Questa leggenda popolare è raccontata da Gyula Illyés, poeta, prosatore, drammaturgo, vissuto dal 1902 al 1983,una delle figure più rappresentative del mondo letterario ungherese.
Il padre Janos apparteneva alla ricca borghesia ungherese, mentre la madre era di estrazione sociale molto umile. Dopo il divorzio dei genitori, il giovane Gyula andò a vivere con la madre e iniziò ad interessarsi molto presto alle tensioni sociali del suo paese.Nel 1919 abbandonò gli studi per unirsi all'Armata rossa, ma dopo la caduta della Repubblica sovietica ungherese fu costretto a lasciare il paese per rifugiarsi a Parigi, dove strinse amicizia con i poeti dell'avanguardia.
Tornato in patria, divenne capostipite degli scrittori sociografici, tutti fautori della riforma agraria. La sua opera letteraria, che trae origine e tono dall'ambiente contadino, si leva ad alti valori di poesia.
Le illustrazioni del libro sono opera di Kàroly Reich (1922-1988) un artista ungherese molto noto come illustratore di libri per bambini. Nato in una famiglia contadina sul lago Balaton, Kàroly amava disegnare, soprattutto animali. A 18 anni vinse una borsa di studio che gli consentì di trasferirsi a Budapest, dove si diplomò all'Accademia Ungherese di Arte applicata.
Durante i quarant'anni della sua carriera , dipinse più di 400 libri, principalmente per i bambini che amavano la vivacità e l'allegria dei suoi colori dettati dall'amore per la natura.
Eccone alcuni esempi
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