https://www.piccolestorie.net/2017/10/31/vedete-sciarpa-legata-ad-un-albero-inverno-quello-significa/ riporta la notizia di una consuetudine nata in America, che sta prendendo piede da qualche anno a questa parte anche in Europa.
Migliaia di persone legano vecchie sciarpe, o ne fanno appositamente di nuove, alla base degli alberi nei parchi o sui viali cittadini.
Queste sciarpe vengono generosamente lasciate per i senzatetto e i per i poveri che sono esposti alle temperature invernali fredde e pericolose. Le sciarpe calde sono a loro disposizione ed offrono un po’ di calore al corpo, ma anche all’animo.
Alcune sciarpe hanno dei cartellini sui quali si possono leggere messaggi come questo:
“Non sono una sciarpa persa! Per favore, prendimi con te se hai freddo. Ti scalderò.”
Alcune persone coinvolte nel progetto, come Elizabeth Sammons, confezionano le sciarpe con le proprie mani, in casa.
La donna racconta al WCCO News quanto gratificante sia aiutare chi ha bisogno.
“Penso che possiamo fare qualcosa di utile, di grande, per la comunità. Siamo in tanti ad occuparci di questo progetto, c’è molto supporto, è molto bello”.
La tendenza è iniziata a Seymour, Indiana (USA), e questa bella iniziativa sarà in grado di fornire un granello di sabbia importante per una buona parte dei 1.56 milioni di senzatetto americani che sentiranno un po’ più di calore questo inverno.
Ma non solo a Seymour. Si legge qui .
A Winnipeg, metropoli canadese, il freddo ha raggiunto 30 gradi sotto lo zero. Chi non ha un tetto, un posto dove ripararsi, non ha scampo, nel lungo inverno gelido. E, anche se non risolvono i problemi, un cappotto pesante, un paio di guanti, un berretto possono aiutare. O, anche, una sciarpa di lana, di quelle calde calde, fatte a mano.
Per fortuna a Winnipeg le sciarpe, nuove, coloratissime e pulite, pendono dai rami degli alberi, dalle grate, dai cancelli. Se ne trovano anche appese alle reti arancioni dei cantieri e strette ai pali della luce.
La donna racconta al WCCO News quanto gratificante sia aiutare chi ha bisogno.
“Penso che possiamo fare qualcosa di utile, di grande, per la comunità. Siamo in tanti ad occuparci di questo progetto, c’è molto supporto, è molto bello”.
La tendenza è iniziata a Seymour, Indiana (USA), e questa bella iniziativa sarà in grado di fornire un granello di sabbia importante per una buona parte dei 1.56 milioni di senzatetto americani che sentiranno un po’ più di calore questo inverno.
Ma non solo a Seymour. Si legge qui .
A Winnipeg, metropoli canadese, il freddo ha raggiunto 30 gradi sotto lo zero. Chi non ha un tetto, un posto dove ripararsi, non ha scampo, nel lungo inverno gelido. E, anche se non risolvono i problemi, un cappotto pesante, un paio di guanti, un berretto possono aiutare. O, anche, una sciarpa di lana, di quelle calde calde, fatte a mano.
Per fortuna a Winnipeg le sciarpe, nuove, coloratissime e pulite, pendono dai rami degli alberi, dalle grate, dai cancelli. Se ne trovano anche appese alle reti arancioni dei cantieri e strette ai pali della luce.
E chi ne ha bisogno può prenderle, metterle al collo, se ha ancora freddo prenderne un'altra e portarle con sé.
Su ogni sciarpa c’è un cartellino che dice: «Take this scarf (prendi questa sciarpa). Se hai freddo o se ti piace», firmato «Chase
the chill in Winnipeg». E’ il gruppo, di cui tutti possono fare parte, dei volontari anonimi che realizzano a mano le sciarpe per regalarle a chi ne ha bisogno.
A coordinare il lavoro ci pensa Val Paulley: «E’ molto divertente fare cose utili per la gente. Del nostro gruppo fanno parte persone di tutte le età, dagli adolescenti agli anziani: non si sono mai visti prima, ma si mettono a lavorare a maglia insieme, a Old Market Square, e accettano suggerimenti dagli appassionati di knitting».
