1909-2004
Trovato su facebook, sulla pagina di "A lezione di bon ton" e da
http://www.luxury24.ilsole24ore.com/ArteCreativita/2009/02/rene-gruau_1.php:
Pennellate nere dal tratto sicuro e ardito, da cui nascono figure e oggetti del desiderio di eterna allure. Donne filiformi, dall'iconografia quasi espressionista, che interpretano un modello di eleganza senza tempo. La sensuale raffinatezza delle stampe giapponesi e lo sguardo di Toulouse-Lautrec nell'affrescare segni, che esprimono l'essenza di una società. Tutto questo fu Renato Zavagli Ricciardelli, passato alla storia come René Gruau.Prima illustratore di moda e poi disegnatore di cartelloni pubblicitari, Gruau ha legato il suo nome, una «G» maiuscola sormontata da una stella, alle più importanti riviste del tempo e alle firme più prestigiose dell'Haute Couture. Esordì appena quattordicenne, quando per contribuire economicamente al mantenimento suo e dell'amatissima madre - donna affascinante e inquieta che ben presto mise fine al suo matrimonio con il conte Alessandro - abbandonò il suo sogno di diventare architetto e iniziò a disegnare. Il suo ingresso nel mondo patinato della moda è a Milano, grazie a Vera Rossi Lodomez, che lo introduce nella rivista Lidel. Il giovane inizia a frequentare le grandi sartorie milanesi, disegnando i figurini scelti dalla redazione. Da Lidel a Eva, Dea, Donna, Sovrana, Fortuna, i magazine con cui collabora si moltiplicano e Renato, che abbandona il cognome del padre per assumere quello della madre come nome d'arte, parte alla volta di Parigi, dove stringe altre innumerevoli relazioni. Qui, oltre a collaborare con Le Figaro, Marie Claire, Vogue, Très Chic, conosce Christian Dior, di cui diventa intimo amico, e per il quale lavora, contribuendo a dare forma alle creazioni del New Look del re della moda. Di questo periodo le opere di grafica pubblicitaria per i profumi Miss Dior e Diorama. Un cigno adagiato sull'acqua, il cui esile collo è cinto da un collier di perle e un fiocco scuro o una mano affusolata adagiata sulla zampa di un leopardo: immagini di una soffusa eleganza, che esaltarono la sensualità del marchio. Intenso anche il suo rapporto con i più grandi protagonisti del tempo, sia che fossero a Parigi, Roma o Milano. Da Albe Steiner a Beppe Modenese, da Maria Pezzi ai Fratelli Rossetti, che per il centenario oggi rieditano le calzature femminili e maschili ritratte dall'artista nel sacchetto da lui realizzato, fino a Laura Biagiotti, per cui sarà come un «Andy Warhol personale», capace di interpretare il secolo con un segno immediato e inconfondibile.
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