Oggi si parla spesso di Bookcrossing, facendo riferimento ad una iniziativa di distribuzione gratuita di libri ben organizzata, consolidatasi nel 2001, che presuppone, così era almeno in origine, l'esistenza di un elenco di libri identificati da un codice unico, attraverso il quale seguirne il percorso dopo l'abbandono e verificare l'incrocio con altri lettori.
E' pur vero che la consuetudine di abbandonare scritti per condividerli con altri è molto antica: forse la prima iniziativa in tal senso fu quella del filosofo greco Teofrasto, che aveva la consuetudine di liberare in mare alcuni testi chiusi in bottiglia.
E' pur vero che la consuetudine di abbandonare scritti per condividerli con altri è molto antica: forse la prima iniziativa in tal senso fu quella del filosofo greco Teofrasto, che aveva la consuetudine di liberare in mare alcuni testi chiusi in bottiglia.
In passato, e ancora oggi, ci sono state e ci sono molte iniziative, meno ortodosse del Bookcrossing, che si fondano sul libero scambio di libri, senza alcun fine di lucro.
Nei primi anni '90, ad esempio, in un ospedale di Boston, alcuni pediatri ebbero l'idea di lasciare alcuni libri nella sala d'aspetto. Col tempo i libri sparirono e i promotori, compresa l'utilità di quel furto, decisero di istituzionalizzare l'iniziativa con due progetti, dedicati ai bambini.
Nei primi anni '90, ad esempio, in un ospedale di Boston, alcuni pediatri ebbero l'idea di lasciare alcuni libri nella sala d'aspetto. Col tempo i libri sparirono e i promotori, compresa l'utilità di quel furto, decisero di istituzionalizzare l'iniziativa con due progetti, dedicati ai bambini.
Tutte queste iniziative, nate spontaneamente, insieme ad altre più strutturate, hanno in comune la passione per la lettura, la disponibilità alla condivisione della cultura e la libertà dell'iniziativa e pertanto vanno apprezzate e incoraggiate.
La stessa "mission" hanno avuto in passato le piccole biblioteche ambulanti, che portavano, e in alcuni paesi continuano a portare, la cultura in zone desolate, lontane dalle città, dalle librerie, dalle biblioteche e , perché no, anche dalla scuola.
Il mezzo per farlo poteva essere qualunque cosa : un carretto, uno zaino, una valigia, una barca, una bici, una moto...
Le prime biblioteche mobili nacquero fra la metà dell' 800 e l'inizio del '900, per portare libri alle persone che vivevano nelle zone rurali.
La prima biblioteca mobile di cui si ha notizia infatti fu creata nel nord dell'Inghilterra, per fornire alcune cittadine della Cumbria, nel 1857, da George Moore, commerciante e filantropo vittoriano, il quale si era fatto carico di "distribuire buona letteratura fra la popolazione rurale ", con un carro trainato da cavalli.
Nel 1858, sempre in Inghilterra, l'istituto tecnico di Warrington creò una propria Perambulating Library, una libreria ambulante trainata anche in questo caso da cavalli.
Negli Stati Uniti, nella parte nordoccidentale della contea di Faifax, era attiva una biblioteca mobile già nel 1890, che si estese all'intera contea entro il 1940.
Un'altra delle prime biblioteche mobili degli Stati Uniti fu quella creata nel 1904 per le aree rurali della Carolina del Sud, che consisteva in un carro carico di cassette di legno piene di libri, trainato da un mulo.
Dopo la prima guerra mondiale i carri trainati da muli e cavalli furono gradualmente sostituiti da autocarri o da automobili. Una delle prime biblioteche mobili a motore fu quella della bibliotecaria Sarah Byrd Askew , che nel 1920 si mise a guidare una Ford T per portare libri nella campagna del New Jersey.
Alla fine degli anni Trenta c'erano circa 60 biblioteche mobili negli Stati Uniti, mentre in Italia il primo bibliobus nacque all'inizio degli anni '50 per iniziativa dello scrittore toscano Luciano Bianciardi, mentre , forse per scopi più pubblicitari che filantropici, già nel 1922 la casa Editrice Treves di Milano, si presentava così al pubblico.
In forma organizzata o per iniziativa personale, il libri non hanno mai smesso di viaggiare e di portare cultura, conoscenza e svago in ogni angolo del mondo.
I libri stampati, quelli che abbiamo amato o odiato, quelli che ci hanno fatto perdere il sonno, quelli che ci hanno fatto piangere, sognare, ridere, che ci hanno fatto conoscere la storia vera e i personaggi che ne sono stati protagonisti, tutti questi libri nell'arco di un tempo relativamente breve saranno destinati a sparire, almeno nella forma in cui li conosciamo oggi, sostituiti da ebooks, da leggere sul tablet, sul pc, sul cellulare....
Probabilmente, con il diffondersi della tecnologia, non sarà più necessario lo spostamento fisico dei libri e forse ai nostri cari libri succederà quello che qualche secolo fa successe agli scrivani , agli amanuensi, ai copisti, cancellati dalla faccia della terra dall'invenzione della stampa.
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