lunedì 17 febbraio 2014

Marcello D'Orta




Marcello D'Orta era  nato il 25 gennaio del 1953 in una casa di Vico Limoncello, nel centro antico, in una famiglia di dieci personee ha insegnato per quindici anni nelle scuole elementari. E' diventato famoso nel 1990 con la pubblicazione di "Io speriamo che me la cavo", libro che ha venduto in Italia due milioni di copie e da cui è stato tratto il film con Paolo Villaggio per la regia di Lina Wertmuller. Nel 2007 il libro è diventato una commedia con Maurizio Casagrande, con le musiche di Enzo Gragnaniello.

Fra le sue opere 'Dio ci ha creato gratis', 'Romeo e Giulietta si fidanzarono dal basso', 'Il maestro sgarrupato', 'Maradona è meglio 'e Pele", 'Storia semiseria del mondo', 'Nessun porco è signorina', 'All'apparir del vero, il mistero della conversione e della morte di Giacomo Leopardi", 'Aboliamo la scuola', "A voce d"e creature" "Era tutta un'altra cosa. I miei (e i vostri) Anni Sessanta". Collaboratore di diversi quotidiani, le sue opere sono state tradotte in numerosi Paesi.

Nel 2012 l'ex maestro della scuola 'sgarrupata' di Arzano confidò di avere il cancro e di lottare contro la malattia anche con la scrittura: 'Scrivo per non morire'. Dunque, la scrittura per avere ancora dignità e scacciare indietro il male. Un libro, un altro, e un altro ancora per assecondare una passione ed una 'vocazione' cominciata dai tempi del successo di 'Io speriamo che me la cavo' ma anche per combattere, per esorcizzare una malattia spesso 
molto difficile da sconfiggere. 
(http://napoli.repubblica.it/)

Di Marcello D'Orta mi piace ricordare questa frase, con cui concordo pienamente:


« Io, modesto maestro elementare, dissento da glottologi, filologi e professori universitari. Il dialetto nasce dentro, è lingua dell'intimità, dell'habitat, "coscienza terrosa" di un popolo, sta all'individuo parlante come la radice all'albero; nasce nella zolla, si nutre nell'humus, si fonde nella pianta stessa. È, insomma, l'anima di un popolo. »


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