Ogni anno vengono realizzate e distribuite dalle 200 alle 300 sciarpe. Ma «Chase the chill» ha attecchito anche in altre città canadesi, come Ottawa, Edmonton e The Pass.
Il merito dell’idea deve essere riconosciuto a una americana di Easton, Pennsylvania: si chiama Susan Huxley ed è un’esperta di libri sul cucito. "Abito accanto a una casa di accoglienza per i senzatetto e, cinque anni fa, mi fermai a guardarli meglio. Molti di loro indossavano abiti troppo leggeri per resistere al freddo. Comprai vestiti e stivali, ma volevo qualcosa di più, che desse loro la possibilità di scegliere, di mantenere la loro dignità, senza doversi qualificare come “persona bisognosa”".
E se qualche sciarpa rimane avvolta attorno a un tronco, perché nessuno ne ha più bisogno, va in beneficenza.
E qui da noi? A quanto leggo qui http://bologna.repubblica.it/cronaca/2017/11/02/news/dona_una_sciarpa-180019782/ a Bologna si è cominciato a copiare l'idea.
Su ogni sciarpa c’è un cartellino che dice: «Take this scarf (prendi questa sciarpa). Se hai freddo o se ti piace», firmato «Chase
the chill in Winnipeg». E’ il gruppo, di cui tutti possono fare parte, dei volontari anonimi che realizzano a mano le sciarpe per regalarle a chi ne ha bisogno.
A coordinare il lavoro ci pensa Val Paulley: «E’ molto divertente fare cose utili per la gente. Del nostro gruppo fanno parte persone di tutte le età, dagli adolescenti agli anziani: non si sono mai visti prima, ma si mettono a lavorare a maglia insieme, a Old Market Square, e accettano suggerimenti dagli appassionati di knitting».
Ogni anno vengono realizzate e distribuite dalle 200 alle 300 sciarpe. Ma «Chase the chill» ha attecchito anche in altre città canadesi, come Ottawa, Edmonton e The Pass.
Il merito dell’idea deve essere riconosciuto a una americana di Easton, Pennsylvania: si chiama Susan Huxley ed è un’esperta di libri sul cucito. "Abito accanto a una casa di accoglienza per i senzatetto e, cinque anni fa, mi fermai a guardarli meglio. Molti di loro indossavano abiti troppo leggeri per resistere al freddo. Comprai vestiti e stivali, ma volevo qualcosa di più, che desse loro la possibilità di scegliere, di mantenere la loro dignità, senza doversi qualificare come “persona bisognosa”".
E se qualche sciarpa rimane avvolta attorno a un tronco, perché nessuno ne ha più bisogno, va in beneficenza.
E qui da noi? A quanto leggo qui http://bologna.repubblica.it/cronaca/2017/11/02/news/dona_una_sciarpa-180019782/ a Bologna si è cominciato a copiare l'idea.
Ne abbiamo probabilmente tutti più di una, e alcune restano sul fondo dell'armadio, perché vecchie, un po' fuori moda, forse un pizzico infeltrite, il classico regalo non gradito che è maleducazione non accettare. Ma perché non regalare quella sciarpa sola e sconsolata a uno sconosciuto, una persona che vive in strada e che patirà il freddo quando le temperature si abbasseranno davvero? A Bologna sta per arrivare la sciarpa sospesa, o meglio, appesa e legata ad alberi o pali della luce, messa in bella evidenza perché chi ne abbia bisogno la possa prendere e coprirsi.
E' l'iniziativa "Dona una sciarpa" di Guardian angels Bologna, che probabilmente debutta proprio qui ("non ci risultano cose simili in Italia"), e che potrebbe essere estesa anche nelle altre dieci città in cui operano questi volontari che si dedicano ai senzatetto. "Un'idea copiata dagli Stati Uniti", racconta il presidente della sezione cittadina Giuseppe Balduini, "e che vogliamo portare a Bologna dopo il caffè sospeso, la colazione pagata, la pizza sospesa e iniziative simili".
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