Quando nel 1813-14 si trovava a Parigi per seguire gli studi del figlio, Lucietta, stimolata dal clima intellettuale che si respirava nella capitale, decise di riprendere gli studi e iniziò a frequentare il Jardin des Plantes, dove i più grandi scienziati francesi tenevano lezioni aperte al pubblico.
Lucietta amava le scienze naturali e per settimane seguì conferenze su pesci, farfalle, conchiglie, coralli.
Ma la sua vera passione era la botanica. Già all'inizio del suo soggiorno parigino Lucietta aveva incominciato a frequentare la Malmaison, dove l'ex- imperatrice Joséphine, che aveva già avuto occasione di conoscere a Venezia in passato, l'aveva accolta nel suo magnifico giardino per mostrarle la sua collezione di rose.
Al Jardin del Plantes il leggendario giardiniere Jean Thonin l'aiutava a selezionare i semi di alberi arrivati dal Nord America, così come il professor Des Fontaines aveva preparato per Lucietta una lista di semi di piante e di arbusti da portare in Italia, nella tenuta di Alvisopoli, da ritirare presso il vivaio di Monsieur Noisette, che aveva anche scelto per lei circa duecento varietà di talee, tra cui la rose anémone, la rose panachée, la rose à carafe, e la rosa multiflora, arrivata da poco dalla Cina e già popolarissima a Parigi tra gli amanti delle rose.
Monsieur Dupont, il serviteur des roses al Jardin des Plantes,che curava con devozione quattrocenticinquantasette varietà di rose, aveva insegnato a Lucietta l'arte dell'innesto.
Lucietta tornò ad Alvisopoli con una incredibile collezione botanica . Dopo la morte del marito nel 1815, continuò ad occuparsi della tenuta ed in particolare ad arricchire il parco intorno alla villa padronale con i tesori portati dalla Francia. Ma col passare del tempo e l'estinzione della famiglia Mocenigo, il complesso cadde in abbandono fintanto che nel 1930, il nonno di Andrea Di Robilant, come ho raccontato nella tessera n.5, dopo averlo ereditato da due zie Mocenigo senza discendenza, lo vendette per pagare i suoi numerosi debiti.
Da allora la villa è stata oggetto di restauro e il parco circostante, completamente inselvatichito, è stato tasformato in un'oasi del WWF: il bosco di Alvisopoli.
Quando Andrea di Robilant, sulle tracce della sua antenata, passò da Alvisopoli, il custode del parco gli fece notare la presenza di una rosa furtiva e misteriosa che sembrava fiorire in quel luogo da tempo immemorabile. La gente del posto la chiamava Rosa Moceniga, ma qual era la sua origine? Il colore rosa sfumato dei suoi petali, il leggero profumo di pesche e lamponi la indicavano come una rosa antica... una gallica o una bengalese ? ed era forse un giorno lontano fiorita nel giardino della Malmaison o nel roseto di Monsieur Noisette? Veniva dalla Cina ? dall'Inghilterra?
Tanti interrogativi non potevano lasciare indifferenti gli appassionati e del settore che introdussero la moceniga nei loro vivai di rose antiche per confrontarne la fioritura con quella di altre specie, senza tuttavia trovare una risposta certa comune.
Nel frattempo Andrea di Robilant scriveva il libro "Chasing the Rose" e per chiudere definitivamente la questione richiedeva ed otteneva dalla American Rose Society la registrazione ufficiale della "Moceniga", togliendo la sua rosa dall'imbarazzante condizione di rose sans papiers...
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