Uno studio di Lilia su queste illustratrici (e un illustratore)
GLI EREDI DI BEATRIX POTTER
ANGUS RACEY HELPS, MARGARET TEMPEST E MOLLY BRETT
Angus Clifford Racey Helps (1913 – 1970), Margaret Mary Tempest (1892 – 1982) e Mary Elizabeth (Molly) Brett (1902 - 1990) sono artisti inglesi che hanno illustrato favole di animali.
Il loro lavoro riprende la tradizione degli animali antropomorfi, i cosiddetti “dressed animals” che, a parere di molti, ha trovato la sua massima espressione in Beatrix Potter. Questa artista ha costituito una grande fonte di ispirazione per molti illustratori del secolo scorso, in primo luogo per Racey Helps che ci ha proposto una versione personalizzata dei topolini e dei coniglietti della Potter.
Qui abbiamo una serie di cartoline illustrate da Racey Helps con personaggi che sembrano usciti dalla matita di Beatrix.
A volte è difficile distinguere i disegni dei due artisti se non per il fatto che quelli di Angus sono più “affollati” di personaggi e più vivacemente colorati!
Angus Clifford Racey Helps è stato un artista prolifico, autore di libri per bambini e popolare illustratore di cartoline per la Medici Society. Come Beatrix Potter, iniziò la sua carriera scrivendo ed illustrando le proprie storie che poi inviava ad una bambina. In questo caso, si trattava della sua figlioletta che negli anni della seconda Guerra Mondiale era stata mandata a vivere in campagna.
In quegli stessi anni, mentre Racey Helps lavorava come parrucchiere insieme alla moglie, i suoi disegni furono scoperti per caso da un editore e, da allora, si susseguirono numerosissime illustrazioni per cartoline, biglietti augurali, carte da gioco e carta da regalo.
Nonostante sia morto a soli 57 anni per un infarto, la sua produzione artistica è vastissima e molto apprezzata nei paesi anglosassoni. Le sue tavole sono coloratissime, zeppe di particolari e rappresentano movimentate scenette tratteggiate con fine umorismo.
Margaret Mary Tempest pubblicò tra le due guerre parecchi libri per bambini ed è l’illustratrice del Piccolo Coniglio Grigio, un personaggio che ebbe molta fortuna in Gran Bretagna (a quanto pare, la stessa regina Elisabetta lo leggeva ai figli). I testi di questa serie furono invece creati da Alison Uttley (1884 – 1976) una scrittrice che in vita incontrò molta notorietà e altrettante traversie. Aveva cominciato a scrivere per mantenere se stessa e il figlio dopo la morte del marito, ebbe difficili rapporti con i colleghi ed infine entrò in disaccordo sia con Beatrix Potter, sia con la stessa Tempest che rinunciò ad illustrare le ultime storie del Coniglio Grigio.
Come si può vedere dall’immagine riportata qui sotto, gli scoiattoli e i conigli della Tempest assomigliano in modo strabiliante a quelli di Beatrix Potter; ciò non toglie che abbiano avuto un grande successo di pubblico in Inghilterra.
Molly Brett trascorse l’infanzia nel Surrey, in mezzo alla natura e agli animali. La madre era una pittrice e l’incoraggiò a dipingere dal vero; perciò, come Beatrix Potter, Molly si abituò a rappresentare fedelmente gli animaletti che ritraeva e, nello stesso tempo, a dar loro caratteristiche ed atteggiamenti umani.
Molly iniziò la sua formazione artistica con un corso per corrispondenza, seguito da un’istruzione più consona presso una scuola d’arte. Fu grande amica di Margaret Tarrant e collaborò per sessant’anni con la Medici Society che le pubblicò ben 500 tra cartoline, biglietti d’auguri e stampe.
