vedi qui: http://ilclandimariapia.blogspot.it/2017/04/teste-di-moro-e-leggende.html )
Nel Rinascimento le proprietà culinarie e terapeutiche del basilico sono state definitivamente riconosciute quando Cosimo de’ Medici lo ha incluso tra i profumi del ‘Giardino dei Semplici'(1545).
In molti si sono chiesti se il basilico è in realtà una pianta ‘magica’ o no, ma sappiamo, ad esempio, che Napoleone l’ ha utilizzato per le sua capacità di stimolare la concentrazione intellettuale. Napoleone , infatti, era convinto che il suo profumo lo avrebbe aiutato a preparare i piani per manovrare gli eserciti. E la storia non è leggenda …
Il basilico ha ispirato il simbolo della Dolcezza e l’impresa: “Quo mollius, eo soavius” (Quanto più delicatamente, tanto più soavemente).
In Occidente il basilico ha un simbolismo erotico. In Toscana era soprannominato amorino; in Sicilia era il simbolo dell’ amore ricambiato, come nella Roma antica.
Una novella diffusa in tutta Italia, denominata in Toscana Il basilicone, narra la storia d’amore, a lieto fine, tra una ragazza, Caterina, apprendista sarta, che tutte le mattine innaffia una rigogliosa pianta di erba regale, e il bel principe, che, percorrendo quella strada tutti i giorni, finisce per notarla, innamorandosene.
Alcuni autori hanno sostenuto che non dovrebbe essere mai reciso con strumenti di ferro perché il metallo annulla tutte le sue qualità. E ‘proprio vero, in effetti, se proviamo a tagliare le foglie di basilico con un coltello, a causa dell’ossidazione, diventano immediatamente nere, quindi, dovrebbe essere tagliato solo a mano.
( da:http://www.pianetablunews.it/2018/01/14/pianta-sacra-di-amore-eterno-e-di-guarigione-la-mitologia-e-la-magia-del-basilico/ e molti altri siti nel web)
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