In Inghilterra tra storia e leggenda, sulle tracce di re Artù
di Devis Bellucci | @devisbellucci
Quasi mille anni fa il poeta inglese Layamon scriveva “Gli Inglesi credono ancora che Artù sia vivo, e dimori ad Avalon insieme ai più leggiadri tra gli elfi“. Già allora Layamon si riferiva a vicende vecchie di secoli, perché se un re Artù è davvero esistito, doveva trattarsi di un capo militare britannico, vissuto in Galles o in Cornovaglia attorno al V secolo. L’impero romano era appena crollato e sull’Europa scendeva il buio dell’Alto Medioevo. È in questo clima che nasce la leggenda di un re saggio e della sua corte a Camelot, simbolo di ordine e civiltà che si oppongono alla barbarie. Il resto è opera dei poeti, che ne hanno tramandato il mito. Oggi il fascino di questa saga, con Lancillotto, Ginevra, Parsifal e i loro compagni, è tutto nella bellezza dell’Inghilterra che avrebbe fatto da sfondo ai racconti: l’andare delle colline che custodiscono resti di antichi insediamenti, abbazie in rovina e villaggi color miele, fino alla brughiera che si fonde col mare.
Dov’è nato Artù?
Artù sarebbe venuto alla luce nel villaggio di Tintagel, sulla costa atlantica della Cornovaglia. Qui il litorale è selvaggio e battuto da forti mareggiate. Rimangono le rovine di un castello del XII secolo, probabilmente edificato su un sito romano-britannico. Una ventina d’anni fa, nel castello, è stata ritrovata la cosiddetta pietra di Artù, con alcune iscrizioni graffite risalenti al VI secolo. Il testo alquanto frammentario parla di un certo Artognou. In ogni caso, anche se il re fosse nato altrove, vale la pena ammirare questo tratto di costa, dove il grigio lucente dell’ardesia colora di verde l’acqua del mare.
La mitica Camelot
Il castello di re Artù a Camelot era la sede della famosa Tavola Rotonda, simbolo di quell’unità tra i cavalieri necessaria all’ordine del regno. La letteratura cavalleresca non indica mai la posizione di Camelot, quindi molte località, su e giù per l’Inghilterra, rivendicano la propria candidatura. Secondo Thomas Malory, scrittore inglese del ‘400, Camelot andava identificata con la cittadina di Winchester. Fonti più antiche parlano di Caerleon, nel Galles meridionale, sede fino al 300 d.C. di un fortilizio romano. Qui rimangono le rovine di un anfiteatro romano, che potrebbe aver ispirato l’idea della Tavola Rotonda. Ma il sito che più a buon diritto può identificarsi con Camelot è Cadbury Castle, nel Somerset, non lontano dal villaggio di Queen Camel. Anche se il paesaggio collinare è gradevole, Cadbury Castle è una collina non molto diversa da quelle circostanti. Gli scavi archeologici hanno rivelato che un tempo era fortificata con bastioni e fossati.
L’ultima battaglia
La battaglia in cui Artù venne ferito a morte si sarebbe combattuta vicino a Slaughter Bridge – letteralmente il Ponte del Massacro – non lontano da Camelford, nella Cornovaglia settentrionale. Qui scorre il fiume Camel e pertanto Camelford è anche inserita, di diritto, nelle potenziali Camelot di cui sopra. Sulla riva del fiume, vicino allo Slaughter Bridge, è ancora visibile una grande lastra di pietra con delle iscrizioni ormai illeggibili, detta Tomba di Re Artù. Un’attenta analisi ha purtroppo rivelato che il nome inciso non sarebbe Artù, bensì Latinus. La mitica spada Excalibur sarebbe stata gettata nello stagno di Dozmary, all’interno della brughiera di Bodmin. La brughiera è inserita fra le Area of Outstanding Natural Beauty, una rete di aree naturali protette di particolare rilievo, pertanto consolatevi col paesaggio mentre cercate la spada dai magici poteri.
