sabato 20 aprile 2013

La macchina fotografica e il mito di Argo

Quando si parla di collezionismo si pensa automaticamente ai francobolli, alle cartoline o ai distintivi. Ma esistono anche collezioni meno classiche... Sapete che le macchine fotografiche sono oggetti molto ricercati da alcuni collezionisti?
Anche io ne ho qualcuna...frutto di un interesse passeggero di Giorgio, quando andava spesso a Mosca e ne trovava parecchie al mercatino. Il fatto di possederle, però, non ha fatto diventare buoni fotografi nè lui, nè me. Peccato perchè la fotografia è una gran bella passione.











Forse non lo sapevate, ma il 7 marzo è stato l'anniversario della nascita del padre della fotografia, Joseph Nicéphore Niépce. Considerato come un pioniere in questo settore, egli ha realizzato la prima foto della storia nel 1826. La posa durò ben 8 ore. Fortunamente, i soggetti di questa foto non erano pazienti persone in posa bensì un angolo della sua proprietà in Francia. 






Il supporto utilizzato per questa prima fotografia era una placca di stagno ricoperta di bitume che indurisce alla luce. Niépce battezzò la sua invenzione non fotografia bensì eliografia. La sua invenzione venne poi perfezionata da Jacques Daguerre i cui primi dagherrotipi (foto d'epoca) vennero realizzati nel 1837, un passo in avanti verso le fotografie attuali
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La macchina fotografica più antica










































































































































la più curiosa è questa immagine:




Trattasi di una delle più allucinanti invenzioni fotografiche: il Camera Van. Descritto dal creatore come interamente ricoperto di macchine fotografiche tutte perfettamente funzionanti, è l'incarnazione del mito di Argo applicato alla fotografia.Il fotofurgone ha anche il suo inno che, giustamente, si intitola I've got a vision.
La fonte è Stupid Photographer,per la serie del" se non sono matti, non li vogliamo"!




Ed ecco qui la storia del mito di Argo:
Argo Panoptes (Argo "che tutto vede") è un gigante che ha, secondo alcuni miti, un occhio, secondo altri quattro (due davanti e due dietro), e secondo altri ancora ne aveva cento, e dormiva chiudendone cinquanta per volta. Altri miti sostengono che avesse infiniti occhi su tutto il corpo.
 La maggior parte del mito su Argo è legata alla vicenda di Zeus ed Io. Il gigante venne posto a guardia della ninfa Io, uno degli amori di Zeus tramutata dal dio in una giovenca per nascondere a Era, sua moglie, la vera identità della ninfa. La dea, sospettosa di un possibile tradimento del marito, riuscì ad ottenere l'animale in dono. Zeus, infatti, acconsentì alla richiesta per fugare ogni sospetto di tradimento, ed Era pose la fanciulla sotto la sorveglianza di Argo, che legò l'animale ad un ulivo che cresceva in un bosco sacro a Micene. Il gigante, grazie ai suoi infiniti occhi, riusciva a non dormire mai, chiudendone, per riposare, solo due per volta. Zeus, dispiaciutosi per Io, incaricò Ermes di liberarla. Quest'ultimo, camuffatosi da pastore, si avvicinò ad Argo suonando una melodia. Il gigante, affascinato dal suono, invitò Ermes a sedersi con sé. Il dio, accompagnandosi col suono, iniziò a narrare la storia di Pan e Siringa, fino a che non riuscì a far chiudere tutti i cento occhi. Ermes uccise il gigante addormentato tagliandogli la testa con la spada, liberando Io. Era prese gli occhi dalla testa di Argo e li pose sulle piume del pavone, l'animale a lei sacro.

2 commenti:

  1. che belle immagini che hai postato :)
    qualche week end fa sono andata a visitare il museo nicolis a villafranca di verona che ha più di 400 esemplari di macchine fotografiche antiche <3 tra cui una leica del 1936 di cui mi sono innamorata!
    qui puoi trovare alcune foto: http://www.museonicolis.com/it/doc-37-1.aspx
    e se sei nei dontorni di verona ti consiglio di andarlo a visitare perchè è un museo curato molto bene!

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    1. grazie Aurora!! ci vado di sicuro, la prima volta che vado a Verona! Grazie per la dritta!

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