La Brett è stata ampiamente apprezzata per i suoi disegni accuratamente dettagliati, colorati delicatamente con tinte tenui e soffusi da una magica atmosfera
Sia Racey Helps che la Tempest, nei loro lavori, siano essi libri o cartoline, utilizzarono esclusivamente (e abbondantemente) gli animali. Le tavole di questi due artisti sono fittamente popolate da conigli, topi, scoiattoli, orsetti, ranocchi, gufi, tassi, volpi, gattini ritratti in ogni momento della giornata ed intenti a qualsiasi tipo di attività, sia lavorativa che ludica.
Le seguenti immagini appartengono a Racey Helps
La favola di animali ha una lunga storia che ci riporta indietro nel tempo fino al greco Esopo che attribuiva agli animali un significato allegorico e consegnava sempre una morale alla storia che raccontava. Nel caso di Esopo, l’utilizzazione di animali che parlano e si comportano come esseri umani era un espediente per criticare gli uomini politici e la forma di governo senza incorrere nella censura.
In genere, l’umanizzazione degli animali è uno stratagemma per raccontare la realtà sotto forma alternativa.
Anche Molly Brett ha ampiamente (ma non esclusivamente) utilizzato gli animali per le sue illustrazioni. Ecco qualche esempio in cui possiamo verificare la precisione dei dettagli anatomici degli animaletti rappresentati:
Le seguenti immagini appartengono a Racey Helps
La favola di animali ha una lunga storia che ci riporta indietro nel tempo fino al greco Esopo che attribuiva agli animali un significato allegorico e consegnava sempre una morale alla storia che raccontava. Nel caso di Esopo, l’utilizzazione di animali che parlano e si comportano come esseri umani era un espediente per criticare gli uomini politici e la forma di governo senza incorrere nella censura.
In genere, l’umanizzazione degli animali è uno stratagemma per raccontare la realtà sotto forma alternativa.
Anche Molly Brett ha ampiamente (ma non esclusivamente) utilizzato gli animali per le sue illustrazioni. Ecco qualche esempio in cui possiamo verificare la precisione dei dettagli anatomici degli animaletti rappresentati:
L’animale antropomorfo ha sempre esercitato un grande fascino sui bambini e non solo su di loro. Anche il pubblico adulto è attratto da personaggi come Topolino, Bunny o Peter Rabbit.
Topolini di Racey Helps
Mi sono chiesta spesso il motivo di questo interesse. E’ evidente che l’animale fa sì che ci si possa identificare nel personaggio della storia senza mettersi in gioco, permette cioè di ripararsi dietro una maschera, un po’ come facciamo nel sogno, quando ricopriamo di simboli certe verità che, altrimenti, sarebbero troppo sconvolgenti da sopportare. Inoltre, molti animali, come i coniglietti, gli scoiattoli o i pulcini suscitano spontaneamente sentimenti di tenerezza e senso di protezione. Essendo innocui, amorevoli e graziosi, favoriscono la creazione di un legame empatico col lettore, piccolo o grande che sia.
Topolini di Molly Brett
Topolini di Margaret Tempest
Ma lo stesso discorso continua ad esser valido nel caso del topo? Tra i protagonisti delle favole, non c’è animaletto più ambivalente di questo roditore. La sua immagine può essere estremamente sgradevole poiché evoca sporcizia, fastidio e addirittura malattia. Nello stesso tempo però, non c’è cosa più accattivante e graziosa di un topolino di granaio vestito con gli abitini di Hunca Munca o con quelli di Primrose o di Wilfred. Gli occhietti a capocchia di spillo che ammiccano lucidi e vivaci, i baffetti che vibrano, le codine che guizzano veloci contribuiscono a renderci simpatiche e amiche queste piccole creature.
In definitiva, penso che non ci sia nulla di sorprendente nei sentimenti ambivalenti che nutriamo nei confronti del topo. Non è buono e non è cattivo, proprio come noi esseri umani che possiamo nasconderci dietro la sua maschera quando abbiamo voglia di fare un viaggio nel mondo del meraviglioso.