La tomba del re
La vera tomba di Artù dovrebbe trovarsi, stando alla leggenda, sull’isola di Avalon. A quei tempi l’isola era governata dalla fata Morgana, che promise di guarire il re ferito. Ebbene, i monaci di Glastonbury, nel 1191, rivelarono di aver scoperto nel cimitero dell’Abbazia i resti del mitico sovrano. Un epitaffio diceva: Qui giace il famoso re Artù, insieme alla sua seconda moglie Ginevra, nell’isola di Avalon. Quei resti sono andati perduti, ma le romantiche rovine dell’Abbazia, nel cuore del Somerset, regalano un’atmosfera molto suggestiva. Poco lontano si alza nel verde la Glastonbury Tor, la collina sulla cui cima è presente un antico edifico noto come Torre di San Michele. Qualche volta, nei giorni di nebbia, la collina emerge dal grigio come un relitto alla deriva. Sarebbe questa dunque la mitica isola di Avalon, sospesa tra terra e cielo, dove riposa in eterno il saggio Artù.
Artù sarebbe venuto alla luce nel villaggio di Tintagel, sulla costa atlantica della Cornovaglia. Qui il litorale è selvaggio e battuto da forti mareggiate. Rimangono le rovine di un castello del XII secolo, probabilmente edificato su un sito romano-britannico. Una ventina d’anni fa, nel castello, è stata ritrovata la cosiddetta pietra di Artù, con alcune iscrizioni graffite risalenti al VI secolo. Il testo alquanto frammentario parla di un certo Artognou. In ogni caso, anche se il re fosse nato altrove, vale la pena ammirare questo tratto di costa, dove il grigio lucente dell’ardesia colora di verde l’acqua del mare.
La mitica Camelot
Il castello di re Artù a Camelot era la sede della famosa Tavola Rotonda, simbolo di quell’unità tra i cavalieri necessaria all’ordine del regno. La letteratura cavalleresca non indica mai la posizione di Camelot, quindi molte località, su e giù per l’Inghilterra, rivendicano la propria candidatura. Secondo Thomas Malory, scrittore inglese del ‘400, Camelot andava identificata con la cittadina di Winchester. Fonti più antiche parlano di Caerleon, nel Galles meridionale, sede fino al 300 d.C. di un fortilizio romano. Qui rimangono le rovine di un anfiteatro romano, che potrebbe aver ispirato l’idea della Tavola Rotonda. Ma il sito che più a buon diritto può identificarsi con Camelot è Cadbury Castle, nel Somerset, non lontano dal villaggio di Queen Camel. Anche se il paesaggio collinare è gradevole, Cadbury Castle è una collina non molto diversa da quelle circostanti. Gli scavi archeologici hanno rivelato che un tempo era fortificata con bastioni e fossati.
L’ultima battaglia
La battaglia in cui Artù venne ferito a morte si sarebbe combattuta vicino a Slaughter Bridge – letteralmente il Ponte del Massacro – non lontano da Camelford, nella Cornovaglia settentrionale. Qui scorre il fiume Camel e pertanto Camelford è anche inserita, di diritto, nelle potenziali Camelot di cui sopra. Sulla riva del fiume, vicino allo Slaughter Bridge, è ancora visibile una grande lastra di pietra con delle iscrizioni ormai illeggibili, detta Tomba di Re Artù. Un’attenta analisi ha purtroppo rivelato che il nome inciso non sarebbe Artù, bensì Latinus. La mitica spada Excalibur sarebbe stata gettata nello stagno di Dozmary, all’interno della brughiera di Bodmin. La brughiera è inserita fra le Area of Outstanding Natural Beauty, una rete di aree naturali protette di particolare rilievo, pertanto consolatevi col paesaggio mentre cercate la spada dai magici poteri.
La tomba del re
La vera tomba di Artù dovrebbe trovarsi, stando alla leggenda, sull’isola di Avalon. A quei tempi l’isola era governata dalla fata Morgana, che promise di guarire il re ferito. Ebbene, i monaci di Glastonbury, nel 1191, rivelarono di aver scoperto nel cimitero dell’Abbazia i resti del mitico sovrano. Un epitaffio diceva: Qui giace il famoso re Artù, insieme alla sua seconda moglie Ginevra, nell’isola di Avalon. Quei resti sono andati perduti, ma le romantiche rovine dell’Abbazia, nel cuore del Somerset, regalano un’atmosfera molto suggestiva. Poco lontano si alza nel verde la Glastonbury Tor, la collina sulla cui cima è presente un antico edifico noto come Torre di San Michele. Qualche volta, nei giorni di nebbia, la collina emerge dal grigio come un relitto alla deriva. Sarebbe questa dunque la mitica isola di Avalon, sospesa tra terra e cielo, dove riposa in eterno il saggio Artù.
come passare 10 minuti di magico svago! Grazie
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