Qualche giorno fa Mianna me l'ha (ri)dato, dicendomi che glielo avevo prestato tempo addietro. Lo guardo: no! Non è mio, questo libro. Non l'ho mai comperato e non l'ho mai letto.
Eppure, dice Mianna, i libri sei solo tu che me li presti, quindi....
Penso: forse me l'aveva dato mia sorella e io glielo ho passato prima di leggerlo. Ma mia sorella crede che il libro non sia suo: nemmeno lei l'ha mai letto. Io, però, so che lei compra tanti libri e, quando si sente accerchiata perchè non ha fatto in tempo a leggerli tutti, me li passa in anteprima. E se anche io mi sento accerchiata, magari, li dò a Mianna che li legga intanto che io ne smaltisco altri.
Mah? Comunque l'ho letto, prima di renderlo a mia sorella, e mi sono divertita parecchio.
Ecco il risvolto di copertina:
Amedeo Consonni, il pensionato con il talento di trovarsi coinvolto negli imbrogli più singolari, entra in scena in mezzo a un bagno di sangue. Si trova a impugnare il coltello che affonda nella bianca carne di una bella ragazza immersa nell’acqua di una vasca color profondo rosso. E per giunta, un misterioso portatore di gemelli da polso del Milan lo immortala con un flash nella posa compromettente che lo identifica come un assassino.
Che ne penserà la professoressa Angela Mattioli, la sua compagna? Per l’occasione si dimenticherà della sua tradizionale tolleranza. Ed è il timore della polizia, e forse ancor di più quello dell’irosa Angela, a costringere Amedeo a trasformarsi in un fuggiasco, a tin gersi i capelli e a prendere altre identità. Ha capito che o si salva da sé scoprendo il vero assassino o stavolta è pro prio perduto. Così non trova altro complice che l’ottantenne Luis De Angelis, che ha testa solo per il suo spider BMW 24 valvole, ma anche un po’ per lucrare sulle disgrazie altrui. Intanto la Casa di ringhiera cade sotto le mire speculative di una coppia di architetti alla moda. Seguirà il perenne parapiglia che coinvolge tutti: un crescendo di chiasso e tragedia da molto rumore per nulla. E con la suspense della soluzione finale, tanto più catartica quanto più l’enigma è una moltiplicazione di ipotesi.
Il gusto letterario di Francesco Recami è quello di mettere in gioco tutti gli elementi di un giallo, un po’ alla Chandler un po’ alla Agatha Christie con odori di quotidianità in cui starebbe a suo agio Maigret, per poi mostrarli ironicamente come frutto di sbagli e malintesi. Ma a poco a poco, con il passo dell’investigatore che scioglie indizi. Perché la vera genesi del crimine di ogni giorno è che: «Tutti vogliono farsi i fatti degli altri, ma nessuno vuole che gli altri si facciano i suoi».
Insomma questo è un giallo-non giallo, ironico, leggero. E' un concentrato di situazioni assurde e divertenti, con un finale alla "pantera rosa" dell'ispettore Cluseau.
Il protagonista, infaticabile ricercatore di guai, è simpatico, genuino. E anche gli altri personaggi sono davvero "vivi". Sarà per la parlata tipicamente lombarda, sarà per il disincanto con cui affrontano la vita e attraversano la realtà piuttosto squallida delle periferie in cui vivono, ma sono decisamente realistici.
Ho scoperto che questo non è un libro a se stante, ma fa parte di una lunga serie, che ne comprende anche uno, che forse è l'ultimo......sarò costretta a leggerli tutti!
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