lunedì 8 maggio 2017

Bellezze di casa nostra: il castello di Malpaga

A volte ci affanniamo a guardare lontano in cerca di cose belle e sottovalutiamo ciò che è sotto il nostro naso, per questo oggi voglio presentare a chi ci segue il Castello di Malpaga.

Occorre ricordare che all'epoca di Bartolomeo Colleoni - siamo nel Quattrocento- la Bassa Bergamasca era terra di confine tra il Ducato di Milano e la Repubblica Veneta e, in quanto tale, richiedeva la presenza di numerose fortificazioni a difesa di eventuali incursioni nemiche, secondo la consuetudine consolidatasi nel Medio Evo e all'epoca dei Comuni.

In questa fascia di pianura dunque, ancora oggi, si possono trovare numerosi castelli e borghi medievali, ben conservati ed aperti al pubblico, tra i quali appunto il Castello di Malpaga.





Il castello di Malpaga si trova nel territorio di Cavernago, un piccolo paese alle porte di Bergamo ed è una delle costruzioni lombarde più importanti del 1300, sia dal punto di vista architettonico, sia per le vicende storiche di cui è stato testimone, che evocano una grande figura del Quattrocento, il condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni, Capitano Generale della Repubblica di Venezia.
 
 

Il castello domina una distesa di 300 ettari di campi agricoli all'interno del Parco del fiume Serio.
Pur non essendo costruita, come la maggior parte dei castelli,  in posizione elevata, sulla cima di una collina o su uno sperone roccioso, questa fortezza con le mura merlate, una possente torre e circondata da un largo fossato  dà una sensazione di stabilità e solidità, integrandosi armoniosamente nel panorama che la circonda.
 
 
 

 
Sorto per opera di un ghibellino verso la metà del '300, prima ancora della scoperta della polvere da sparo, il castello fu ceduto al Comune di Bergamo e presto abbandonato fino a quando il Senato della Serenissima, nel giugno del 1455, concede a Bartolomeo Colleoni, nominato Capitano Generale di tutte le milizie della Repubblica di Venezia, la possibilità di scegliere come dimora un castello situato a difesa del proprio confine contro le incursioni da parte dei soldati del Ducato di Milano.
 
Il Colleoni sceglie invece di acquistare dal Comune di Bergamo il diroccato castello di Malpaga per farne il centro del suo dominio.

 
 
 
 
 
Il Colleoni ristrutturò e trasformò ciò che restava del precedente edificio non solo in una inespugnabile fortezza e campo di alloggiamento per i suoi soldati, ma soprattutto in una corte principesca, meta di personaggi di alto rango e grande cultura, un vero e proprio luogo di delizie .
 
Come tutti i principi del Rinascimento, il Colleoni voleva manifestare il prestigio e il potere raggiunti attraverso opere visibili che potessero ricordare la sua grandezza e, attraverso il mecenatismo, il suo interesse per l'arte e la cultura.
 
Le pareti del castello sono quasi completamente ricoperte di affreschi, molti dei quali commissionati dal Colleoni a maestri di scuola francese, che non sono solo una testimonianza di valore artistico, ma illustrano anche gli usi e i costumi dell'epoca.
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Più incline ad occuparsi di tornei e battute di caccia , il Colleoni cercò comunque di lasciare di sé un'immagine più umana, commissionando affreschi di contenuto allegorico come quello che raffigura il silenzio nell'immagine di un vecchio che fa il segno del silenzio o del segreto, a cui tutti dovevano attenersi nel castello. 



 
 
Particolarmente interessanti sono gli affreschi che celebrano la visita di Cristiano I, re di Danimarca,  in viaggio come pellegrino per Roma con il Duca di Sassonia e la scorta di 200 cavalieri, commissionati dagli eredi a esaltazione della casata e  attribuiti al Romanino.






 
 
Alcuni affreschi si trovano anche sui muri esterni e sono in parte deteriorati per l'esposizione alla luce e agli eventi atmosferici.

 
 





 
 
 
 
 
 
 
 A differenza di molte stanze del castello, dove si trovano enormi camini come questo,



la camera personale del condottiero ne è priva, poiché, per motivi di sicurezza, si volevano evitare intrusioni nemiche attraverso la canna fumaria....







Bartolomeo Colleoni ebbe solo discendenze femminili :Ursina, Isotta, Caterina, Medea, Dorotina, Riccadonna, Cassandra e Polissena, perciò, quando morì il 2 novembre 1475, il castello di Malpaga passò ai suoi nipoti Estore, Giulio e Alessandro-Martinengo-Colleoni, figli di Gerardo Martinengo e Ursina Colleoni.

Nel 1880 fu acquistato dai conti Roncalli e nel 1924 passò alla famiglia Crespi.

Oggi è una delle più vaste proprietà terriere della zona e appartiene alla Malpaga SpA.

Il castello di Malpaga è' visitato da scolaresche e da turisti locali e stranieri; vi si celebrano matrimoni e banchetti, si organizzano eventi culturali , rievocazioni storiche e picnic.

In breve, se passate da queste parti, non perdetevi la visita al castello di Malpaga.












 

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