Illustrazioni di Racey Helps
Illustrazioni di Margaret Tempest
Quello che può essere definito l’”erede” di Beatrix Potter è sicuramente Angus Racey Helps. Questi topolini assomigliano molto a quelli della Potter
Questa Gattina di Racey Helps
ci ricorda molto bene la signorina Ribby della Storia di una torta e di una tortiera. Quello che le distingue è sostanzialmente il colore che, nella Potter, tende alle tonalità chiare e pastello, mentre in Racey Helps propende ai toni scuri, decisi e vivaci.
Ed infine, questa topolina di Racey Helps che ripulisce la sua tana:
è proprio uguale a Mrs. Tittlemouse!
Le favole di animali si distinguono dalle fiabe poiché manca l’elemento magico, anche se la morale non è formulata esplicitamente come nel caso delle storie di Peter Rabbit.
Tolkien, l’autore del Signore degli anelli, ha coniato il termine Feeria per indicare la dimensione della fiaba. Feeria è il regno in cui vivono gli esseri fatati (fairies), il paese dell’immaginario e della creatività.
Nel suo Saggio sulla Fiaba egli fa osservare che le storie di Beatrix Potter (e, a maggior ragione, tutte le altre storie di animali) si situano ai margini di questo magico paese; anzi, per lo più ne rimangono al di fuori. Fa eccezione Il sarto di Gloucester che si svolge nella notte di Natale, quando si manifestano prodigi e gli animali hanno facoltà di parlare. Nel suo girovagare per la città, il gatto Simpkin ha motivo di meditare sulla duplice anima dei topi: quella nera e quella celeste.
Dietro le finestre degli abbaini, orribili topacci si abbandonano ad orge sfrenate, mentre scorrono fiumi di vino. Alla luce delle candele, le loro ombre sinistre s’allungano sul muro, mostrando denti aguzzi e artigli che li fanno assomigliare a demoni. Poco lontano invece, graziosi topolini, che qui rivestono il ruolo di fate o folletti benevoli, cuciono e ricamano in modo squisito (e magico) la veste del borgomastro, al posto del sarto ammalato.
Con alcuni disegni di Molly Brett (come, del resto, con quelli della sua collega ed amica Margaret Tarrant) siamo ai confini di Feeria e forse un pochino oltre. Dico questo per via dell’atmosfera magica che aleggia su molte sue composizioni, oltre che per le figurette di elfi del bosco e folletti dell’aria che si librano sulle loro alucce traslucide.
Quelle che seguono sono cartoline di Molly Brett nelle quali si può percepire quel senso di magia e quasi di mistero a cui accennavo prima. Questa sensazione può essere trasmessa dalla commistione tra animaletti del bosco ed esseri alati, fatine, genietti, elfi, creature eleganti come fiori e sottili come fili d’erba. Altrimenti, possiamo percepirla attraverso i colori e le sfumature, specialmente quelle tracciate nelle tonalità del viola che ricordano il tramonto, del blu che suggerisce la notte, del marrone che comunica la percezione della terra umida e scura.
Quest’ultima immagine ci mostra il calar della sera sul bosco; siamo al termine di una giornata primaverile come ci dicono le primule e gli alberi in fiore. L’elemento magico è rappresentato dall’essere fatato in simbiosi con le creature del bosco; una piccola falce di luna dondola nel cielo che trascolora dal celeste al rosa, dal rosa al perlaceo; nell’aria rimane sospeso l’incanto dell’attimo stupendo che precede la notte. ..
La rassegna è finita. Angus, Margaret e Molly ringraziano e salutano tutti i loro amici!
Questi post di Lilia sono davvero eccezionali per la competenza,l'attenzione ai dettagli e la passione per la materia trattata. Per noi è un onore e un piacere ospitarli , ma meriterebbero un posto sugli scaffali di una biblioteca o di una libreria.
RispondiEliminaDo ragione a Mianna, veramente uno spettacolo!! Grazie
RispondiEliminaPare un sogno , svegliarsi e vedere tanta dolcezza e cultura. Grazie
RispondiEliminaPare un sogno , svegliarsi e vedere tanta dolcezza e cultura. Grazie
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